Fino al 13 novembre 2025, la Sala delle Esposizioni della prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno a Firenze ospita la prima grande retrospettiva in Italia dedicata all’artista franco-croato

Di Andrea Schillaci
Curata da Roberta Trapani e Pietro Nocita, questa mostra dedicata a Slavko Kopač (1993-1995), figura centrale della Compagnie de l’Art Brut, primo conservatore della Collection de l’Art Brut fondata da Jean Dubuffet, segna il suo ritorno a Firenze dopo la personale del 1945 presso la Galleria Michelangelo in via Porta Rossa, offrendo un’occasione unica per riscoprire un’opera straordinaria e una figura enigmatica e complessa. Molto amato da André Breton, Jean Dubuffet e Michel Tapié, Kopač ha saputo incarnare lo spirito innovativo e interdisciplinare di un’epoca di rinascita culturale dalle macerie del dopoguerra.
Kopač si formò in un ambiente accademico rigoroso, esordendo con opere segnate da una fedele adesione ai canoni del Naturalismo. Tuttavia, il suo linguaggio artistico si evolse rapidamente, liberandosi dalle regole della tradizione e superando anche le suggestioni impressioniste, per abbracciare una visione espressiva più autonoma e sperimentale. La sua ricerca lo spinse oltre i confini della rappresentazione convenzionale, portandolo a esplorare materiali inusuali e tecniche eterogenee, in un dialogo continuo tra materia e immaginazione, forma e intuizione poetica.

Durante la prima metà del XX secolo, molti artisti volsero la loro attenzione alle produzioni delle culture non occidentali e all’arte degli autodidatti, riconoscendole come espressioni autentiche e non mediate dalle convenzioni accademiche, capaci di rivelare una dimensione archetipica e universale del linguaggio artistico. L’arte di Slavko Kopač può essere compresa all’interno di questo contesto culturale e concettuale, interpretata alla luce degli studi di Bataille sull’informe e il sacro, di Freud e Jung sull’inconscio, del concetto di “bricolage” teorizzato da Lévi-Strauss e della riflessione di Huizinga sul gioco come fondamento della cultura umana, sviluppati nel primo trentennio del XX secolo.
Come Jean Dubuffet, André Breton o Max Ernst, Kopač sviluppa un linguaggio visivo che attinge alle radici archetipiche dell’esperienza umana. Il suo lavoro nasce da una tensione creativa che riflette il disordine del dopoguerra e, al contempo, un bisogno profondo di riconnettersi all’essenza ludica, istintiva e collettiva dell’arte, intesa come atto universale e fuori dal tempo.

Jean Dubuffet and Slavko Kopač
La mostra si articola attorno a due momenti centrali: il periodo fiorentino, tra il 1943 e il 1948, segnato dalla guerra e dalla ricostruzione, durante il quale Kopač elaborò un linguaggio espressivo originale che lo impose rapidamente sulla scena artistica internazionale; e il periodo parigino, in cui l’artista si affermò come figura chiave al crocevia tra surrealismo, arte informale e art brut — non come autore di quest’ultima, ma come suo strenuo difensore e promotore.
Tra le oltre cento opere esposte emergono lavori emblematici come Graffiti (1949) – manifesto della poetica di Kopač che anticipa le ricerche estetiche dei decenni successivi – e Cavalli (1948), olio del periodo fiorentino in cui si riconosce già l’interesse per il parietale e il rupestre, restituiti con lo stile sognante di quegli anni turbolenti. Sono presenti anche le tele materiche degli anni Sessanta, tra cui Le Gemelle e Lupo Mannaro, insieme a lavori che riflettono la costante fascinazione dell’artista per l’archetipo del femminile, al contempo generativo e tutelare. In questo ambito si colloca la serie delle Maternità, della quale un magnetico disegno a inchiostro e pastello su carta figura sulla locandina della mostra.
Questa retrospettiva mette in evidenza la forza creativa e il dialogo tra linguaggi che hanno segnato il secondo dopoguerra, restituendo l’eredità di una stagione artistica che continua a influenzare profondamente l’arte contemporanea.
https://www.slavkokopac.com/


Scheda tecnica mostra:
Titolo: SLAVKO KOPAČ. Il tesoro nascosto. Arte informale, surrealismo, art brut
Dove: Accademia delle Arti del Disegno | Sala delle Esposizioni, Via Ricasoli 68, Firenze
Quando: fino al 13 novembre 2025
Orario: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Lunedì chiuso.
Biglietti: Ingresso gratuito
Info: sito: https://www.slavkokopac.com/