In mostra al Museo di Roma a Palazzo Braschi centocinquanta capolavori dell’arte giapponese tra il Seicento e l’Ottocento. Filo conduttore del percorso espositivo è il filone artistico conosciuto come ukiyoe, parola giapponese che letteralmente significa “immagini del mondo fluttuante”.
Katsushika Hokusai La [Grande] Onda presso la costa di Kanagawa dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832, Silografia policroma ©Courtesy of Museo d’Arte Orientale E. Chiossone
Sarà ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi da martedì 20 febbraio a domenica 23 giugno 2024 la grande mostra “Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone”. L’esposizione, a cura di Rossella Menegazzo, propone un percorso nell’arte giapponese tra il XVII e il XIX secolo attraverso centocinquanta capolavori provenienti dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova e dal Museo delle Civiltà di Roma, firmati dai maestri del periodo Edo, tra cui Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, di cui verrà presentata anche la Grande Onda di Kanagawa, Keisai Eisen e la grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada.
Filo conduttore del percorso espositivo è il filone artistico conosciuto come ukiyoe, parola giapponese che letteralmente significa “immagini del mondo fluttuante”. Affermatosi a partire dalla metà del Seicento, l’ukiyoe porta al centro dell’attenzione il mondo contemporaneo giapponese del tempo legato alla nascita delle città, di nuove classi sociali, gusti e mode, che i maestri contribuiscono a diffondere insieme a nuovi valori estetici, educativi e culturali omogenei in tutto il Paese.
La forte influenza esercitata dall’arte giapponese e dall’ukiyoe sulla cultura occidentale di fine Ottocento e inizio Novecento è restituita in mostra attraverso il racconto dell’esperienza unica di due artisti italiani, lo scultore Vincenzo Ragusa e l’incisore Edoardo Chiossone, che furono invitati dal governo giapponese Meiji di fine Ottocento come formatori e specialisti nei primi istituti di grafica e arte. Essi furono figure-chiave nello sviluppo delle prime professioni artistiche di stampo occidentale, insieme ad Antonio Fontanesi per la pittura e Giovanni Vincenzo Cappelletti per l’architettura.
La conoscenza profonda del Giappone nei lunghi anni di permanenza permise loro di diventare anche collezionisti, formando due tra i più importanti nuclei di arte orientale in Italia, oggi conservati presso il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e al Museo delle Civiltà di Roma. In mostra la presenza italiana in Giappone di fine Ottocento e l’affascinante aspetto del collezionismo orientale in Italia sono anche testimoniati da alcuni pezzi appartenenti al Museo delle Civiltà di Roma, acquisiti da Luigi Pigorini e appartenuti al primo Console italiano in Giappone Cristoforo Robecchi e al conte Enrico di Borbone, conte di Bardi, gran parte della cui collezione è oggi al Museo d’Arte Orientale di Venezia.
“Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone” restituisce un ritratto culturale del Giappone tra Seicento e Ottocento e testimonia lo scambio artistico tra Italia e Giappone, la cui influenza sopravvive ancora oggi attraverso manga, anime e un’estetica che ha trasformato il nostro vivere contemporaneo.
Utagawa Hiroshige, Surugacho dalla serie Meisho Edo Hyakkei, 1856 Silografia, 50,9 x 35,9 cm ©Courtesy of Museo d’Arte Orientale E. Chiossone
Scheda
Titolo: Ukiyoe. Il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone
Dove: Museo di Roma a Palazzo Braschi, piazza San Pantaleo 10. Orari: 10-19. Lunedì chiuso – Roma
Quando: dal 20 febbraio al 23 giugno 2024
Info: tel. 06/0608 – www.museodiroma.it