Il nuovo CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea ospita una mostra dedicata a due grandi protagonisti dell’arte italiana del Novecento. L’accostamento proposto invita il visitatore a guardare le loro opere con occhio nuovo, non solo mettendo a fuoco le composizioni, le geometrie, i volumi e l’armonia dei colori, ma comprendendo il valore degli spazi così da coglierne l’enigma.

Fontana, Concetto spaziale, Ellisse, Collezione Privata
Dal 12 aprile al 14 settembre 2025 il nuovo CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia ospiterà la mostra “Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito”, dedicata a due grandi interpreti dell’arte italiana del Novecento, per la prima volta insieme in un confronto diretto.
Le opere di entrambi gli artisti, infatti, in passato sono state protagoniste di importanti collettive dedicate all’arte d’avanguardia in Italia, ma mai era accaduto di assistere a un confronto così diretto.
L’accostamento proposto invita il visitatore a guardare le loro opere con occhio nuovo, non solo mettendo a fuoco le composizioni, le geometrie, i volumi e l’armonia dei colori, ma comprendendo il valore degli spazi così da coglierne l’enigma. Una mostra che vuole aggiungere un tassello inedito alla comprensione di Morandi e Fontana, due maestri ormai riconosciuti a livello internazionale.
L’esposizione, a cura di Maria Cristina Bandera, tra le maggiori studiose dell’arte del Novecento, curatrice delle indimenticabili antologie di Morandi al Metropolitan di New York e a Palazzo Reale, e Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze che recentemente ha curato Lucio Fontana. L’origine du monde e Alberto Giacometti e Lucio Fontana. La ricerca dell’assoluto, presenta circa 60 opere provenienti da prestigiosi musei italiani, tra cui il Museo Morandi di Bologna, la GAM di Torino e il MART di Rovereto, e importanti collezioni private, nonché dalla collezione permanente del Museo CAMeC di La Spezia.

Giorgio Morandi, Paesaggio con grande pioppo, 1927, Olio su tela, 61,9×42,9 cm, collezione privata
Il percorso espositivo si apre con i famosi Concetti spaziali di Fontana e ci accompagna in un excursus, dagli anni ‘50 agli anni ’60, che, partendo dai famosi buchi e dalle tele con pietre, giunge al periodo dei tagli, le emblematiche Attese. L’invenzione più originale di Fontana, il bucare la tela alla ricerca di una dimensione infinita, sposta e capovolge il modo di concepire l’arte segnando l’inizio di una nuova epoca. Nello stesso periodo una differente ricerca chiede al mondo contemporaneo dell’epoca di compiere un altro salto, puntando all’invisibile nascosto nel mondo quotidiano: il salto vertiginoso è indicato da Giorgio Morandi a cui è dedicata la sala successiva, in cui troviamo una selezione tra le più significative opere della sua produzione artistica, tra nature morte e paesaggi, a partire dagli anni ’20 fino al ’60.
Come serbate in uno scrigno, in questa sala, le celebri composizioni con bottiglie, caraffe, piccoli vasetti, caffettiere, scatole di latta, si alterneranno ai paesaggi di Grizzana, tanto cari a Morandi, che raccontano di un tempo sospeso. Paesaggi contemplati in lontananza, muri riscaldati dal sole d’estate, caseggiati che quasi svaniscono come sottratti alla nostra percezione visiva. Oggetti quotidiani e domestici, luoghi umili e familiari, che sembrano resistere al passare del tempo, che non appartengono né al mondo reale né a quello del linguaggio simbolico. Il percorso prosegue di nuovo con Fontana con i celebri Teatrini e una Fine di Dio, tra le opere più ammirate e ricercate dell’artista. L’ultima sala è dedicata ai disegni, agli acquerelli e alle incisioni di Morandi e Fontana, punti di partenze delle loro evoluzioni creative. In mostra anche alcune sculture, tra cui le celebri Nature in bronzo e le Nature e i Concetti Spaziali in vetro, porcellana e ottone.

Lucio Fontana, Concetto spaziale Teatrino, 1965, idropittura su tela e legno laccato, 120×110,5×6,3, Collezione Privata
Un’acuta e inusitata indagine sul rapporto tra la materia e l’essenza invisibile delle cose, tra la contingenza e l’infinito, che accomuna i due artisti, Giorgio Morandi e Lucio Fontana, apparentemente molto distanti tra loro.
Nelle nature morte e nei paesaggi di Morandi, la ripetizione di soggetti essenziali, con minime variazioni, sospende il tempo in un presente immobile. La materia pittorica e il colore creano un universo rarefatto, in cui spazio e tempo si dilatano nell’attimo prolungato della loro apparizione. Nei disegni e negli acquerelli, il segno si fa scrittura impercettibile, un aforisma visivo. Nella sua pittura tonale, che assume registri espressivi sempre nuovi tendendo a una progressiva spogliazione, la luce non è naturale ma mentale: principio costruttivo che modella lo spazio e dissolve il confine tra pieno e vuoto, tra realtà e astrazione. Gli oggetti, privati della loro funzione, diventano presenze sospese, immerse in una dimensione dilatata e cariche di un’aura metafisica.
A questa ricerca interiore, che scava nella realtà fino a trasfigurarla, si contrappone l’azione radicale di Fontana. Con i suoi Concetti spaziali, i buchi e i tagli spezzano la superficie pittorica, aprendo lo sguardo sull’incommensurabilità dello spazio e del tempo. La pratica artistica si riduce a un gesto essenziale, al contempo elementare e assoluto. La materia non è più rappresentata, ma attraversata, mentre la luce, penetrando nelle fenditure, trasforma il quadro in una dimensione nuova, dove il vuoto diventa protagonista. Il suo linguaggio non è solo un’indagine fisica dello spazio, ma un’esperienza concettuale ed emotiva, un varco sull’ignoto.
Pur attraverso linguaggi opposti, Morandi e Fontana ci guidano oltre la percezione immediata del reale, aprendo lo sguardo a nuove possibilità dell’assoluto e dell’eterno. Nella pittura sospesa di Morandi e nei tagli di Fontana si intreccia un dialogo inatteso: lo spazio si espande, il tempo si dilata, l’infinito affiora. Come in un’eco leopardiana, le loro opere spingono a meditare sulla condizione finita dell’uomo, evocando quegli “infiniti spazi e sovrumani silenzi” che conducono la mente sulla soglia dell’infinito.

Giorgio Morandi, Paesaggio, 1961, Olio su tela, 30×50 cm, Collezione Privata
Scheda
Titolo: Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito
Dove: CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea, Piazza Cesare Battisti, 1, La Spezia
Quando: fino al 14 settembre 2025
Orari: Da martedì a domenica 10-19; Primo venerdì del mese aperto fino alle 22. Chiuso il lunedì
Ingresso: intero 15 euro; ridotto 7,5 euro per giovani under 26 e adulti over 65; 5 euro per residenti provincia della Spezia. Il biglietto include anche la Collezione permanente. Ogni prima domenica del mese ingresso 2 euro per tutti
Info: https://camec.sp.it/