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La raccolta di set per il sale e il pepe di Nadine Pavlov

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SALE e PEPE Siamo la coppia più bella del mondo

La raccolta di set per il sale e il pepe di Nadine Pavlov

di Domizia DaliaPubblicato su COLLEZIONARE  Marzo/Aprile 2021

Nadine Pavlov, collezionista americana originaria di San Pietroburgo, ci racconta la sua raccolta di set per il sale e il pepe

American breakfast, anni sessanta

Una coppia strana, divertente e spesso colorata. Stiamo parlando di saliere e pepiere che da un secolo adornano le nostre tavole. Considerati spesso oggetti di poco conto, in realtà vengono ricercati da molti collezionisti in tutto il mondo. Non dobbiamo pensare ad ammennicoli semplici, ma a dei veri e propri piccoli capolavori di ingegno. Ogni produttore, nel tempo, si è sbizzarrito con la fantasia creando dei set spesso sorprendenti. Fin dagli anni Venti infatti, molti produttori di raffinate porcellane hanno deciso di dedicare una parte della produzione alla realizzazione di set per sale e pepe. Tra i più famosi sicuramente quelli del produttore tedesco Goebel, che a partire dal 1925 ha incominciato a lanciare questo bizzarro prodotto, arrivando ai celebri “shaker Hummel” del 1935, oggi particolarmente ricercati.
La storia dei salt& pepper shakers – all’ingese – è inaspettatamente affascinate; osservando infatti, una collezione ben costruita è possibile ripercorrere le fasi storiche di un Paese o semplicemente di una città, film, sport, celebrazioni e tanto altro ancora. Oggetti di poco valore che hanno invaso il mercato consumistico, diventando persino gadgets pubblicitari. Giappone e Stati Uniti d’America sono sicuramente tra i Paesi che ne hanno prodotti in maggiore quantità, fino all’arrivo del Made in China.
Nadine Pavlov, collezionista di San Pietroburgo, americana d’adozione, ci parla della sua raccolta costruita in pochi anni, ma già ricca di esemplari particolari e ricercati. Scopriamo attraverso i suoi set questo segmento del collezionismo non celebre, ma sicuramente molto diffuso.

Lui e lei, anni '20 - fronte
Lui e lei, anni '20 - retro

Nadine, quando ha iniziato ha collezionare le coppie di sale e pepe vintage?

In realtà non ho cominciato da tantissimo, ma fin da subito mi sono appassionata a questi oggetti. Tutto è iniziato nel 2015, quando con mio marito ci siamo trasferiti in una nuova casa nello Stato di Washington. Cercando un souvenir vintage dello Stato ho trovato una coppia bellissima di sale e pepe. Una raccolta iniziata casualmente, come spesso accade. 

Dove ha acquistato il suo pezzo numero uno?

Online, su Ebay. cercando qualcosa di vintage mi sono spuntate una serie di sale e pepe davvero irresistibili. Ho fatto l’acquisto senza pensarci due volte. Come spesso accade comprando online, si materializzano sullo schermo delle sponsorizzazioni di oggetti simili a quelli ricercati. Sicuramente anche questo ha contribuito a farmi appassionare a questo settore.

Una collezione recente che però comprende già tantissimi esemplari di epoche diverse….

Mi sono scatenata, possiedo circa cinquecento coppie. La maggior parte sono set vintage, moltissimi datati anni Cinquanta. La raccolta, però comprende anche pezzi più recenti, degli anni Settanta ed Ottanta, come anche esemplari dei giorni nostri. Sembra strano, ma anche osservando una carrellata di questi oggetti “banali” di epoche diverse si possono delineare aspetti specifici di ogni periodo storico, dalla scelta dei colori utilizzati, ai disegni proposti fin anche agli avvenimenti storici, insomma si ritrova nelle forme e nei temi di questi Sale e Pepe tutto ciò che è avvenuto in un dato periodo in una precisa area geografica. Possiamo dire che il collezionismo di questi oggetti è davvero infinito.

Nadine, può raccontarci brevemente la loro storia?

