La forza vitale degli spettacoli teatrali, la loro popolarità, le vite difficili degli attori e degli altri grandi protagonisti del mondo teatrale nell’antica Roma sono raccontati attraverso oltre 240 opere provenienti da 25 diversi prestatori. La mostra propone un viaggio attraverso i secoli, con focus sull’età augustea, dove il visitatore viene coinvolto direttamente diventando spettatore del teatro antico
Mosaico con scena di danza e mimo Città del Vaticano, Musei Vaticani
L’esposizione, a cura di Salvatore Monda, Orietta Rossini e Lucia Spagnuolo, propone oltre 240 opere provenienti da 25 diversi prestatori con un percorso espositivo ricco di autentiche rarità. Il visitatore sarà condotto ‘oltre’ la scena, dentro i meccanismi di produzione, nei ‘camerini degli attori’, sui palcoscenici e sugli spalti degli oltre 1000 grandi teatri monumentali che sorgevano nell’impero romano: una ricostruzione viva, in cui gli stessi protagonisti coinvolgeranno il pubblico attraverso interventi multimediali creati ad hoc.
Autentica rarità in esposizione la coppa di produzione attica proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze con una delle rarissime rappresentazioni di una falloforia, processione in onore di Dioniso, dio del teatro; un esemplare unico di antica maschera in terracotta dal Museo Archeologico Regionale ‘Paolo Orsi’ di Siracusa o il famoso “vaso di Pronomos” dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, forse il più importante tra i reperti a soggetto teatrale pervenuto.
Ancora, nella varietà dei reperti selezionati, si segnalano le straordinarie maschere miniaturistiche della tragedia e commedia greca provenienti dall’isola di Lipari; statuine di attori, danzatori e giocolieri del mondo magnogreco; la rappresentazione della “nascita di Elena dall’uovo” su un vaso magnogreco della serie raffigurante le commedie “fliaciche”; una serie di miniature teatrali, molte mai esposte in mostra, provenienti da contesti tarquiniesi.
Il racconto parte dalle radici greche, siciliane, magno greche, etrusche e italiche del teatro romano, dall’origine religiosa del ‘ludus’ e dai primi palcoscenici in legno, per arrivare allo splendore della frons scenae dei grandi teatri per decine di migliaia di spettatori, architetture che – come il foro o il tempio – caratterizzeranno la forma urbis dell’impero. Le maschere saranno il filo conduttore di questa “immersione”: dalle più antiche tra quelle pervenute fino ai nostri giorni (V secolo a.C.) a quelle ellenistiche del III – II secolo a.C., fino a quelle, spettacolari, di epoca romana.
Il percorso espositivo si snoda attraverso sette sezioni, con un filo narrativo in senso cronologico. Ogni sezione è arricchita da istallazioni multimediali: riprese aeree, videomapping, postazioni interattive, interventi recitati da attori che danno voce agli autori e ai i protagonisti del teatro antico.
La prima sezione, dal titolo Genesi, racconta l’importanza del culto dionisiaco alle radici della tradizione teatrale greca e il valore del teatro per la vita democratica ad Atene. Successivamente, la seconda sezione, dal titolo Radici italiche e magnogreche, mette in risalto il contributo che l’Etruria, la Magna Grecia e i popoli italici fornirono al sorgere del teatro latino.
La commedia a Roma, la terza sezione, presenta la tradizione comica romana, passando dalla costruzione dei personaggi, vere e proprie maschere di tipi umani in Plauto, allo spirito riflessivo e introspettivo dei personaggi di Terenzio; la quarta sezione, dal titolo La tragedia a Roma, presenta i principali protagonisti della produzione tragica in periodo repubblicano, di cui poco resta, soffermandosi poi su due personaggi di grande caratura come Seneca e Nerone.
Le vite, spesso al limite, di attori, danzatori, musici, mimi attraverso le testimonianze che ci raccontano cosa facessero in scena e cosa ‘oltre la scena’ sono al centro della quinta sezione, dal titolo I protagonisti e la musica. Vengono qui raccontati aspetti legati all’organizzazione degli spettacoli, come la composizione delle compagnie teatrali e la produzione degli artigiani che realizzavano le maschere. Tra i performer, uno spazio specifico viene riservata al fenomeno degli spettacoli di mimi e pantomimi in età imperiale.
La sesta sezione, dal titolo L’architettura, intende riflettere sull’eredità monumentale lasciata dal teatro antico, attraverso rovine architettoniche, in molti casi maestose e ancora funzionanti. ll passaggio della Roma repubblicana verso il regime imperiale (la grande transizione del I secolo a.C.) vede anche la costruzione dei primi teatri stabili a Roma e la codificazione della loro forma. Nel breve giro di pochi decenni sorgono i tre grandi teatri romani in muratura, nell’ordine il teatro di Pompeo (61-55 a.C.), capace di ca. 20.000 posti, circondato di portici e giardini, di cui poco rimane se non nella topografia di Roma, quello di Cornelio Balbo (dedicato nel 13 a.C.), anch’esso perduto, e il teatro di Marcello, quasi contemporaneo, intitolato da Augusto alla memoria dell’amato nipote.
La collaborazione con la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha consentito la realizzazione di uno straordinario intervento video sul teatro di Pompeo, che dopo la mostra resterà patrimonio delle Istituzioni curatrici.
L’attraversamento dell’antico si apre alla contemporaneità nell’ultima sezione della mostra, dal titolo Attualità del classico, realizzata in collaborazione e con il contributo del Dipartimento di Lettere e Culture Moderne dell’Università di Roma ‘Sapienza’ e dell’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico): attraverso una selezione di locandine storiche di spettacoli realizzati al teatro greco di Siracusa, montaggi video di messe in scena contemporanee e altre testimonianze materiali e fotografiche, riferite in particolare all’esperienza del ‘Vantone’ di Pasolini, il percorso espositivo si chiude offrendo una “panoramica” sulla vitalità del teatro classico, dal primo Novecento ai nostri giorni.
Maschera di attore di farsa fliacica Taranto, Museo Archeologico Nazionale di Taranto
SCHEDA
Titolo: Teatro. Autori, attori e pubblico nell’Antica Roma
Dove: Museo dell’Ara Pacis, Spazio espositivo – Via di Ripetta n. 180 – Roma
Quando: fino al 3 novembre 2024
Orari: 9.30-19.30 – Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Info: Tel. 060608 – www.arapacis.it