La “mostra dei record” (600.000 visitatori a Roma) è arrivata a Trieste, al Museo Revoltella. L’esposizione è arricchita da due ospiti di eccezione, esposti per la prima volta insieme: Monsieur e Madame Ginoux (meglio nota come l’Arlesiana), opere iconiche che si ricongiungono a Trieste dopo 134 anni
Vincent van Gogh, Ritratto di uomo (Ritratto di Joseph-Michel Ginoux) Ottobre-dicembre 1888
Olio su tela 65,3×54,4 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
Vincent van Gogh
L’Arlesiana (da Gauguin) 1890 Olio su tela, 60×50 cm
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Foto Schiavinotto
Il Comune di Trieste e Arthemisia presentano fino al 30 giugno 2024 al Museo Revoltella una straordinaria mostra dedicata all’artista più amato di ogni tempo, Vincent van Gogh. Quella presentata a Trieste è la cosiddetta “mostra dei record”, visitata in pochi mesi da 600.000 visitatori a Roma.
La mostra è arricchita da una presenza speciale: i due ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (i proprietari del caffè di Arles frequentato da Van Gogh), realizzati nel 1890 e conservati rispettivamente l’uno presso il Kröller-Müller Museum di Otterlo – prestatore di quasi tutte le opere presenti in mostra – e l’altra alla Galleria Nazionale di Roma. In occasione della mostra triestina i due coniugi, amici e ritratti da Van Gogh, si rincontrano e potranno stare nuovamente vicini.
Vincent Van Gogh, Il seminatore Arles, 17 – 28 giugno 1888 ca Olio su tela, 64,2×80,3 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
Vincent van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) ebbe una vita difficile, trascorsa sul filo della pazzia, inquieta ed errabonda, fino al tragico finale che lo portò al suicidio ad appena 37 anni. Come molti grandi artisti, la sua opera non fu compresa in vita ma oggi è l’artista più conosciuto al mondo, icona della storia dell’arte, amatissimo dal grande pubblico.
Nella mostra a Trieste saranno esposti oltre 50 capolavori di Van Gogh, arricchiti da ampi apparati didattici, video, sale emozionanti e scenografiche e molto altro.
Il percorso dell’esposizione racconta in modo approfondito i primi cinque anni di attività dell’artista, soffermandosi sugli scuri paesaggi della sua giovinezza, e sulle numerose figure dedite al lavoro della terra. Un nutrito numero di disegni è dedicato al tema dei seminatori, dei raccoglitori di patate, dei boscaioli. Ritrae contadine intente al duro lavoro nei campi o dedite a mansioni domestiche. Si avverte un grande amore per quel mondo, il suo mondo e allo stesso tempo una fiducia di natura religiosa per la vita di creature semplici la cui speranza è soprattutto nel futuro. La grandezza dell’artista si rivela nell’espressività dei volti, negli atteggiamenti dei corpi, nella fatica intesa come ineluttabile destino.
Gli anni che vanno dal 1881 al 1885 sono determinanti, contano più di quanto non appaia dalle opere stesse. Van Gogh si limita principalmente al disegno, è consapevole di dover avere pieno possesso degli strumenti tecnici per poter diventare un pittore, “non dovete pensare che io abbia messo da parte l’acquerello o la pittura. Certo che ci penso, ma il disegno è l’origine di tutto” e ancora “non ho mai rimpianto un solo istante il fatto di non aver cominciato subito facendo acquerelli e pittura. So per certo che arriverò se continuerò a lavorare nonostante le difficoltà, in modo che la mia mano non abbia incertezze nel disegno e nella prospettiva”.
Vincent Van Gogh Paesaggio con covoni e luna nascente 1889 Olio su tela, 72×91,3 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherland
Nei due anni di soggiorno parigino, 1886-1888, Vincent assorbe il clima artistico vitale della città, si lega ad artisti come Émile Bernard, Toulouse-Lautrec e Louis Anquetin. Definisce sé stesso e gli amici come gli artisti del Petit Boulevard, mentre riserva ai grandi protagonisti dell’Impressionismo come Monet, Degas, Renoir, Sisley e Pissarro l’appellativo di artisti del Grand Boulevard.
Conosce Gauguin appena tornato dalla Martinica, stringendo una grande amicizia che durerà diversi anni.
In mostra particolare enfasi è data a questo periodo, in cui Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante, che si rende evidente dopo il trasferimento ad Arles.
L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera sconvolgimenti emotivi ancora maggiori, che lo portano verso eccessi cromatici, che con la forza del tratto, delle vibranti e violente pennellate, rendono la rappresentazione della natura un esempio unico nella storia dell’arte.
L’esilio volontario nella primavera del 1888 nell’ospedale psichiatrico di Saint Paule de Mausole, vicino a Saint Remy sigla un periodo non sempre sereno ma artisticamente fecondo.
L’arte di Van Gogh tocca vertici fino ad allora mai raggiunti, individuando nel rapporto con la natura e con gli esseri umani nuove forme di bellezza. Ecco, quindi, che torna l’immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore.
E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto.
Negli ultimi tre mesi trascorsi a Auvers-sur-Oise, pur oscurati da una nube sempre presente, Van Gogh produce un gran numero di opere: ritrae persone vicine ma anche modelli occasionali, dipinge paesaggi e nature morte. Quanto al ritratto, afferma di volerlo esplorare in chiave moderna.
Il 29 luglio 1890, malgrado una stagione che lo vede attivissimo e realizzare un numero straordinario di opere, Van Gogh decide di porre fine alla sua esistenza.
Scheda
Titolo: Van Gogh
Dove: Museo Revoltella, Via Armando Diaz, 27, 34123 Trieste TS
Quando: fino al 30 giugno 2024
Orario: Dal lunedì alla domenica e festivi 9.00 -19.00 Martedì chiuso
Biglietti: Intero 16 euro, ridotto 14 euro
Info: T. +39 040 982781