Possiamo dire che i Salt&Pepper Shaker nascono intorno agli anni Venti, prima infatti, il sale era servito in saliere realizzate a ciotola e veniva preso con un cucchiaino. Negli Stati Uniti l’azienda Morton Salt – con sede a Chicago – introduce in quegli anni il carbonato di magnesio nel suo prodotto evitando che il sale diventasse grumoso. Forse è proprio grazie a questa invenzione che iniziarono a prodursi le saliere così come le conosciamo oggi. La coppia di sale e pepe, inoltre, era poco costosa e si prestava molto a diventare un divertente e colorato souvenir da regalare dopo un viaggio.

Se non sbaglio negli anni Trenta la produzione è stata molto prolifica…

Paradossalmente la Grande Depressione ha dato una mano a questi articoli. Il motivo è semplice: le aziende di porcellane, a causa della crisi, sono state costrette a limitare le produzioni favorendo articoli a basso costo. Così hanno iniziato a riempire il mercato con questi pezzi coloratissimi, divertenti e a pochi centesimi. Tra gli anni Venti e Trenta sono molte le aziende che puntano su questo prodotto.

In quegli anni una gran quota di mercato la deteneva il Giappone…

Sì, il Giappone ne ha prodotti tantissimi, tranne durante la Seconda Guerra Mondiale. Quelli fabbricati nel dopoguerra – tra il 1947 e il 1951 – presentano la dicitura “Made in Occupied Japan” o semplicemente “Occupied Japan”, quando il Pese era occupato da forze Alleate; si tratta di esemplari rari e molto ricercati da noi collezionisti.

Un cambio di rotta è avvenuto tra gli anni Cinquanta e Sessanta…

In quegli anni si cominciano a produrre coppie di sale e pepe in plastica, un materiale che allora era molto fragile. Per questo motivo gli esemplari realizzati in plastica in buone condizioni sono preziosi.

Qual è l’esemplare più raro della sua collezione?

Sicuramente una coppia degli anni Venti, vestiti con abiti vecchio stile. Di per sé non è un modello difficile da trovare, ma lo diventa se lo si vuole in buone condizioni. La porcellana è finissima e la texture degli abiti ha un effetto vellutato dato da una polvere speciale applicata sulla superficie. In più ha un pizzo – nel vestito e nell’ombrello – realizzato con la tecnica a drappeggio (il pizzo di cotone viene immerso nella porcellana e applicato prima della cottura in forno)

Quali i pezzi più originali?

Direi il set “Mount St. Helens Before & After Eruption”, realizzato con la cenere del vulcano attivo – situato nello Stato di Washington – chiamato Monte. St. Helens. È un pezzo affascinante.

I sale e pepe che quotazioni possono raggiungere?

Direi che si tratta di un hobby divertente e non eccessivamente costoso. La maggior parte dei pezzi rientra in un range che va dai cinque ai cinquanta dollari a set. Ovviamente ci sono eccezioni per pezzi moto pregiati e rari. In questi casi si sale parecchio.

I pezzi della sua collezione da dove provengono?

Direi da tutto il mondo. Personalmente amo cercare i set realizzati negli Stati Uniti, i miei preferiti sono quelli prodotti negli anni Cinquanta da Ceramic Art Studio.

Dove acquista i suoi sale e pepe?

Li cerco davvero ovunque, dalle garage sale ai negozi di antiquariato e ovviamente online. Inoltre sono un membro del Novelty Salt & Pepper Shakers Club. Periodicamente organizzano convention e riunioni in cui è possibile vendere, comprare o scambiarsi questi oggetti.

Ci sono dei pezzi che vorrebbe, ma che ancora non è riuscita a trovare?

Certo. Una parte della mia collezione è dedicata ai mini set made U.S.A. realizzati dallo studio di ceramica Arcadia. Questi set sono chiamati “Arcadia Mini Salt and Pepper Shakers”. Per ora ne possiedo cinquanta differenti, ma sono sempre alla ricerca di un nuovo pezzo da aggiungere.

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