Il progetto di pittura, scultura, video e letteratura, inedito per l’Italia è stato allestito nei prestigiosi spazi della Basilica Palladiana, con opere provenienti dai principali musei, gallerie e collezioni private nazionali
Piero Gilardi, Mais, 1966, Courtesy Biasutti & Biasutti, Torino
Per la prima volta vengono raccontate ed esposte insieme le generazioni Pop e Beat italiane, testimoni di un sentire comune di quegli anni, legato a una visione ottimistica del futuro e all’impegno movimentista del Sessantotto, rendendosi quindi originali e autonome dalle suggestioni Pop e Beat americane, per troppi anni indicate come determinanti. Sarà messa in evidenza l’unicità propositiva e la statura assoluta della Pop italiana in Europa, nonché le differenze sostanziali e l’autonomia dei suoi artisti rispetto a quelli americani. In Italia si alimenterà infatti una frequentazione dal basso, sensibile alla tradizione artistica nazionale, al paesaggio, all’avanguardia futurista, che sarà protagonista dei mutamenti sociali, politici e culturali nelle piazze, nelle strade, nelle fabbriche, nelle università: istanze diventate oggetto di gran parte delle opere e dei documenti esposti. Distanti, quindi, da quelle degli artisti e letterati americani, presto vezzeggiati in ambito mercantile e universitario, spesso ricevuti come autentiche star e orientati all’evidenza dei prodotti di consumo della società di massa amplificati dalla pubblicità.
Bruno Di Bello, Ritratto di Paul Klee, 1968, collezione privata, Courtesy Gió Marconi, Milano foto di Fabio Mantegna
Bruno Di Bello, Ritratto di Paul Klee, 1968, collezione privata, Courtesy Gió Marconi, Milano foto di Fabio Mantegna
La sezione Pop, con quasi un centinaio di opere selezionate di trentacinque artisti, privilegerà i grandi formati che verranno spettacolarizzati da un’ampia sezione di sculture.
La temperatura Beat in mostra sarà garantita dalla musica di quegli anni, diffusa in loop, e rappresentata dai rari documenti originali di Gianni Milano, mentore di un’intera generazione, Aldo Piromalli, Andrea D’Anna, Gianni De Martino, Pietro Tartamella, Eros Alesi, Vincenzo Parrella e molti altri, nonché dalla vicenda artistica militante dell’Antigruppo siciliano.
Lucio Del Pezzo, Mensola in rosso, 1964, collezione Koelliker, courtesy BKV Fine Art
Alla generazione Beat, fino ad oggi conosciuta (poco) per i fermenti a Milano e Torino, verrà finalmente restituita un’identità nazionale, considerando la generosa e meno nota esperienza proprio dell’Antigruppo siciliano, guidato dalla figura carismatica di Nat Scammacca, di cui saranno esposte le pubblicazioni fondative, relative alla sua Estetica Filosofica Populista. Antigruppo in chiara polemica con la Beat salottiera ed egemonica del Gruppo ’63, legato all’influenza dei grandi editori del nord e dei concorsi letterari, e molto meno attento alle pulsioni popolari. Antigruppo che merita quindi un’attenta rivalutazione per la sua attività artistica e sociale meritoria, spontanea, instancabile.
Enrico Baj, Coppia, 1963, collezione privata, Courtesy Gió Marconi, Milano
Il progetto ricontestualizza la stessa natura della Pop e della Beat italiane, dando priorità a ciò che gli artisti stessi dichiaravano circa la loro ricerca, non sentendosi spesso affatto etichettabili come Pop, proprio per l’originalità del loro punto di vista rispetto agli americani, nonché percorrendo un tragitto che dalla Libertà di sognare approderà fatalmente alla Fine del sogno degli anni di piombo, della disillusione e della diffusione delle droghe pesanti, messe in scena in tutta la loro crudezza al Festival di Castelporziano nel 1979.
Renato Mambor, Natura morta e materia, 1966, collezione privata, Firenze – courtesy Tornabuoni Arte
Scheda:
Titolo: Pop/Beat – Italia 1960-1979. Liberi di Sognare
Dove: Basilica Palladiana, Piazza dei Signori, 36100 Vicenza VI
Quando: fino al 30 giugno 2024
Biglietti: Intero: 14.5 euro, ridotto: 12.5 euro
Orario: Da martedì a domenica 10.00 – 18.00
Info: tel: 0444 1970029 sito: https://www.mostrapopbeat.it/