di Domizia Dalia – pubblicato su COLLEZIONARE giugno/luglio 2015
Tra le preziose collezioni d’arte di Dario Ghio, spicca la raccolta di tabacchiere antiche, che comprende pezzi risalenti al XVI secolo, fino a raffinati esemplari del 1800
Dario Ghio, classe 1954, è un personaggio che Oscar Wilde avrebbe definito in uno dei suoi libri, il vero esteta. Amante del bello in tutte le sue espressioni, ha dedicato e continua a farlo, la vita alla ricerca di oggetti dal fascino irresistibile. Collezionista onnivoro, raccoglie tutto ciò che lo sorprende, dalla glittica – in ogni declinazione – ai bellissimi e raffinati objets de vertu.
Dottor Ghio, quando e come mai ha incominciato ad appassionarsi a questi oggetti preziosi?
Ho iniziato sull’onda di una passione di famiglia. Mia madre era molto sensibile al mondo dell’arte tanto da riempire la casa con svariati oggetti appartenuti al passato. Collezionava tutto quello che le piaceva senza seguire un orientamento preciso. Lo stesso vale anche per me: a guidarmi sono il mio istinto, l’interesse per l’oggetto raro, la scoperta delle curiosità e lo straordinario talento che spesso si cela dietro un oggetto.
Tra tutti i pezzi in suo possesso colpiscono particolarmente quelli che in gergo tecnico vengono definiti objets de vertu, ovvero un insieme di preziosi manufatti di arte orafa…
L’origine dell’espressione objets de vertu è un po’ oscura. Si tratta di una contaminazione linguistica che identifica piccoli manufatti unici e preziosi. Più di ogni altra cosa, però, questa terminologia fa riferimento a quegli oggetti capaci di rivelare tutto il virtuosismo dell’artefice per inventiva, eclettismo ed elevata qualità tecnica di esecuzione. Tra le tipologie che colleziono vi sono le vinaigrette – minuscoli contenitori in oro o argento dalle forme più svariate che avevano al loro interno un piccolo scomparto, provvisto di coperchio traforato, in cui venivano poste erbe, essenze aromatiche, sali profumati o addirittura veleni –, le piccole boccette in argento o cristallo – contenenti anch’esse profumi o essenze –, gli astucci in cui erano custoditi attrezzi per il cucito o per la manicure personale e, ancora, le trousse di ogni forma e genere. Sono però le tabacchiere a rappresentare l’origine di questo genere di collezionismo e la punta di diamante di questi objets de vertu.
A quando risale il primo acquisto di uno di questi preziosi manufatti?
Ahimè ero assai giovane! Si tratta di una tabacchiera in tartaruga. Sul coperchio vi è una miniatura dipinta su avorio che ritrae un generale in uniforme dell’Armata Napoleonica. All’epoca mi appassionavano molto anche le decorazioni militari.
Le tabacchiere rappresentano una fetta importantissima della sua vasta collezione. Quante ne ha raccolte e a che epoche risalgono?
Molte. Bisogna tenere presente che si tratta di oggetti assai preziosi e per questo anche rari. Non è facile reperire pezzi di qualità sul mercato. Le mie tabacchiere vanno da quelle più rare, risalenti agli inizi del XVI secolo, fino alle più raffinate che arrivano alla seconda metà del XIX secolo.
La storia delle tabacchiere risale a molti secoli fa, ma è soprattutto nel Settecento che iniziano a diffondersi e a diventare di gran moda…
In quell’epoca il tabacco era considerato dal punto di vista economico merce di grande interesse intorno al quale fiorivano commerci e affari. Inoltre, prima del XVIII secolo il tabacco era usato principalmente per scopi terapeutici. Successivamente il suo impiego assunse gradualmente un carattere voluttuario fino a diventare una vera e propria moda. Allora, in Francia, fiutare tabacco era considerato un vezzo, un atto di eleganza. Sotto il regno di Luigi XV l’uso del tabacco cominciava a espandersi non solo a corte, ma anche tra la popolazione. Le tabacchiere, così, divennero oggetti di gran moda. In questo contesto, la fantasia degli artigiani e dei maestri orafi ebbe modo di esprimersi sotto molteplici forme, dando vita a una produzione vastissima e di ogni tipo. Inoltre, benché fossero solo gli uomini ad utilizzarla, la tabacchiera piaceva anche alle nobildonne più eleganti, a cominciare dalla marchesa di Pompadour che, pare, ne possedesse un’intera collezione. Luigi XV scelse la tabacchiera come oggetto da regalare ai suoi cortigiani, nelle occasioni più disparate, tanto che essa diventò il dono tipico del XVIII secolo.
Come ha appena accennato, si tratta di oggetti che spesso venivano utilizzati come regali, tanto è vero che esistono anche tipologie denominate “diplomatiche” proprio perché venivano offerte in dono a tali funzionari. Più in generale, la realizzazione delle tabacchiere richiedeva un’attenta cura sia nella scelta di materiali che in quella delle forme…
Sì, questi oggetti venivano impreziositi con diversi materiali quali gemme e pietre preziose, smalti traslucidi e lacche colorate, madreperla, porcellana, coralli, o personalizzati con ritratti in miniatura dipinti su avorio alcuni dei quali divenuti oggi di eccezionale valore storico e artistico. Quasi ogni tabacchiera prevedeva, oltre all’abilità dell’artista, uno studio preciso e spesso un disegno preparatorio, per adottare forme sempre diverse che la rendessero unica e prestigiosa. Perché questo fosse possibile spesso l’orefice si avvaleva anche della collaborazione di artisti, quali intagliatori, scultori e miniaturisti di comprovata celebrità, per completare e rendere più sensazionali le loro piccole meraviglie.
Come ha sottolineato poco fa, non è facile trovare sul mercato tabacchiere di qualità, quali sono i suoi canali per reperire i pezzi più interessanti?
Mi piace molto viaggiare e, se posso, non perdo l’occasione di visitare le botteghe degli antiquari delle varie città che visito. Naturalmente cerco di non perdermi le diverse mostre mercato che vengono organizzate. Per il resto, anche qualche vendita all’asta può certamente rappresentare uno strumento favorevole alla mia caccia.
Qualche consiglio ai collezionisti che, come lei, sono appassionati di questi piccoli capolavori?
Quando si compra un oggetto d’arte generalmente si acquista un’ emozione, ignari del fatto che alle volte si compie persino un investimento. L’intuito va bene, ma la conoscenza della materia è fondamentale per acquistare in modo sicuro.
L’oggetto del desiderio che ancora non possiede?
Probabilmente lo sto ancora inseguendo, ma in fondo spero di non trovarlo a breve, in modo da non dare fine alle mie ricerche.