A Palazzo Attems Petzenstein, una mostra leggera, coinvolgente e divertente sui mitici” Anni Sessanta, tempo di complessi mutamenti sociali e politici, ma anche di originali spinte creative e di un nuovo modo di vivere

Luigi Massoni, Toilette con poltroncina modello Dilly Dally, 1968, Poltrona Frau, struttura in legno con rivestimento in pelle, metallo cromato, ceramica, cristallo specchiato e ABS. Tolentino, Collezione permanente Poltrona Frau Museum © Courtesy Poltrona Frau Museum
Un decennio effervescente e controverso quello dei “mitici” Anni Sessanta. Tempo di complessi mutamenti sociali e politici, certo, ma anche di originali spinte creative e dell’imporsi di nuovi approcci e nuove visioni. A mutare è il modo di vivere, di abitare, lavorare, vestire, amare e gestire il tempo libero. A Milano nasce il Salone del Mobile, trionfano le materie plastiche che consentono ulteriore libertà creativa. Sono gli anni della plastica arancione, del design, delle più incredibili sperimentazioni. Fioriscono oggetti-icona destinati a connotare l’epoca e che, nel loro piccolo, mutano il mondo di vivere. Basti citare il mangiadischi che porta la musica ovunque si voglia: una piccola, enorme rivoluzione.

Sinistra Mini abito Missoni, 1967 – Destra Mini abito in due pezzi di Krizia, 1966

Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro, Seduta Sacco, 1968 (1969), Zanotta, nailpelle e palline di polistirolo espanso. Triennale Milano © Triennale Milano, foto Amendolagine Barracchia
“Italia Sessanta. Arte, moda e design. Dal Boom al Pop”, a Gorizia in Palazzo Attems Petzenstein fino al 27 ottobre, offre l’imperdibile opportunità di compiere un viaggio dentro quello che è uno dei grandi miti della storia recente.
La mostra, inappuntabile nei contenuti e nell’analisi storico critica, si annuncia leggera, divertente, coinvolgente.
Ad accogliere i visitatori sarà una sfavillante Ferrari 275 gtb del 1965, simbolo del design ma anche dell’imporsi della tecnologia Made in Italy.

Gio Ponti e Ambrogio Pozzi, Set di nove piatti serie Fantasia Italiana, 1967, Ceramica Franco Pozzi, terraglia policroma, 3×26,5×26,5 cm. Noleggiocose di Andrea Moscardi
Nel ’64 la Biennale di Venezia ufficializza la Pop Art, che con il Radical Design impone il primato della invenzione poetica sulla funzionalità. Intanto nuove figurazioni e forme, tra Pop e Op, nuovi materiali e nuove tecnologie si irradiano dagli epicentri di Milano e Roma alle periferie, crescendo modelli originali e avanzate sensibilità.
I creativi meticciamenti tra design, arte, moda, comunicazione, musica, spettacolo producono, e rendono popolari, oggetti come il telefono Grillo e la radio TS 502, entrambi di Zanuso, i televisori Brionvega, oggi oggetto del desiderio di ogni collezionista, la macchina da scrivere Valentine di Ettore Sottsass per Olivetti, tra i tanti. Il nuovo coinvolge tutte le arti applicate, dai vetri alle ceramiche.

Jeans ricamati e camicetta di Fiorucci, 1968-1969
E, naturalmente, la moda. In mostra abiti icona come il Pigiama Palazzo imposto da Irene Galitzine accanto agli abiti di Valentino, Capucci, Missoni, Pucci, Balestra e a borse e scarpe di Ferragamo, Gucci, Roberta di Camerino… Ma si assiste anche all’ingresso della plastica nella moda e l’influenza di Pop e Op, con le creazioni di Getulio Alviani e Germana Marucelli. Ad accogliere queste nuove creazioni sono case nuove e nuovi arredi, anch’essi spazi di sperimentazione e nuove visioni firmate da Joe Colombo, De Pas e D’Urbino, Giancarlo Piretti, Archizoom, Studio 65, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Vico Magistretti, Elio Martinelli, Umberto Riva, Gae Aulenti, Gino Sarfatti, Gio Ponti, Tobia Scarpa, tra i tanti.
Una sezione sarà dedicata alla “Britaly”, la British Invasion.
Dalla minigonna alla musica, all’arte: novità che l’Italia assorbe e ripropone con buon gusto e genialità.

Abito da sera di Valentino, 1969
Titolo: Italia Sessanta. Arte, Moda e Design. Dal Boom al Pop
Dove: Palazzo Attems Petzenstein, piazza Edmondo De Amicis 2 – Gorizia
Orari: mart-dom. 10-18. Chiuso lunedì. Ogni prima domenica del mese ingresso gratuito. Ingr. euro 6, rid. euro 3
Quando: fino al 27 ottobre 2024
Info: tel. 0481/385335, musei.erpac@regione.fvg.it – www.musei.regione.fvg.it