In esposizione materiali esclusivamente tratti dal Fondo Turri, conservato nella Biblioteca Panizzi: documenti poveri che dialogano con codici prestigiosi, rare edizioni a stampa, curiosità, così come è stata poliedrica e multiforme la figura di questo protagonista della Reggio di pieno Ottocento
Honorius Augustodunensis, Exposito in Cantica Canticorum, 1150-1200
Con il testamento del 28 aprile 1870, Giuseppe Turri (Reggio Emilia 1802-1879) legava alla municipalità reggiana la sua vasta raccolta di manoscritti, incunaboli, volumi antichi, opuscoli,fogli volanti e incisioni, che confluirono, dopo la sua morte, nelle raccolte delle Biblioteca di Reggio. Sabato 3 febbraio nella sala mostre della Biblioteca Panizzi a Reggio Emilia verrà inaugurata “Universitas Rerum. Giuseppe Turri collezionista e bibliofilo“, la mostra documentaria curata da Chiara Panizzi e Nicola Raimondi, in collaborazione con Maurizio Festanti, che permetterà di scoprire, attraverso l’esposizione di materiali per lo più inediti, conservati in Biblioteca Panizzi e provenienti esclusivamente dal Fondo Turri, non tanto la personalità dell’uomo, del politico, del cattolico, quanto la figura di Turri bibliofilo raffinato e collezionista curioso, selettivo e al tempo stesso accumulatore. Documenti poveri che dialogano con volumi sontuosi, così come è stata poliedrica, dicotomica e multiforme la figura di questo protagonista della Reggio di pieno Ottocento.
Ugo Gualazzini, storico del diritto e direttore della Biblioteca Panizzi durante i difficili anni a cavallo del secondo conflitto mondiale, nell’accingersi a redigere un primo inventario della raccolta Turri, affermava: “Questa biblioteca, direbbero i giuristi, è una universitas rerum, dove qualunque unità … partecipa alla sostanza del tutto”.
Ercole Penaroli grande tavola idrografica del territorio reggiano, 1696
La mostra, che espone materiali esclusivamente tratti dal Fondo Turri, conservato nella Biblioteca Panizzi, intende far emergere, attraverso le varie sezioni, la figura del “bibliofilo” Turri, raccoglitore di memorie locali ma anche di materiali diversi, di codici prestigiosi, di rare edizioni a stampa, di curiosità, che hanno arricchito, di volta in volta, la sua vasta collezione.
L’esposizione sarà, infatti, suddivisa in cinque aree: una sezione biografica che raccoglie diversi materiali relativi alla sua breve attività politica ed editoriale; la sezione “Turri collezionista delle memorie cittadine” che, oltre a importanti manoscritti e rare stampe antiche, propone anche materiali più poveri e popolari, come fogli volanti, preghiere, pubblicazioni encomiastiche e d’occasione, lunari, in lingua e in dialetto che raccontano con un diverso linguaggio l’amore di Turri verso la storia e le tradizioni locali. Mentre la terza sezione, intitolata “Turri bibliofilo”, vuole offrire un’immagine di Turri in quanto collezionista-bibliofilo tout court attraverso documenti minori, quali miscellanee di testi retorici o meri esercizi poetici, la quarta sezione “I tesori riscoperti del fondo Turri” accoglie un piccolo nucleo di codici tardo medievali e umanistici collocati a scaffale e mai prima d’ora descritti e messi a disposizione del pubblico e degli studiosi.
Si tratta di un corpus eterogeneo, una universitas rerum ricca di spunti di riflessione e di piste di ricerca. Infine, la sezione raccolta di stampe del fondo Turri” riguarda una corposa raccolta di incisioni raffiguranti, in gran parte, soggetti legati alla devozione religiosa dei reggiani, rari residui di una produzione ad uso popolare che nonostante le alte tirature è andata in certi casi perduta in quanto rovinata dall’uso.
Acta Comitissae Mathildis, manoscritto cartaceo e membraceo, sec XIV
Il percorso espositivo intende far emergere questo singolare gusto collezionistico a tutto tondo, tipicamente ottocentesco, che avvicina Turri ai più grandi collezionisti e cultori di antiquaria, che fecero della sua casa una tappa obbligata per studiosi ed intellettuali di passaggio a Reggio. A quasi 150 anni dalla sua morte i materiali della sua collezione non solo hanno ancora molto da raccontare, ma spesso custodiscono storie segrete che val la pena di riscoprire ed ascoltare.
Agostino da Crema, Historia S. Pantaleonis, 1493
Giuseppe Turri, nato a Reggio Emilia nel 1802 da buona famiglia, passò gran parte della sua vita alla ricerca di testimonianze che potessero accrescere le memorie patrie, fossero manoscritti, stampati antichi, incisioni, pubblicazioni encomiastiche e d’occasione. Quello di metà Ottocento emiliano era un momento in cui favorevoli circostanze politiche, legate ai mutamenti istituzionali e alle soppressioni delle corporazioni religiose, accrebbero la disponibilità sul mercato di libri e documenti rari. Alla sua morte, avvenuta nel 1879, la sua prestigiosa raccolta “libraria”, lasciata alla municipalità con legato testamentario a conferma della sua innata vocazione pubblica, confluì, dopo varie vicissitudini legali, nella Biblioteca Municipale, mentre tutto il suo archivio personale e un cospicuo numero di pergamene fu trasferito in quello che diventerà l’Archivio di Stato.
Scheda
Titolo: Universitas rerum
Dove: Biblioteca Panizzi, via Luigi Carlo Farini, 3 – Reggio Emilia
Quando: dal 3 febbraio al 6 aprile 2024
Info: www.bibliotecapanizzi.it