La mostra inaugurata il 30 novembre alla Fabbrica del Vapore di Milano presenta un inedito dialogo tra due movimenti artistici del ‘900: il Futurismo italiano e il Graffitismo americano. Attraverso 150 opere di 39 artisti il progetto esplora la continuità tra l’arte del dinamismo futurista e quella del graffitismo, con un focus sulla velocità, il colore e la ribellione. Un percorso che sfida le definizioni tradizionali dell’arte, proponendo nuove interpretazioni e accostamenti estetici
I curatori da sx Maria Gregotti; Carlo McCormick e Edoardo Falcioni
E’ stata inaugurata lo scorso 30 novembre la mostra “Visions in motion – Graffiti and echoes of Futurism” alla Fabbrica del Vapore di Milano, con un inedito percorso che vede, in dialogo tra loro, i due movimenti artistici di inizio e di fine ‘900: Futurismo e Graffitismo.
La mostra, mai realizzata in Italia, è prodotta da Navigare srl, in coproduzione con Fabbrica del Vapore – Comune di Milano, ed è affidata al critico e curatore d’arte americano Carlo McCormick, in collaborazione con Edoardo Falcioni e Maria Gregotti, con i testi critici di Elena Pontiggia e Angela Madesani. “La mission della nostra società – ha detto Fabiola Lacagnina, della società produttrice Navigare – è di portare la bellezza al cuore delle persone, creando anche ponti di dialogo e di confronto tra epoche cosa che, in questa mostra e in questo progetto innovativo, si realizza in modo particolare”
Artista writer Kool Koor davanti la sua opera
Il progetto, che presenta 150 opere di 39 artisti (16 futuristi e 23 writer) evidenzia una apparentemente insospettabile continuità tra l’arte del Futurismo italiano, nato agli inizi del 1900 e quella del Graffitismo americano, risalente agli anni ’70. “Siamo riusciti a costruire ed evidenziare il dialogo tra i due movimenti artistici ed è stato difficile, – ha affermato Edoardo Falcioni, co-curatore della mostra -, perché è una mostra audace, ma gli stessi artisti del Graffitismo riconoscono l’influenza dell’estetica futurista sulla loro arte, del concetto del dinamismo e della velocità che accomuna i due movimenti”.
Una continuità che i curatori della mostra rintracciano non solo nella comune ossessione delle due correnti artistiche per il movimento, ma anche nella sfida di entrambe lanciata alle rigide definizioni e ai tradizionali spazi dell’arte. In particolare, il dinamismo inteso dai futuristi trovava alta espressione con Boccioni, che immortalava la metamorfosi del corpo in movimento mentre, tra i graffitisti, Basquiat esplorava la metamorfosi culturale e sociale e la forza del cambiamento di un mondo in continua trasformazione rappresentato nella sua tag SAMO.
“I graffiti hanno rappresentato sicuramente una rottura – dichiara il curatore americano Carlo McCormick -, ma in questa visione è stato un errore non aver osservato come questo movimento poteva affiancarsi a diversi dialoghi inediti, cosa che accade in questa mostra, che mette in evidenza la vicinanza degli stessi artisti graffitisti al futurismo. Artisti che si sono dichiarati o scoperti vicini al movimento futurista, per il dinamismo e per il concetto della velocità in particolar modo”.
In entrambi i movimenti, inoltre, anche il colore riveste un ruolo fondamentale, assurgendo a strumento di rottura e trasformazione. Da un lato, le cromie vibranti in sintonia con le sensazioni futuriste della velocità e, dall’altro, le tonalità accese dei graffitisti rappresentativi di una lotta vitale nel grigiore della giungla metropolitana e di una protesta sociale e politica. “Abbiamo trattato il Futurismo come un motore, qualcosa che può essere interpretato dagli artisti contemporanei in modi diversi e si tratta di un modo diverso di guardare al futurismo che, in genere, viene trattato in modo accademico”. Maria Gregotti, co-curatrice della mostra, ha poi sottolineato che: “Questo progetto, inoltre, dà anche molta importanza alle donne che già hanno avuto un ruolo importante anche nell’arte futurista”.
L’artista witer Lady Pink
Distribuite nelle 5 sezioni: Dinamismo; Colore; Città; Ribellione; Eco, e la sezione documentale Ephemeras, le opere sono poste in continuo confronto, sottolineando il debito di continuità e ispirazione che i writer americani come, tra gli altri, Basquiat, Haring, Zephyr, Blade, A-One, Scharf, Futura 2000, Kool Koor, Sonic Bad, Cutrone, Rammellzee, presentano nei confronti degli artisti futuristi, tra i quali Balla, Boccioni, Sironi, Dudreville, Depero, Dottori, Prampolini.
da sx Carlo McCormick (curatore mostra); Salvatore Lacagnina (Produttore) e Maria Fratelli (Dir. Fabbrica del Vapore)
In mostra, si segnala, inoltre, la presenza dell’opera inedita di John “Crash” Matos, Visions in motion, realizzata appositamente per l’esposizione di Milano, e le opere di due artiste donne, la futurista Adriana Bisi Fabbri e la writer Lady Pink, capaci di distinguersi in un campo, a inizio ‘900 come alla fine del secolo, dominato dalla presenza maschile. Chiude il percorso espositivo la piccola sezione documentale, Ephemeras, con documenti relativi al Futurismo e al Graffitismo e ai loro protagonisti.
SCHEDA
Titolo: “Visions in motion – Graffiti and echoes of Futurism”
Dove: Fabbrica del Vapore, Spazio Messina Due, Via Giulio Cesare Procaccini, 4 20154 Milano
Quando: dal 30 novembre 2024 al 23 marzo 2025
Orari: lun.-ven. 9,30-19,30 – sab., dom. e festivi 9,30-20,30
Ingresso: intero 14 euro, ridotto 12 euro (Biglietti in sede e online su ticketone.it)
Info: Fabbrica del Vapore 351 3364334