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Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno

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Parma, dal 29 marzo al 13 luglio 2025

Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno

Per la prima volta il Labirinto della Masone dedica una mostra a Luigi Serafini che intende ripercorrere la carriera dell’artista e lo fa rispettando l’unica cronologia da lui stesso mai accettata, ossia la tripartizione tra epoca pre-Codex, epoca Codex ed epoca post-Codex

Interno rosso con nuvole e mosca, 2020

Interno rosso con nuvole e mosca, 2020

Per la primavera 2025 il Labirinto della Masone dedica una mostra a Luigi Serafini: Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno apre al pubblico il 29 marzo e chiuderà il 13 luglio, ed è a cura della Fondazione Franco Maria Ricci insieme all’artista stesso, che per queta sede espositiva, cui è particolarmente legato, ha ideato un percorso originale e un allestimento site-specific.

Il 2025 segna il decimo anno dalla nascita del Labirinto e in occasione di questo anniversario la mostra vuole essere un vero e proprio ritorno alle origini, poiché fu Franco Maria Ricci l’editore che per primo, nel 1981, pubblicò il Codex Seraphinianus di un allora sconosciuto Luigi Serafini. 

Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno intende ripercorrere dunque la carriera dell’artista, e lo fa rispettando l’unica cronologia da lui stesso mai accettata, ossia la tripartizione tra epoca pre-Codex, epoca Codex ed epoca post-Codex. Dal celebre Serafini al più intimo Luigi, il percorso accompagna alla radice del sogno, inseguendo le ispirazioni del mondo reale che la sua immaginazione ha poi sviluppato nei folli mondi di quest’opera unica.

 

Suonatore di violarpo, 2024

Suonatore di violarpo, 2024

Telequadrro con Sign. Tomatoide n.25, 2019

Telequadrro con Sign. Tomatoide n.25, 2019

Un’importante sezione della mostra al Labirinto si concentrerà sulla “preistoria” serafiniana, su quel che ha preceduto la stesura del CodexSarà presente la prima opera compiuta dall’artista, che raffigura la casa di famiglia a Pedaso nelle Marche; il rapporto con questo luogo, di cui Luigi Serafini ama definirsi aborigeno, ha segnato profondamente il suo immaginario estetico e poetico, che sarà documentato attraverso opere e testimonianze del tutto inedite, ignote anche ai grandi appassionati dell’artista. Sempre a questa fase “ab-origena” risalgono anche gli anni degli studi di architettura e di un importante viaggio in America, che pure saranno documentati.

Tavola originale del Codex Seraphinianus, 1979

Tavola originale del Codex Seraphinianus, 1979

Si arriva quindi all’epoca Codex, universalmente riconosciuto come il capolavoro di Serafini: la meticolosa ma delirante enciclopedia di un mondo che non esiste, scritta in una lingua che non esiste, chiarissima ma incomprensibile. L’edizione Ricci del 1981 rimane un tesoro bibliofilo, e da subito l’opera serafiniana ha destato l’interesse di personaggi del calibro di Italo Calvino o di registi cinematografici come Federico Fellini e Tim Burton, per citare solo tre nomi. In mostra ampio spazio sarà dedicato a quest’opera straordinaria, attraverso un’immersione, appositamente ideata da Maddalena Casalis in collaborazione con Luigi Serafini stesso, nelle tavole che lo costituiscono, accostate a sculture che portano nel mondo tridimensionale le visioni di quelle pagine.

Tavola originale del Codex Seraphinianus, 1979

Tavola originale del Codex Seraphinianus, 1979

Nell’ epoca post-Codex rientrano tutte le opere realizzate successivamente fino ai giorni nostri, raccolte in un’unica fase creativa che ha poco senso periodizzare e segmentare in quanto già tutta contenuta nella precedente, ossia in quell’Altro Universo che Italo Calvino nel primo numero della rivista FMR di Franco Maria Ricci così riassumeva, dando lo spunto per il titolo della mostra: “Direi che le immagini che più scatenano il raptus visionario di Serafini sono tre: lo scheletro, l’uovo, l’arcobaleno“.

Chiudono il progetto alcuni esempi di quel che è stato il post-Codex tra sculture, dipinti e fotografie. Si potrà vivere inoltre l’esperienza di entrare nella casa romana dell’artista, la Domus Seraphiniana, che proprio in questi mesi è al centro dell’attenzione pubblica perché rischia drammaticamente di scomparire.

 

Il giocatore di Zardo, 2025

Il giocatore di Zardo, 2025

Rimandi e allusioni, citazioni ironiche ed autoironiche, scherzi e trabocchetti mentali, folgorazioni e amnesie, colpi e strizzate d’occhio, salti, scavi, abbagli condurranno il visitatore a perdersi in un mondo stralunato e geniale, in un percorso che, come è naturale per il Labirinto e in riferimento alla mente labirintica dell’artista, non sarà meccanicamente cronologico ma presenterà la tripartizione serafiniana con originalità e ironia: Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno è l’occasione imperdibile per scoprire o riscoprire l’incredibile artista che è Luigi Serafini.

In occasione della mostra sarà pubblicato un omonimo volume edito da Franco Maria Ricci.

Scheda Tecnica mostra:

Titolo: Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno 

Dove: Labirinto della Masone, Strada Masone 121, Fontanellato (PR)

Quando: Dal 29 marzo al 13 luglio 2025

Orario: Fino al 30 marzo 2025 la mostra è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 9.30 alle 18.00. Dal 31 marzo 2025 la mostra è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10.30 alle 19.

Biglietto: L’accesso in mostra è incluso nel biglietto d’ingresso del Labirinto della Masone (intero 20 euro)

Info: Telefono: 0521827081 – Mail: labirinto@francomariaricci.com

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