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“Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries”

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MILANO, FINO AL 22 FEBBRAIO 2024

“Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries”

La nuova mostra di Fondazione Prada, inaugurata a Milano lo scorso 26 ottobre, presenta un’ampia selezione, a cura di Nicholas Cullinan, di oltre settanta paraventi. In mostra opere di grande valore storico insieme a lavori più recenti provenienti da musei internazionali e collezioni private, oltre a una selezione di nuove creazioni appositamente commissionate per questo progetto a più di quindici artisti internazionali

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada – In primo piano: Cy Twombly, Paravent, 1989, Collezione privata – In secondo piano: Kerry James Marshall “Untitled” Rythm Mastr Splash , 2023 Courtesy dell’artista e David Zwirner, Londra – T.J. Wilcox, Radio City Music Hall , 2010 Incluso The Heir and Astaire, 2010 Video HD, 9’50’’, copia espositiva Courtesy Sadie Coles HQ, Londra / Courtesy Sadie Coles HQ, London

I paraventi rappresentano il concetto di liminalità e di soglia fra due condizioni, in senso letterale e metaforico, in quanto attraversano le barriere tra discipline, culture e mondi diversi.  L’ampia esposizione “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries”, a cura di Nicholas Cullinan indaga la storia e interpreta i significati di questi oggetti, ripercorrendo le traiettorie di reciproche contaminazioni tra Oriente e Occidente, i processi di ibridazione fra diverse forme d’arte e funzioni, le collaborazioni tra designer e artisti e, infine, la creazione di opere inedite.

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada – In primo piano, da sinistra a destra: 1) Chris Ofili , Pink Daydream (Ghost), 2023 Courtesy dell’artista e David Zwirner – 2) Małgorzata Mirga-Tas, Face Value, 2021 Courtesy dell’artista, Karma International, Zurigo, e Foksal Gallery Foundation, Varsavia – In secondo piano a destra: Wade Guyton, Untitled [WG5525] , 2023 Courtesy dell’artista

Come spiega Nicholas Cullinan, “Pittura o scultura? Arte o complemento d’arredo? Elemento utilitaristico oppure ornamentale? Decorativo, funzionale, architettonico o teatrale? Questa mostra esamina con un approccio innovativo gli interrogativi e i paradossi che circondano la storia dei paraventi, una storia di migrazione culturale (da Oriente a Occidente), di ibridazione (tra forme d’arte e funzioni diverse) e di ciò che viene celato e rivelato. La nostra ricerca svelerà come questa storia e il suo manifestarsi nel presente coincidano con la storia di oggetti liminali e della liminalità stessa, in un processo di superamento delle rigide distinzioni e gerarchie tra le diverse discipline dell’arte e dell’architettura, della decorazione d’interni e del design”.

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada

Il progetto espositivo ideato dallo studio di architettura SANAA, fondato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, raccoglierà negli spazi del Podium oltre settanta paraventi.

Al piano terra del Podium, pareti curvilinee e trasparenti di Plexiglas, alternate a tende dalla linea sinuosa, evocheranno le forme di questi oggetti creando una serie di spazi caratterizzati da diverse condizioni luminose. All’interno di questi ambienti i visitatori potranno incontrare i vari gruppi tematici e confrontarsi con un fluido percorso espositivo grazie alla trasparenza delle strutture divisorie. Al piano superiore l’allestimento rappresenterà l’intera storia dei paraventi, presentati in ordine cronologico e disposti su piedistalli sagomati che ne enfatizzeranno le forme, in omaggio agli innovativi allestimenti museali del MASP di San Paolo, realizzato da Lina Bo Bardi, e al lavoro di SANAA per il museo Louvre-Lens.

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada – Da destra a sinistra: 1) Francesco Vezzoli, The Assassination of Trotsky, 2023 Courtesy dell’artista – 2) William N. Copley, Konku, 1982, Collezione privata, Colonia

Al piano terra del Podium, una sezione introduttiva raggruppa tre paraventi cinesi e giapponesi del XVII e XVIII secolo raffiguranti battaglie navali e vedute dall’alto per indagare l’intrinseca ambiguità e la natura transnazionale di questi oggetti. Si analizza la possibile duplice lettura dei paraventi da una prospettiva orientale, da destra a sinistra, oppure occidentale, da sinistra a destra, come un paesaggio o una rappresentazione cartografica. La seconda sequenza esplora il tema della rappresentazione delle stagioni e delle narrazioni temporali in una dimensione spaziale, accostando un paravento dell’artista cinese Chen Zhifo, maestro dei dipinti gongbi del XX secolo che riproduceva uccelli e fiori con grande accuratezza realista, a uno più astratto e ironico realizzato dall’artista americano Jim Dine nel 1969 e intitolato Landscape Screen (Sky, Sun, Grass, Snow, Rainbow).

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada – “Paravento di Coromandel” Cina, fine del XVII secolo / Museo Calouste Gulbenkian, Lisbona

Con un gruppo di opere recenti e inedite realizzate da Tony Cokes, Cao Fei, Shuang Li, Joan Jonas, Tiffany Sia e Wu Tsang, la mostra svela come un oggetto apparentemente senza tempo come il paravento possa diventare un mezzo per proiettare una stratificazione di immagini ed effetti multischermo con l’uso pervasivo delle tecnologie digitali. Un’altra sezione è dedicata a una delle funzioni del paravento: nascondere, proteggere e quindi creare una dimensione intima, privata e segreta all’interno dell’ambiente domestico. Opere storiche come Three-fold Screen with embroidered panels depicting heroines (The Legend of the Good Women) (1860 ca.) di William Morris ed Elizabeth Burden e Konku (1982) di William N. Copley sono accostate a paraventi contemporanei di artisti quali Lisa Brice, Anthea Hamilton, Lorna Simpson e Carrie Mae Weems, che affrontano temi come la seduzione e il senso del pudore attraverso una prospettiva inusuale.

