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Venezia nel settecento. Una città cosmopolita e il suo mito

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TORINO, DAL 20 APRILE AL 3 SETTEMBRE

Venezia nel settecento. Una città cosmopolita e il suo mito

Il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto rende omaggio al mito della Serenissima con una mostra, curata da Laura Facchin, che intende raccontare la vita della città lagunare nell’ultimo periodo della sua fulgida storia, delineandone la società e mostrandone gli aspetti più affascinanti e curiosi

Michele Marieschi (Venezia, 1710- 1744), Veduta del Ponte di Rialto con il Palazzo dei Camerlenghi, 1741-1742 circa, Olio su tela, cm 54×70 – Milano, FAI – Fondo Ambiente Italiano, inv. C 472 DM05

A quasi un secolo di distanza dalla prima esposizione dedicata alla Venezia del Settecento, cui lo stesso Pietro Accorsi diede un rilevante contributo, la Fondazione Accorsi-Ometto è lieta di rendere omaggio al mito della Serenissima con una mostra, curata da Laura Facchin, che intende raccontare la vita della città lagunare nell’ultimo periodo della sua fulgida storia, delineandone la società e mostrandone gli aspetti più affascinanti e curiosi.

La produzione artistica veneziana del XVIII secolo è una delle più ricche, variegate e qualificate del panorama europeo. Ai margini della politica internazionale e della grande economia, la città punta sull’aura del suo plurisecolare primato nelle arti visive e musicali e su un’efficace strategia di immagine che ne fanno una delle mete più ambite e predilette del Grand Tour internazionale. Venezia diventa un punto di riferimento per l’Europa intera, in grado di attrarre non solo nobili aristocratici in cerca di svago, ma anche avventurieri, fuoriusciti politici e personaggi del mondo dello spettacolo bramosi di notorietà.

Il suo nome è associato al concetto di “prodotto di lusso”, tanto nei campi della pittura e della scultura quanto in quelli delle arti decorative: l’ebanisteria, i tessuti, i merletti di Burano e i vetri di Murano sono contraddistinti dall’alta qualità delle materie prime e dalla finezza della lavorazione. La maggior parte della sua produzione artistica, soprattutto la pittura, è destinata all’esportazione. Non deve, quindi, stupire la quasi totale assenza, in Venezia, di quadri che rappresentino i monumenti e i luoghi più significativi della città. Questi dipinti sono, infatti, indirizzati agli acquisti dei viaggiatori stranieri e alcuni pittori, quali Canaletto e il nipote Bellotto, trascorrono molti anni di attività all’estero.

Se i fasti della pittura veneziana inondano l’Europa, non meno brillanti sono gli esiti della musica e del teatro. La Venezia del Settecento conta ben diciassette teatri, oltre a sale da concerto, locali pubblici e privati detti “ridotti”, ove si esibisce l’orchestra tutta femminile diretta da Antonio Vivaldi, uno dei più fertili e originali compositori del Settecento.

Nel 1797, in seguito agli accordi di Campoformio, si conclude la millenaria storia della Serenissima Repubblica di San Marco: Napoleone, cedendo la città e buona parte dei territori di terraferma all’Austria, ne segna la fine. Ma prima di giungere a questa complessa e critica fase, Venezia si propone ancora sulla scena internazionale in una stagione di favolosa bellezza che questa mostra svela, attraverso una selezione di opere per lo più inedite, appartenenti a collezioni private e pubbliche.

Manifattura di Augsburg (Augusta), Centrotavola in argento, 1750-1760 Argento – Collezione Vimercati Sanseverino

La mostra è articolata in otto aree tematiche che si sviluppano, oltre che nei consueti spazi espositivi del Museo, anche in un percorso “diffuso” lungo le sale dedicate alla collezione permanente: LA CITTÀ NEL SETTECENTO: simboli e architetture; ARTE A VENEZIA: i grandi maestri; VENEZIA E I SUOI INTERNI: arte di vivere e società nel secolo dei Lumi; ARREDARE GLI SPAZI: mobili e oggetti d’arte a Venezia nel Settecento; LA MUSICA A VENEZIA: Antonio Vivaldi e la grande tradizione musicale veneziana; GLI EBREI A VENEZIA; LA PORCELLANA A VENEZIA: Geminiano Cozzi e l’arte di decorare la tavola

Scheda

Titolo: Venezia nel Settecento. Una città cosmopolita e il suo mito

Dove: Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto – Torino

Quando: dal 20 aprile al 3 settembre 2023

Apertura e Ingresso: Martedì, mercoledì e venerdì 10-18, Giovedì 10-20, Sabato, domenica e festivi 10-19. Lunedì chiuso. Ingresso euro 12, rid. euro 10

Info: tel. 011/837 688 int. 3, info@fondazioneaccorsi-ometto.it -biglietteria@fondazioneaccorsi-ometto.it – www.fondazioneaccorsi-ometto.it

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