L’esposizione di Fondazione Palazzo Magnani, per la prima volta nella città natale dell’artista reggiano, è curata da Martina Corgnati e sarà visitabile dal 21 settembre al 24 novembre 2024. Il titolo della mostra “Frattempo. Le curve di Manderlbrot” fa riferimento all’omonima serie pittorica, realizzata da Bertoli a partire dagli anni Novanta
Luciano Bertoli, “Frattempo. Le curve di Manderlbrot“, mostra a Palazzo da Mosto Reggio Emilia
Ieri mattina a Palazzo da Mosto è stata presentata la mostra di Fondazione Palazzo Magnani dedicata a Luciano Bertoli che s’intitola “Frattempo. Le curve di Manderlbrot“. La opere di Bertoli saranno visitabili dal 21 settembre al 24 novembre 2024.
L’esposizione, per la prima volta nella città natale dell’artista reggiano e curata da Martina Corgnati, fa riferimento all’omonima serie pittorica, realizzata a partire dagli anni Novanta e mai esposta al pubblico, custodita dalla famiglia nel futuristico studio-abitazione dell’artista nei pressi del Castello di Canossa.
“La mostra dedicata a Luciano Bertoli – ha dichiarato Maurizio Corradini, presidente della Fondazione Palazzo Magnani – si colloca in pieno nel solco tracciato in questi anni dalla Fondazione Palazzo Magnani, per la grande attenzione rivolta al rapporto tra artisti e correnti nazionali ed internazionali da un lato, e figure che, formandosi e operando a Reggio Emilia nella seconda metà del Novecento, con tali istanze hanno saputo dialogare costruendo un proprio percorso di grande rilievo. L’interesse di Bertoli per un dialogo fecondo tra scienza, tecnica, arti plastiche e visive restituisce una vitalità e una dinamicità ai tanti lavori proposti in mostra, in grado di interessare più generazioni di visitatori. La collocazione nello splendido Palazzo da Mosto è un ulteriore elemento di interesse e di attrattività per chi avrà il piacere di visitare la mostra”.
Luciano Bertoli, “Frattempo. Le curve di Manderlbrot“, mostra a Palazzo da Mosto Reggio Emilia
“Ringrazio – ha affermato Andrea Bertoli, figlio dell’artista – tutte le persone che hanno realizzato e reso possibile questa mostra. L’esposizione permette di scoprire il lavoro realizzato da Luciano che parte dalla metà degli anni Sessanta fino alla fine della sua vita. Cittadini e curiosi posso quindi ripercorrere il suo percorso d’artista eclettico, la qualità delle opere da lui realizzate, mai scontate e avveniristiche“.
“Con questa mostra – ha affermato la curatrice Martina Corgnati – si intrecciano vicende che hanno coinvolto intere generazioni. Chi è Luciano Bertoli? Bertoli è un artista che non si è mai mosso da Reggio Emilia ma che è riuscito ad abbracciare, durante buona parte della sua carriera, le correnti internazionali più vive dell’epoca: dall’arte povera al minimalismo, dagli anni Settanta agli anni 2000 con una vera e propria “primavera” della pittura. Luciano era assai interessato alle teorie scientifiche oltre che ai temi legati alla storia dell’arte. Tra i suoi caratteri emerge uno sguardo costante al passato e alla tradizione del ‘400 toscano oltre che a un forte richiamo alla meccanica, al fantasy e al cinema. Bertoli è un artista a tutto tondo che non separa l’arte dalla vita”.
Il corpus principale della mostra, volta a riscoprire l’interesse e l’originalità di una ricerca lontana dal mainstream artistico e commerciale, è composto proprio dai dipinti denominati Frattempo. Le curve di Mandelbrot, capaci di evidenziare lo spiccato interesse dell’artista per le scienze esatte.
Luciano Bertoli, “Frattempo. Le curve di Manderlbrot“, mostra a Palazzo da Mosto Reggio Emilia
L’insieme di Mandelbrot, così chiamato dal nome del fisico polacco scopritore dei frattali, è un insieme di numeri complessi, delineato graficamente nel 1984 da Heinz-Otto Peitgen e John H. Hubbard e reso popolare da una copertina della notissima rivista di alta divulgazione Scientific American.
