Di Andrea Schillaci
In mostra a Firenze 180 immagini della grande fotografa italiana
Lisetta Carmi, Firenze, ottobre 1966. cm 30×40 © Martini & Ronchetti, courtesy Archivio Lisetta Carmi
L’indagine sull’uomo e sulla società attraverso le immagini dei travestiti del ghetto di Genova, la drammatica denuncia delle condizioni di lavoro dei portuali, le donne fotografate in ogni parte del mondo, intense e profondamente vere. L’umanità è al centro dello sguardo della grande fotografa Lisetta Carmi, a cui è dedicata la mostra monografica “Lisetta Carmi. Suonare Forte”, a Firenze, a Villa Bardini, fino all’8 ottobre. L’esposizione, già proposta a Torino, nel riallestimento fiorentino propone due sezioni speciali di approfondimento inedite dedicate all’alluvione del 1966 e al compositore fiorentino Luigi Dallapiccola.
In mostra sono esposte 180 fotografie scattate in vent’anni di vita professionale tra gli anni Sessanta e Settanta, che propongono uno spaccato dei più importanti progetti fotografici di Lisetta Carmi. La maestra della fotografia, sopravvissuta alle persecuzioni razziali, trasforma la macchina fotografica in uno strumento per capire il mondo e la condizione umana e allo stesso tempo per trovare risposte su sé stessa e lenire la sua angoscia esistenziale.
Il titolo della mostra dedicata alla grande fotografa, scomparsa meno di un anno fa, evoca la sua formazione di pianista ma anche il coraggio di cambiare direzione, di intraprendere percorsi diversi, di seguire la sua ostinata volontà di dare voce agli ultimi.
Ezra Pound, 1966 © Lisetta Carmi – Martini & Ronchetti
Nove le sezioni presenti in mostra, fra cui quella dedicata al tema del lavoro. Ci sono le immagini delle drammatiche condizioni dei lavoratori nel Porto di Genova, sua città natale, gli operai dedicati allo scarico dei fosfati dalle stive, immersi nella polvere bianca, le fabbriche con le lavorazioni più spettacolari e pericolose come la colata dell’acciaio all’Italsider, le giovani operaie nel sugherificio di Calangianus in Sardegna. Ed è proprio la figura della donna a proporsi come protagonista nella serie di scatti crudi e perturbanti del parto, o degli incontri fatti nei tanti Paesi visitati: Israele, India, Afghanistan, Venezuela, Marocco, Messico. Esposti anche i quarantadue scatti ripresi nel sottosuolo di Parigi. Questi diventano un libro d’artista, Métropolitain, che si aggiudicherà il secondo Premio per la cultura nella Fotografia a Fermo nel 1966.
Lisetta Carmi, Afghanistan, Kabul, 1972. © Martini & Ronchetti, courtesy archivio Lisetta Carmi
Ampio spazio è dedicato al lavoro composto in sei anni di assidua frequentazione con la comunità dei travestiti, dal 1965 al 1971, nel centro storico genovese, con il quale Carmi rivendica il diritto di ogni individuo a determinare la propria identità di genere. Sono scatti sia in bianco e nero e a colori, questi ultimi riscoperti pochi anni fa nell’archivio della fotografa.
Nel febbraio 1966, a Sant’Ambrogio di Zoagli, solo un incontro di quattro minuti fu sufficiente a Carmi per restituire un’intensa serie di ritratti del poeta Ezra Pound, esposta integralmente.
Si tratta del primo appuntamento del progetto delle Gallerie d’Italia – Torino dedicato alla grande fotografia italiana del Novecento promossa da Intesa San Paolo e a Firenze da Fondazione CR Firenze e Parchi Monumentali Bardini e Peyron (Andrea Schillaci).
Scheda
Titolo: “Lisetta Carmi. Suonare Forte”
Quando: 3 maggio 2023 – 8 ottobre 2023
Luogo: Villa Bardini, Costa San Giorgio 2, Firenze
Orario: da martedì a domenica, 10-21 (ultimo ingresso ore 20)
Info: Tel. 055 2989816