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Michelangelo e il Potere

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FIRENZE, FINO AL 26 GENNAIO 2025

Michelangelo e il Potere

La mostra al secondo piano di Palazzo Vecchio si articola con un percorso di più di 50 opere tra sculture, dipinti, disegni, lettere autografe e calchi in gesso

PIER SIMONE VANNETTI - Ritratto del preposto Niccolò Ridolfi - 1723 - olio su tela - Prato, Capitolo della Cattedrale di Santo Stefano

PIER SIMONE VANNETTI – Ritratto del preposto Niccolò Ridolfi – 1723 – olio su tela – Prato, Capitolo della Cattedrale di Santo Stefano

Fino al 26 gennaio 2025 Palazzo Vecchio accoglie la mostra Michelangelo e il Potere, a cura di Cristina Acidini e Sergio Risaliti, promossa dal Comune di Firenze in collaborazione con Fondazione Casa Buonarroti e organizzata dalla Fondazione MUS.E. Il progetto e la direzione dell’allestimento sono curati dall’architetto Guido Ciompi, in collaborazione con l’architetto Gianluca Conte dello studio Guido Ciompi & partners.

Michelangelo e il Potere si sviluppa al secondo piano di Palazzo Vecchio, tra la Sala delle Udienze e la Sala dei Gigli, con un percorso di più di cinquanta opere: sculture, dipinti, disegni, lettere autografe e calchi in gesso – frutto di eccezionali prestiti da prestigiose istituzioni come le Gallerie degli Uffizi, i Musei del Bargello, la Fondazione Casa Buonarroti, la Fundación Colección Thyssen – Bornemisza e le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, per citarne solo alcuni – scelti per illustrare il rapporto di Michelangelo con il potere, la sua visione politica e la sua determinazione nel porsi alla pari con i potenti della terra.

DA MICHELANGELO BUONARROTI - Notte - 2010 - calco (di Rocco Spina) in gesso - Firenze, Gipsoteca del Liceo Artistico Statale di Porta Romana di Firenze e Sesto fiorentino

DA MICHELANGELO BUONARROTI – Notte – 2010 – calco (di Rocco Spina) in gesso – Firenze, Gipsoteca del Liceo Artistico Statale di Porta Romana di Firenze e Sesto fiorentino

“È motivo di grande orgoglio ospitare a Palazzo Vecchio una mostra incentrata sul ‘maestro’ Michelangelo Buonarroti” ha sottolineato la sindaca Sara Funaro. “Le opere esposte disegnano un percorso inedito e immersivo dedicato ad approfondire un aspetto particolare dei suoi lavori, ovvero il suo rapporto con il potere, a volte complicato, altre volte conflittuale, altre volte ancora sinergico”.

“Anche le opere d’arte più celebri e i documenti più noti possono esprimere nuovi significati, quando vengono inseriti in un contesto che esalta certi loro aspetti, abitualmente difficili da percepire” ha commentato Cristina Acidini, curatrice della mostra. “È quel che accade con questa mostra, che Sergio Risaliti ha progettato con cura e che, con tutti gli esperti della Casa Buonarroti, volentieri abbiamo sostenuto con prestiti di disegni e documenti michelangioleschi: perché la sede stessa di Palazzo Vecchio, dalle origini medievali a oggi sede del potere cittadino, invita a rileggere in questa chiave la vita e le opere di Michelangelo, a partire dal Bruto, che prima ancora d’essere un capolavoro è una dichiarazione di schieramento politico”.

DA MICHELANGELO BUONARROTI - Bacco con satiro - 2008 - calco in gesso - Pietrasanta, Laboratorio di scultura Massimo Galleni

DA MICHELANGELO BUONARROTI – Bacco con satiro – 2008 – calco in gesso – Pietrasanta, Laboratorio di scultura Massimo Galleni

SCULTORE FIORENTINO - Testa di fauno - fine XV secolo - primo quarto XVI secolo circa - marmo, Parigi, collezione Guy Ladrière

SCULTORE FIORENTINO – Testa di fauno – fine XV secolo – primo quarto XVI secolo circa – marmo, Parigi, collezione Guy Ladrière

“Non c’è stato artista che come Michelangelo abbia avuto nella sua vita rapporti così stretti e così continui con i potenti della terra” ha proseguito Sergio Risaliti, curatore della mostra. “Da Lorenzo il Magnifico a papa Paolo III, da Giulio II, il papa guerriero, a Cosimo I, duca di Firenze, che tentò invano di far tornare Michelangelo vivente in città. La familiarità del Buonarroti con le grandi personalità del suo tempo – papi, re, illustri letterati e filosofi, principi e cardinali – è stata a dir poco inusuale e appare ai nostri occhi sorprendente.”

Vera e propria star della mostra è il celebre busto di Bruto, eccezionalmente concesso in prestito dal Museo Nazionale del Bargello e per la prima volta nella storia esposto a Palazzo Vecchio. La collocazione della scultura del Bruto all’interno del palazzo del governo fiorentino si ammanta di un fortissimo significato politico, esplicitando il confronto fra il pensiero politico di Michelangelo e il potere mediceo. Ritratto ideale del tirannicida, si può ritenere un manifesto politico a tutti gli effetti.

