L’opera restaurata è ora esposta in una nuova sala insieme a due capolavori di Granacci e dei Sangallo
Michelangelo, Dio Fluviale, Accademia delle Arti del Disegno. Foto Elena Foresto
Il Dio Fluviale di Michelangelo torna finalmente a casa. L’opera, concepita per le tombe medicee nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo, fu donata all’Accademia delle Arti del Disegno da Bartolomeo Ammannati nel 1583 per favorire lo studio dei giovani artisti, e viene ora riallestita nella sede dell’Accademia, in una sala appositamente progettata per esaltarne il valore artistico e culturale.
Il recupero del capolavoro michelangiolesco è stato fortemente voluto dal Segretario Generale Giorgio Bonsanti, che ha seguito con costanza le vicende del modello negli ultimi anni, e condiviso dalla Presidente Cristina Acidini, che ha condotto con successo la campagna di raccolta fondi che lo ha reso possibile (Segretario tecnico Enrico Sartoni, assistente Laura Turchi). Il nuovo allestimento porta la firma degli architetti David Palterer e Norberto Medardi di P&M Architecture.
Dio Fluviale di Michelangelo prima il restauro
Dio Fluviale di Michelangelo dopo il restauro
Il Dio Fluviale è un modello a grandezza naturale concepito intorno al 1526-1527 per la Sagrestia Nuova di San Lorenzo, dove Michelangelo stava realizzando le tombe di Giuliano e Lorenzo de’ Medici, uno dei cantieri più prestigiosi della Firenze rinascimentale. La figura rappresenta un Dio Fluviale antropomorfo, con richiami alla scultura classica, concepito come complemento ai celebri Giorno e Notte scolpiti per il sepolcro di Lorenzo duca d’Urbino.
La statua avrebbe dovuto essere collocata ai piedi del monumento, in una posizione distesa e maestosa, a suggellare il complesso con un forte rimando simbolico alla vita che scorre. Il progetto rimase incompiuto e il modello, realizzato in terra cruda, fibre vegetali e animali, caseina e un’anima di filo di ferro, sopravvisse oltre le attese. La sua conservazione fino a oggi è un fatto straordinario: testimonia il metodo creativo di Michelangelo, fatto di continue prove, tensione anatomica e forza progettuale.
Il restauro e la nuova collocazionePer lungo tempo le difficoltà tecniche e concettuali del restauro, consigliarono di non eseguire l’intervento. La svolta arrivò nel 2015, quando la richiesta di prestito per la mostra I Medici e le Arti a Firenze nel secondo Cinquecento(Palazzo Strozzi, 2017-2018) rese necessario un intervento radicale.Il restauro, affidato a Rosanna Moradeidell’Opificio delle Pietre Dure e da lei terminato con il sostegno dei Friends of Florence, sotto la direzione di Giorgio Bonsantie di Laura Speranzadell’Opificio,si svolse tra il 2015 e il 2017. Dopo un trattamento anti tarlo, si lavorò sulla struttura internae sulle superfici esternecon consolidamenti mirati, mentre la superficie stessa fu liberata dalla bronzatura antica. Trattamenti di microaspirazione e pulitura mediante applicazioni di solvent-gelrestituirono la matericità originaria, senza cancellare le tracce del tempo e degli interventi precedenti. Al termine dell’esposizione a Palazzo Strozzi, il modello fu trasferito nella sede di via Orsanmichele, dove è rimasto protetto nella cassa di movimentazione fino all’ultimazione della nuova sala espositiva
Michelangelo, Dio Fluviale, Accademia delle Arti del Disegno. Foto Elena Foresto
La nuova sala non accoglie soltanto il Dio Fluviale. Al fianco dell’opera michelangiolesca sono una lunetta di Francesco Granacci e un Crocifisso ligneo della Bottega dei Sangallo, entrambe conferite all’Accademia agli inizi dell’Ottocento.
La Lunetta di Granacci con l’Adorazione dei Pastori (c. 1500) è testimonianza del sodalizio artistico e personale che legò il pittore a Michelangelo fin dagli anni della giovinezza. Il recente restauro ne ha riportato in luce la brillantezza cromatica.
Il Crocifisso ligneo (c. 1510-1520), trasferito dalla Cappella di San Luca, è invece uno dei rari esemplari di grandi dimensioni della Bottega dei Sangallo giunti fino a noi, e il più significativo per qualità e stato di conservazione. Anche in questo caso, il restauro ha eliminato la totale ridipintura scura, restituendo la policromia originale, perfettamente conservata in tutta la sua luminosità.
La riapertura a partire dal 19 ottobre 2025 ha segnato un momento di grande rilievo per la città e per la storia dell’Accademia delle Arti del Disegno. L’allestimento non è solo la restituzione al pubblico di un’opera rara e fragile, ma anche il compimento di un percorso di tutela, studio e valorizzazione durato secoli. Con il Dio Fluviale, l’Accademia riafferma la propria vocazione originaria: custodire e trasmettere l’eredità dei grandi maestri della tradizione toscana, mettendola a disposizione delle generazioni future.
Il nuovo assetto della sala ed il suo allestimento sono stati resi possibili dalla disponibilità di generosi donatori, cui si devono contributi sia tecnici sia in denaro, fra i quali menzioniamo in primo luogo la
Scheda
Titolo: Il Dio Fluviale di Michelangelo
Quando: dal 19 ottobre apertura al pubblico
Dove: Presso Accademia delle Arti del Disegno, Via Orsanmichele 4, Firenze
Info: Tel. 055 219642, info@aadfi.it – www.aadfi.it


