Milano celebra l’artista del Quarto Stato, a più di un secolo dall’ultima e unica mostra a lui dedicata. L’esposizione documenta l’intero percorso dell’artista, dalla formazione realistica alla grande avventura divisionista
A più di un secolo dall’ultima e unica mostra monografica dedicata all’artista piemontese, realizzata nel 1920 alla Galleria Pesaro, Milano ripercorre la vicenda artistica e biografica di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907) in un’esposizione ideata dalla Galleria d’Arte Moderna che di lui conserva, oltre al suo capolavoro, il Quarto Stato, opere altrettanto significative della sua produzione artistica.
La mostra, curata da Aurora Scotti e Paola Zatti, presenta quaranta opere tra dipinti e disegni provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e straniere, e un numero molto significativo di capolavori, considerando la breve vita dell’artista, morto a soli 39 anni.
Articolata nelle cinque sale al pianoterra della Villa Reale riservate alle mostre temporanee di GAM e nella sala del Quarto Stato al primo piano del museo, l’esposizione documenta l’intero percorso dell’artista, dalla formazione, avvenuta nei confini di un realismo che soprattutto nella ritrattistica Pellizza riuscì a interpretare con carattere e sicurezza, alla grande avventura divisionista, in una riflessione condivisa con gli altri grandi interpreti (da Previati a Grubicy, da Segantini a Morbelli) e sperimentatori di una tecnica destinata a imprimere un segno profondo nella generazione successiva, in particolare nell’avanguardia futurista.

Giuseppe Pellizza da Volpedo “Pontecastello” 1904, olio su tela, 53 x 74,2 cm, Collezione privata, Courtesy Gallerie Maspes, Milano
Il ritorno del Quarto Stato alla GAM, nel luglio 2022, dopo un periodo di esposizione al Museo del Novecento, è stata l’occasione per riflettere sul valore complessivo di Pellizza da Volpedo nell’ambito dell’esperienza divisionista, anche grazie alla possibilità di un confronto diretto, nelle sale del museo, con alcuni capolavori assoluti della sua epoca, in particolare le grandi rappresentazioni di Gaetano Previati e Giovanni Segantini. Un confronto che spazia anche oltre la sperimentazione della tecnica pittorica, documentando i soggetti più tipici della pittura a cavallo tra i due secoli, da quelli legati al realismo sociale alle complesse tematiche ispirate dalle riflessioni di influenza simbolista.

Giuseppe Pellizza da Volpedo “L’amore nella vita” (pannello centrale) (1901/1904), olio su tela, diametro 102,8 cm, Torino, GAM-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris. Su concessione della Fondazione Torino Musei (foto: Studio Fotografico Gonella 2021)
Attorno al Quarto Stato, in una ricostruzione inedita e di grande impatto, sono esposti alcuni dei grandi cartoni preparatori, documentando da un lato la genesi dell’opera e dall’altro il legame dell’artista con la grande arte del passato, che Pellizza riesce a rievocare secondo una prassi tutta ottocentesca in un soggetto pieno del suo tempo.

Giuseppe Pellizza da Volpedo “La neve” 1905-1906 circa, olio su tela, 94 x 94 cm, Collezione Gaetano e Pietro Marzotto, Courtesy Gallerie Maspes, Milano
Scheda
Titolo: Pellizza da Volpedo (1868-1907) I capolavori
Dove: GAM-Galleria d’Arte Moderna, Via Palestro 16.
Orari: mart-dom. 10-17.30
Quando: fino al 25 gennaio 2026
Info: c.gam@comune.milano.it – www.gam-milano.com