Fra il pubblico di entusiasti conquistati da quell’immagine coloratissima c’è Bertoli, che in quel momento scopre una diversa potenzialità artistico-creativa insita nel suo spiccato interesse per la fisica e il mondo della scienza in generale; la dimensione meccano-dadaista, così lungamente esplorata dagli anni Settanta in avanti, cede il passo a una ricerca più fantasy ed evocativa, che sospinge lo spettatore a navigazioni libere verso le leggi meno intuitive della fisica e verso la danza delle molecole organiche in uno spazio-tempo diverso da quello lineare della percezione ordinaria.
Luciano Bertoli, “Frattempo. Le curve di Manderlbrot“, mostra a Palazzo da Mosto Reggio Emilia
“Le mie immagini – scriveva Luciano Bertoli – sono frutto di pura intuizione, di auscultazione matematica, inventate da un visionario che ama la fisica quantistica, visualizzando ciò che si può soltanto intuire, immaginare, cioè l’origine dell’universo della meccanica quantistica di Niels Bohr e Max Planck. Esteticamente ho accentuato la coloristica, le vibrazioni, la spazialità, tutto ciò che rimane inesplorato se non dall’occhio-mente“.
Il percorso espositivo è completato da una ricca sezione dedicata alle opere del periodo precedente – dipinti, sculture, grafiche, disegni e assemblaggi – per presentare al pubblico le componenti essenziali di un percorso sperimentale nei materiali e nelle tecniche e sempre sostenuto da una genuina curiosità per il mondo delle macchine e della tecnica, protagoniste della società a lui contemporanea e di altre civiltà possibili, futuribili, fantascientifiche.
Luciano Bertoli, “Frattempo. Le curve di Manderlbrot“, mostra a Palazzo da Mosto Reggio Emilia
Negli anni Settanta e Ottanta, l’artista lavora, infatti, a paesaggi ibernati, costruzioni autogeneranti, animali meccanici, erotismi metallici, città ideali plastificate ed elettriche, installazioni e sculture, ma anche a cartelle di disegni e grafiche caratterizzate da perfezione tecnica e attenzione al dettaglio. La stessa cura che Bertoli riserva ai bozzetti: più che schizzi, veri e propri progetti ingegneristici, funzionali alla meccanizzazione delle sue sculture, molte delle quali pensate per l’esterno.
Coniugando magia e tecnica, spirito fantastico alla Julius Verne e attitudine rigorosa da ingegnere, in cinquant’anni di ricerca Luciano Bertoli è stato in grado di intravedere aspetti della chirurgia e dell’informatica, della cibernetica e della medicina, al tempo neppure concepibili, facendo dell’arte, come conclude la curatrice, “uno strumento per essere nel tempo, nel proprio tempo, come ponte per proiettare intuizione e intelligenza verso il mondo e l’universo e le sue leggi”.
Luciano Bertoli, “Frattempo. Le curve di Manderlbrot“, mostra a Palazzo da Mosto Reggio Emilia
“(…) Rapito da un desiderio assoluto di nuove emozioni, una voglia di immaginare altro. Non temo – scriveva Luciano Bertoli nel 2006 – di ripetermi se ripetizione significa dolcezza, cerco un paradiso sicuro in cui si può ancora credere; un Eden che mi avvicini alla felicità, alla massima esaltazione dell’amore”.
La mostra è accompagnata dal catalogo Luciano Bertoli. Frattempo. Le curve di Mandelbrot pubblicato da Silvana editoriale e disponibile presso il bookshop. Curato da Silvia Cavalchi con un testo critico di Martina Corgnati, il volume si compone di 144 pagine, 85 immagini a colori e 130 fotografie in bianco e nero.
Sabato 12 ottobre, in occasione della ventesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, Palazzo da Mosto sarà aperto gratuitamente al pubblico. Per informazioni: https://www.palazzomagnani.it/.
Conferenza stampa a Palazzo da Mosto, presentazione mostra Luciano Bertoli. In foto da sinistra: Alessandro Gazzotti, Leonello Guidetti, presidente di Fondazione Manodori, Maurizio Corradini, presidente della Fondazione Palazzo Magnani, Andrea Bertoli, figlio dell’artista, e la curatrice Martina Corgnati
Scheda Tecnica:
Titolo: Frattempo. Le curve di Mandelbrot
Dove: Palazzo da Mosto, Via Giovanni Battista Mari 7, 42121 Reggio Emilia
Quando: dal 21 settembre al 24 novembre 2024
Orario: giovedì: 10-13/15-19; venerdì, sabato, domenica e festivi 10-19
Biglietti: interno 11 euro, ridotto: 8 euro
Info: T. 0522 444446 email: bertoli@palazzomagnani.it