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Un catalogo e una giornata dedicata al pittore dell’ “insolito quotidiano”

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Sergio Ceccotti compie 90 anni

Un catalogo e una giornata dedicata al pittore dell’ “insolito quotidiano”

Un “Catalogo Generale dei dipinti” dell’artista con 1.614 quadri pubblicato da LuoghInteriori. Il 7 maggio 2025, giorno del compleanno di Ceccotti, la Galleria Fidia di Roma esponendo una scelta di opere recenti celebra l’evento con una giornata dedicata al pittore romano

SERGIO CECCOTTI

SERGIO CECCOTTI Foto di Martina Ceccotti

In occasione del novantesimo compleanno di Sergio Ceccotti, pittore dell’”insolito quotidiano”, l’editore LuoghInteriori pubblica il “Catalogo Generale dei dipinti” dell’artista – 1.614 quadri – pubblicazione promossa dall’Unione Europea Esperti d’Arte, Ente accreditato presso il Ministero delle Imprese, a cura di Stefano Liberati, con testi di Giovanni Argan e Julie Borgeaud.

Mercoledì 7 maggio 2025, giorno del compleanno, la Galleria Fidia di Roma in Via Angelo Brunetti 49, esponendo una scelta di opere recenti celebra l’evento con una “Giornata Ceccotti” che culminerà alle ore 18.00 con un brindisi di champagne per festeggiare l’Artista.

Sergio Ceccotti, nato a Roma nel 1935, svolge la sua attività tra Roma e Parigi. Definito “détective de la quotidienneté” (J.L. Pradel 1977) e “artisan de l’énigme” (P. Roegiers 1987), Philippe Soupault ha coniato per la sua pittura la definizione di “insolite quotidien” proprio perché fa trasparire l’enigmatica ambiguità insita nella nostra quotidianità.

sergio ceccotti

Sergio Ceccotti, Complicazioni notturne, 2022, Olio su tela, 40 x 80 cm

Il “Catalogo Generale dei dipinti” di quasi trecento pagine racchiude tutti i dipinti ad olio su tela di Sergio Ceccotti dal 1958 al 2025 “… Entrando in casa di Sergio, quel giorno di cinquanta anni fa, mi sembrò di varcare un mondo di sogno. Nei suoi dipinti indugiai a scrutare gli ambienti silenti, le atmosfere rarefatte, i personaggi enigmatici che sembravano usciti da romanzi, da thriller, da sfuggenti lampi onirici. I paesaggi urbani mi apparivano immersi in una realtà immateriale, quasi metafisica, con le auto, i tram, le persone che passeggiano, si incontrano. Nella rappresentazione di alimenti e oggetti quotidiani riconobbi reminiscenze di Pop Art, tutto reinterpretato con dovizia di particolari […] ma anche libri, pacchetti di sigarette, giornali, banconote, fotografie, cellulari e non di rado pistole, sono inseriti nei suoi dipinti spesso come protagonisti, o “nascosti” all’interno di camere d’albergo o abitazioni inquietanti.” (S. Liberati).

Nel lontano 1958, Sergio Ceccotti intraprende ufficialmente il suo cammino artistico con il memento mori Cranio e bottiglia, un’opera frutto dell’incontro tra l’eredità cubista e l’estetica della grafica pubblicitaria dell’epoca. Come sottolinea nel testo in catalogo Giovanni Argan, “Nella prima metà degli anni ‘60, quando regnava l’informale e il realismo di matrice guttusiana rappresentava la principale alternativa, Ceccotti dimostrò di pensare fuori dagli schemi e di vedere oltre le mode, guardando all’eredità dell’espressionismo tedesco e della Nuova Oggettività. Si trattava di «una vera e propria fuga, una alternativa totale a tutto quello che si faceva in Italia”. Per Julie Borgeaud nel corso di questo decennio Ceccotti adotta anche una varietà di formati che apportano temporalità diverse agli spazi e ai soggetti trattati. L’artista prende infatti in prestito, per i suoi scenari, la scomposizione ritmica dei trittici verticali e stretti elaborata dai pittori della Nuova Oggettività, in particolare dal suo principale esponente, Otto Dix, che ha avuto l’occasione di incontrare personalmente.

sergio ceccotti

Sergio Ceccotti, Preparando la cena, 2024, Olio su tela, 81 x 100 cm

A metà degli anni Sessanta Ceccotti trova nel fumetto e poi nel cinema nuove fonti di ispirazione per la sua ricerca mentre, come evidenzia Giovanni Argan, gli anni ’70 segnano una svolta decisiva: l’artista raggiunge la piena maturità artistica, formulando la sua originale “cine-pittura”, intrisa di suspense e mistero, nella quale convergono metafisica e surrealismo. Negli anni Ottanta si impadronisce di schemi compositivi e di iconografie tipiche dei rebus perché “il Ceccotti enigmista è un inventore di rebus privi di soluzioni, che ci sprona a riflettere sull’illusorietà dei processi di razionalizzazione della realtà. All’enigma della vita, infatti, non c’è una risposta. E dietro le apparenti certezze che guidano le nostre esistenze, è sempre in agguato il mistero, pronto a stravolgerle.” (G. Argan).

sergio ceccotti

Copertina del catalogo

A partire dagli anni ‘90, le sue opere vengono selezionate per illustrare le copertine di romanzi detective e polizieschi, contribuendo a radicare nell’immaginario collettivo l’associazione tra l’estetica ceccottiana e la letteratura gialla.

Attraverso il “Catalogo generale dei dipinti”,ripercorrendo la sua intera carriera, emerge il profilo di un grande artista che ha saputo ammodernare la tradizione pittorica con una ricerca originale, incentrata sul citazionismo e sulla fusione di linguaggi artistici ‘alti’ e ‘popolari’. Con le sue opere enigmatiche, Ceccotti si è dimostrato un acuto interprete della società postmoderna e della relativa crisi delle certezze e dei valori assoluti.” (G. Argan).

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