GIULIANO BUGIARDINI - Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Innocenzo Cybo - olio su tela - Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini

GIULIANO BUGIARDINI – Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Innocenzo Cybo – olio su tela – Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini

Il busto fu ispirato all’artista da Donato Giannotti, che era tra i maggiori esponenti di quel partito di esuli fiorentini rimasti fedeli alla repubblica e nemici dei Medici, diventati padroni assoluti di Firenze dopo l’assedio nel 1530: il Bruto sarebbe stato scolpito dopo l’uccisione del duca Alessandro il Moro, pugnalato il 6 gennaio 1537 dal cugino Lorenzino de’ Medici, detto Lorenzaccio, che venne salutato come eroe della Libertas comunale dagli esuli fiorentini; oppure, secondo un’ipotesi alternativa, sarebbe da datarsi dopo l’assassinio di Lorenzaccio avvenuto a Venezia il 26 febbraio 1548 per mano di sicari inviati da Cosimo I.

CRISTOFANO DI PAPI DELL’ALTISSIMO Ritratto di Vittoria Colonna - ante 1568 - olio su tavola - Firenze, Gallerie degli Uffizi

CRISTOFANO DI PAPI DELL’ALTISSIMO Ritratto di Vittoria Colonna – ante 1568 – olio su tavola – Firenze, Gallerie degli Uffizi

La scultura del Bruto nasceva come un omaggio da parte del Giannotti al coltissimo cardinale Niccolò Ridolfi, figura di spicco tra i fuorusciti fiorentini e sostenitore di un modello governativo repubblicano di impianto popolare, che aveva esaltato Lorenzino de’ Medici quale “novello Bruto”. Lo sguardo fiero del Bruto, uccisore di Cesare, ricorda per fuoco interiore quello del David di piazza Signoria e con quello può aver condiviso, nelle intenzioni dell’artista e dei committenti, la funzione simbolica di difensore della repubblica fiorentina.

L’allestimento in Sala dei Gigli intende ricreare il fitto reticolo di incontri, confronti e scontri di Michelangelo con il potere, disegnando una sorta di costellazione di ritratti di uomini e donne illustri, tutti ruotanti intorno al Ritratto dell’artista eseguito dall’amico Giuliano Bugiardini, posizionato al centro della grande parete come ‘astro sfolgorante’. Qui si susseguono i ritratti di Girolamo Savonarola di Fra’ Bartolomeo e di Pier Soderini attribuito a Ridolfo del Ghirlandaio, oltre a quelli di Cosimo I in armatura di Agnolo Bronzino, di Vittoria Colonna, del Cardinale Reginald Pole in conversazione con Paolo III e quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Innocenzo Cibo, sempre del Bugiardini. La ‘quadreria’ rende con evidenza plastica il magnetismo esercitato a 360 gradi da Michelangelo e dalle sue opere.

AGNOLO BRONZINO E BOTTEGA - Ritratto di Alessandro de’ Medici - 1565 ca. olio su stagno - Firenze, Gallerie degli Uffizi

AGNOLO BRONZINO E BOTTEGA – Ritratto di Alessandro de’ Medici – 1565 ca. olio su stagno – Firenze, Gallerie degli Uffizi

A rappresentare i diversi rapporti di Michelangelo con i potenti incontrati nella sua lunga vita, sono esposte altre importanti opere. Sono molte quelle concesse da Fondazione Casa Buonarroti, tra cui un disegno raffigurante un Torso di nudo di spalle, studio per la Battaglia di Cascina (che rinvia alla committenza di Pier Soderini, il gonfaloniere che volle il David ai piedi del palazzo del governo), ben quattro Disegni di fortificazioni, eseguiti dall’artista nel periodo dell’assedio di Firenze al servizio della Repubblica, e due Disegni progettuali per il complesso di San Lorenzo, uno per la facciata della Basilica e l’altro per la Biblioteca Laurenziana, che narrano invece il suo rapporto con i papi Medici, Leone X e Clemente VII. A questo importantissimo nucleo di disegni si aggiunge la Pianta della Basilica di San Pietro, conservata alle Gallerie degli Uffizi, impresa che tenne occupato Michelangelo per molti anni dal 1546 e fino alla morte nel 1564, in un confronto non sempre facile con ben quattro papi da Paolo III fino a Pio IV.

Per dare contezza delle storie leggendarie, relative a due opere giovanili perdute, del Fauno e dell’Amorino dormiente, sono esposte due sculture in marmo inedite attribuibili a scultori del Cinquecento, di collezioni private.

Di grande suggestione è la presentazione di una sorta di gipsoteca dedicata a Michelangelo, con calchi di alcune delle sue opere maggiori, legate tutte per varie ragioni ai rapporti dell’artista con i grandi dell’epoca.

Scheda tecnica mostra:

Titolo: Michelangelo e il Potere

Dove: Palazzo Vecchio, P.za della Signoria, 50122 Firenze FI

Quando: fino al 26 gennaio 2025

Orario: lun-dom: 9-19

Biglietti: intero 17.5 euro, ridotto: 15 euro

Info:  T: 055 276 8325

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