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada – In primo piano: William Morris (progetto), Jane Morris ed Elizabeth Burden (realizzazione) / William Morris (designer), Jane Morris, and Elizabeth Burden (manufacturer) – Paravento ricamato con le figure di Lucrezia, Ippolita ed Elena / Screen with Embroidered Panels Depicting Lucretia, Hippolyte, and Helen – 1860-61 (pannelli ricamati), 1889 (paravento) / 1860–61 (embroidered panels), 1889 (screen) – Castle Howard Collection, Yorkshire

L’estetica queer è al centro di un’altra serie di opere che trasformano questo oggetto quotidiano in un elemento decorativo dichiaratamente trasgressivo. Viene raccontata una storia culturalmente dirompente attraverso opere come il paravento realizzato da Duncan Grant del Gruppo Bloomsbury di Charleston (Sussex, Regno Unito) per l’Omega Workshop, un raro paravento del 1929 di Francis Bacon e World of Cats (1966), opera dell’attore, scrittore e collagista britannico Kenneth Halliwell, oltre a creazioni di artisti contemporanei quali Kai Althoff, Marc-Camille Chaimowicz e Francesco Vezzoli. Non va poi dimenticato che i paraventi possono anche essere potenti strumenti di propaganda politica, di manifestazione di forza e di ricchezza, di ostentazione e di costruzione di narrazioni capaci di influenzare la storia. Ne sono un esempio sia l’opera monumentale del 1718 di Pedro de Villegas, composta da dieci elementi che presentano sul lato frontale il racconto della conquista del Messico da parte del condottiero Hernán Cortés e sul retro una decorazione con scene orientali, sia la nuova commissione affidata a Goshka Macuga che affronta il tema della trasmissione del sapere e della cultura.  

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada – Da sinistra a destra: 1) Sol LeWitt Untitled Screen, 1987 Collezione della Lisson Gallery, Londra / Collection of Lisson Gallery, London – 2) Charles e / and Ray Eames – Folding Screen FSW 8 , 1948 – Collezione privata – 3) Yves Klein – Paravent [Screen] (IKB 62) , 1957 – Collezione privata

L’ultimo gruppo di opere allestite al piano terra del Podium esplora il paradosso della trasparenza attraverso la negazione concettuale o umoristica della funzione pratica di questi oggetti. I paraventi trasparenti di Carla Accardi e Isa Genzken incorniciano l’ambiente circostante anziché nasconderlo. Aprono a nuove prospettive e suggeriscono nuove visioni piuttosto che circoscrivere uno spazio.

In contrasto con l’approccio sincronico adottato al piano terra, il piano superiore segue una logica diacronica. La sequenza cronologica permette di ricostruire l’evoluzione storica di questo oggetto artistico e decorativo, dalle sue origini orientali e dai dialoghi e contaminazioni con le tradizioni occidentali fino al contributo innovativo apportato da designer e artisti nel XX e XXI secolo. I paraventi cinesi e giapponesi realizzati tra il XVII e il XIX secolo hanno dato il via a una serie di trasformazioni e metamorfosi che in questa mostra è rappresentata dalle creazioni, tra le altre, di maestri del design e dell’architettura quali Alvar Aalto, Charles e Ray Eames, Le Corbusier, Josef Hoffmann e Jean Prouvé; dalle sperimentazioni avanguardistiche di Giacomo Balla, René Magritte e Pablo Picasso; dalle opere di artisti contemporanei, fra i quali Marlene Dumas, Mona Hatoum, Yves Klein, Sol LeWitt, Betye Saar, Keiichi Tanaami, Cy Twombly e Luc Tuymans; e da quelle di artisti più giovani come Kamrooz Aram, Atelier E.B (Beca Lipscombe & Lucy McKenzie) e Małgorzata Mirga-Tas. 

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada – Keiichi Tanaami, Utopian Situation by “Guernica”, 2023 -Courtesy dell’artista

Un catalogo illustrato pubblicato da Fondazione Prada accompagnerà la mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries”. Includerà un’introduzione di Miuccia Prada, Presidente di Fondazione Prada, un’indagine storica e artistica del curatore della mostra Nicholas Cullinan, una serie di interviste agli artisti coinvolti nella produzione di paraventi inediti e saggi di scrittori, curatori e studiosi internazionali come Thomas Aquilina, Nancy Berliner, Francesca Berry, Whitney Davis, Frank Feltens, Wu Hung, Ido Misato, Paul B. Preciado, Ana Zabía e Siegfried Zielinski.

Immagine della mostra “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” – Fondazione Prada, Milano – Foto: Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio Courtesy: Fondazione Prada -John Stezaker, Screen-screen, 2023, Courtesy dell’artista

Scheda


Titolo: “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries”


Dove: Fondazione Prada Largo Isarco 2, Milano


Quando:  dal 26 ottobre 2023 al 22 febbraio 2024


Biglietti: intero € 15, ridotto € 12 / € 7.50


Orario: 10-19. Chiuso martedì


Info: Tel. +39 02 5666 2634 – info@fondazioneprada.org – http://fondazioneprada.org

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