Il progetto espositivo al Palazzo Ducale di Genova coinvolge oltre centoventi opere che tracciano un itinerario tra le arti figurative dal Quattrocento al Contemporaneo, il cui filo conduttore è il sentimento della nostalgia declinato in diverse accezioni e modalità espressive
ID 35. Ruggero Alfredo Michahelles, Ile de Cythère, 1933, olio su tavola, © Fondazione Centro Matteucci per l’Arte Moderna, Viareggio.
Palazzo Ducale di Genova presenta la grande mostra Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al contemporaneo, che apre al pubblico dal 25 aprile al 1 settembre 2024 nelle sale dell’Appartamento del Doge. L’esposizione, a cura di Matteo Fochessati in collaborazione con Anna Vyazemtseva, è prodotta e realizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e rientra nell’ambito delle iniziative di Genova Capitale Italiana del Libro.
Il progetto espositivo coinvolge oltre centoventi opere che tracciano un itinerario tra le arti figurative dal Quattrocento al Contemporaneo, il cui filo conduttore è il sentimento della nostalgia declinato in diverse accezioni e modalità espressive. Un percorso che riunisce dipinti, sculture, arti decorative, grafica e volumi illustrati di artisti come Albrecht Dürer, Luca Giordano, Jean Auguste Dominique Ingres, Francesco Hayez, Giovanni Boldini, Giacomo Balla, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Ives Klein e Anish Kapoor si snoda attraverso dodici sezioni tematiche, affiancando capolavori provenienti da prestigiosi musei e collezioni private italiane e internazionali.
ID 38. Giorgio De Chirico, Due figure mitologiche (Nus antiques, composizione mitologica), Collezione L. F. MART 2168, 1927, olio su tela. Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. © Archivio Fotografico e Mediateca Mart
Nonostante l’individuazione di tale sentimento risalga all’età moderna, la nostalgia fu presente nell’antichità nelle figure epiche e mitologiche di Odisseo, Enea, Demetra e Persefone e nei testi poetici e letterari di Dante, Foscolo, Byron, Leopardi e Proust, così come nelle vedute dei ruderi romani di Giovanni Battista Piranesi e nelle opere politiche di Giuseppe Mazzini. Molto spesso il concetto di nostalgia si sovrappone a quello di malinconia, che tuttavia rappresenta una condizione di tristezza patologica la cui definizione, invece, ha un’origine antica e una precisa corrispondenza astrologica, come illustrato in mostra dalla celebre incisione di Albrecht Dürer, Melancolia I (1514), affiancata da alcune versioni moderne di tale sentimento.
I temi affrontati all’interno della mostra abbracciano le diverse espressioni della nostalgia e oltrepassano il concetto di linearità temporale: la nostalgia di casa, dalla servitù d’Israele in Babilonia ai grandi fenomeni migratori a cavallo tra Otto e Novecento e della contemporaneità; la nostalgia del paradiso che, presente nell’iconografia cristiana medievale e nella tradizione mussulmana, è stata d’ispirazione per l’ideazione di sontuosi giardini e di vedute bucoliche e agresti; la nostalgia del classico, alimentata dal vedutismo settecentesco e dalle rovine all’epoca del Grand Tour, fonte poi di ispirazione artistica per le ricerche espressive degli anni tra le due guerre; la nostalgia nell’età della propaganda, dalle esperienze del nazionalismo romantico a cavallo tra Otto e Novecento all’artificiosa narrazione storica delle ideologie totalitarie, contraddistinta dall’avversione verso la modernità e dall’aspirazione a guardare a un passato idealizzato; la nostalgia dell’antico con l’attrazione di alcuni eccentrici personaggi, tra cui Frederick Stibbert e Evan Mackenzie, verso modelli di gusto di epoche lontane; la nostalgia dell’altrove, connesso al fenomeno dell’esotismo, ispirato dal mistero di terre ignote e lontane; gli sguardi della nostalgia interpretati dalle espressioni femminili per gli affetti perduti o per esperienze esistenziali irrimediabilmente legate al passato; la nostalgia della felicità: struggimento per un tempo che rimanda ai ricordi dell’infanzia e, più in generale, a sereni istanti del nostro vissuto; la nostalgia dell’infinito, quel particolare sentimento che, scaturito in epoca romantica nell’incontro con la grandiosità della natura e del cosmo, ha continuato a ispirare sino ai giorni nostri l’appassionato dialogo tra l’uomo e la grandiosità dell’universo.
Tra gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Pompeo Batoni, Benedetto Bembo, Leonardo Bistolfi, Amedeo Bocchi, Giovanni Boldini, Frank William Brangwyn, Armando Brasini, Jan Bruegel il Giovane, Anselmo Bucci, Michele Busiri Vici, Giacomo Antonio Caimi, Duilio Cambellotti, Felice Carena, Athos Casarini, Gisberto Ceracchini, Galileo Chini, Sexto Canegallo, Gino e Adolfo Coppedè, Giorgio De Chirico etc..
Nostalgia è accompagnata da un catalogo edito da Electa Mondadori che ripercorre lo sviluppo della mostra attraverso documentazione fotografica e contributi dedicati al tema della nostalgia tra cui, oltre a quelli dei curatori, figurano i testi critici dello storico Ferdinando Fasce, del sociologo Paolo Jedlowski, del critico letterario e poeta Antonio Prete, dello storico della cultura francese moderna Thomas Dodman e dello storico dell’arte e dell’architettura Tim Benton.
Scheda:
Titolo: Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al Contemporaneo Dove: Genova, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge
Quando: 25 aprile – 1° settembre 2024
Orari: da martedì a venerdì, ore 11 – 19; sabato e domenica ore 10 – 19
Biglietto: intero 14€; ridotto 12€
Info: msorci@palazzoducale.genova.it T.+39 0108171668 | M. +39 335 5699135