In mostra a Palazzo Lanfranchi più di 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni
Osvaldo Peruzzi, Battaglia aeronavale, 1939 olio su tavola, cm 93 × 70 Collezione privata. Dalla mostra di Matera
È stata inaugurata nei giorni scorsi a Matera, al Museo nazionale, alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e del Direttore generale Musei, Massimo Osanna, la mostra “Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento”. La mostra è ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara e curata da Massimo Duranti, promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto – Museo nazionale Collezione Salce.
Ad essere proposti a Palazzo Lanfranchi sono più di 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni. Dal Museo nazionale Collezione Salce sono giunti alla mostra di Matera ben 25 manifesti futuristi, a conferma della collaborazione tra il Museo nazionale di Matera e la Direzione regionale Musei Veneto intorno al progetto “Futurismi”.
Tullio Crali, Ali tricolori, 1932 olio su tavola, cm 72 × 55,5 Collezione privata
“Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità – ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.
Per il Direttore generale Musei, Massimo Osanna: “La vocazione del Museo nazionale di Matera come centro di ricerca e memoria della tradizione storica e culturale del Meridione trova piena espressione nella mostra dedicata al Futurismo. L’esposizione focalizza l’apporto degli artisti del Mezzogiorno nella nascita e nello sviluppo di questa importante esperienza artistica del secolo scorso. La collaborazione del Museo nazionale di Matera con la Direzione regionale Musei Veneto e la pluralità dei prestatori rappresentano le potenzialità del lavoro corale e dello spirito di cooperazione che anima il Sistema museale nazionale”.
Enrico Prampolini, Costruzione spaziale-paesaggio, 1919 olio su tela, cm 47 × 47,3 Collezione privata, Roma – Courtesy Futur-ism Roma. Dalla mostra di Matera
“Una rilettura del ruolo avuto dal Mezzogiorno nella diffusione ed elaborazione del Movimento che vuole riprendere il discorso dell’Italia, dalla Campania e dall’Abruzzo in giù e fino alle isole maggiori, come il più grande ‘luogo’ del Futurismo, luogo animato non solo dai futuristi nati e vissuti nel Mezzogiorno, ma anche da tutti i futuristi italiani che negli eventi e manifestazioni svoltesi nel Meridione parteciparono attivamente da protagonisti, comprimari e attori”, evidenzia la direttrice del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro.
Accanto ai nomi dei protagonisti Boccioni, nativo della Calabria, Balla, Severini, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, Benedetta ci sono anche quelli di personaggi meno noti, ma non meno significativi come Roherssen, Bologna e Castellana.
Umberto Boccioni Copertina per “Musica futurista di Balilla Pratella”, 1912 tempera e inchiostro su carta, cm 53 × 39 Collezione privata, Torino
Per quanto riguarda gli aeropittori, saranno presenti opere di numerosi futuristi le cui peculiarità furono declinate da Marinetti stesso nel 1939: Prampolini e Crali inseriti nella “Aeropittura stratosferica cosmica biochimica”; Fillia e Diulgheroff nell’ “Aeropittura essenziale, mistica ascensionale simbolica”; Dottori, Benedetta, Bruschetti, Peruzzi, Tano e Angelucci in quella trasfiguratrice lirica spaziale; Tato nella “sintetica e documentaria”. Opere di Dottori, Fillia e Bruschetti rappresentano l’Arte Sacra Futurista, codificata dal manifesto del 1931.
Oltre all’Aeropittura, negli sviluppi futuristi si manifesta la tendenza meccanicistica che viene rappresentata da opere di Depero, Pannaggi e Prampolini che manifesterà poi l’idealismo cosmico, presupposto dell’astrattismo. Particolare attenzione è riservata in mostra, guardando specificatamente al Meridione, ai “Circumvisionisti”, il gruppo dei futuristi campani attivi già dal 1914: pittori, poeti paroliberi, scrittori e intellettuali che animarono la presenza futurista a Capri e Napoli. Vengono così presentate opere dei fratelli Francesco e Pasqualino Cangiullo, Buccafusca, Cocchia, Peirce, Lepore, Maino protagonisti di un percorso culturale che dal Futurismo giunge al teatro napoletano di Antonio De Curtis.
Un focus è riservato al contributo al Futurismo della Lucania: ad essere esposte sono due rarissime opere di Joseph Stella, nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a 19 anni negli Stati Uniti, definito “il primo futurista d’America”.
Ambrosi, Seconda squadra atlantica su New York, 1933, olio su tavola. Dalla mostra di Matera
Scheda
Titolo: Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del movimento
Dove: Museo nazionale di Matera – Palazzo Lanfranchi, Piazza G. Pascoli, 1 – Matera
Quando: dal 20 ottobre al 10 gennaio 2024
Orari: 9-20. Ingresso euro 5
Info: tel. +39 0835/310058, mn-mt@pec.cultura.gov.it – www.museonazionaledimatera.it