Meno di 3 settimane di tempo per visitare la grande mostra in corso a Palazzo Reale dedicata a Max Ernst (1891-1976), pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese
Oedipus Rex, 1922, olio su tela, 93 x 102 cm Collezione privata, Svizzera Album / Fine Arts Images / Mondadori Portfolio © Max Ernst by SIAE 2022
La prima retrospettiva che in Italia sia mai stata organizzata sull’opera complessiva dell’artista: dalle pitture giovanili, con un Crocefisso dai Musei Vaticani del 1914 accostato in mostra al ritratto della sorella del 1909, a capolavori quali il libro d’artista Maximiliana o l’esercizio illegale dell’astronomia o ancora l’amatissimo quadro La Festa a Seillans (1964) o Nascita di una galassia (1969).
Opera, quella di Ernst, che si spalma su settant’anni di storia del XX secolo, tra Europa e Stati Uniti, sfuggendo costantemente a una qualsivoglia definizione e contando un’immensa vastità di temi e sperimentazioni.
La mostra, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura e da Palazzo Reale con Electa, in collaborazione con Madeinart, è curata da Martina Mazzotta studiosa di filosofia teoretica, storica dell’arte, curatrice di mostre e attualmente ricercatrice all’Istituto Warburg, insieme a Jürgen Pech che è stato curatore capo del Museo Max Ernst di Bruhl ed è uno dei più grandi conoscitori dell’opera del pittore tedesco.
Disponibile online la conversazione dei curatori organizzata dal Warburg Institute, dedicata alla mostra.
La festa a Seillans, 1964 olio su tela, 130 x 170 cm, Centre Pompidou, Paris Musée national d’art moderne/Centre de création industrielle
© 2022. RMN-Grand Palais / Photographer: Georges Meguerditchian © Max Ernst by SIAE 2022
Sono 400 in tutto i prestiti che lasceranno le sale di Palazzo Reale, tra dipinti (circa 80 tra cui il quadro-immagine della mostra L’Angelo del focolare, 1937, che ha catturato l’attenzione di pubblico e critica, o Oedipus Rex, 1922, che a Milano ha celebrato i suoi 100 anni), sculture in bronzo o in argento, disegni, collages, fotografie, gioielli e tantissimi libri, manuali e documenti disseminati in mostra per attivare giochi di rimandi e corrispondenze tra le fonti d’ispirazione e le opere stesse.
Rientreranno nei musei e fondazioni di provenienza in Italia e all’estero (GAM di Torino, Peggy Guggenheim Collection, Museo di Ca’ Pesaro di Venezia, Tate Gallery di Londra, Centre Pompidou di Parigi, Museo Cantini di Marsiglia, i Musei Statali e la Fondazione Arp di Berlino, Fondazione Beyeler di Basilea, Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid) o in prestigiose collezioni private dalle quali in alcuni casi, uscivano per la prima volta come Il mondo della sfocatura – Rifiuto assoluto di vivere come un tachista (1965).