In esposizione alla Galleria d’Arte Moderna circa 130 opere per ripercorrere la variegata realtà dell’espressionismo italiano, con particolare riferimento alle personalità e ai gruppi attivi principalmente a Roma, Milano e Torino
Mario Mafai, Le case del Foro Traiano, 1930, Olio su tavola, cm 40 x 50 – Colleziona GAM
Una delle stagioni più originali della cultura artistica italiana della prima metà del XX secolo è rappresentata dall’espressionismo degli anni Venti-Quaranta che, pur sviluppato in gruppi più o meno definiti e longevi, ha apportato alla ricerca artistica un contributo di fondamentale rilievo. A questa esperienza estetica e poetica a cavallo fra le due guerre è dedicata la mostra L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano, ospitata fino al 2 febbraio 2025 alla Galleria d’Arte Moderna e ideata in vista della celebrazione del centenario della stessa Galleria (1925-2025).
La mostra riflette su alcune delle più importanti personalità che, in percorsi individuali o in seno a gruppi codificati, hanno declinato nell’Italia degli anni Venti-Quaranta la proposta di un linguaggio spiccatamente antiaccademico, incentrato sulla trascrizione del dato soggettivo interiore, un colore antinaturalistico e ribelle, un’idea di forma deviante rispetto al canone “classico” di bellezza. Per questi artisti non è importante la rappresentazione asettica delle cose, la mera “trascrizione” del dato percepito dai sensi, ma piuttosto l’esternazione delle proprie visioni interiori, la “interpretazione” di quel dato. Espressionismo deriva dal latino exprimĕre, composto da ex e premĕre, cioè, premere fuori, spremere, esternare attraverso il filtro soggettivo. Su questa base ecco che i ritratti non tendono più verso l’esattezza fotografica, che sul paesaggio si deposita uno sguardo inquieto e la città diventa scenario di visioni allucinate e oniriche, mentre gli oggetti delle nature morte sembrano metafore enigmatiche. Forme deformanti e colori ribelli, aggressivi e spregiudicati, offrono alle idee un adeguato strumento linguistico.
Alberto Ziveri, Il postribolo, 1945, Olio su tela, cm 100 x 125 – Collezione Iannaccone, Milano
Grazie al dialogo fra la collezione della Galleria d’Arte Moderna, le opere provenienti da altre collezioni capitoline (Musei di Villa Torlonia, Casa Museo Alberto Moravia) e le opere provenienti dalla prestigiosa Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano, mai esposta nella Capitale, sarà possibile ripercorrere la variegata realtà dell’espressionismo italiano, con particolare riferimento alle personalità e ai gruppi che hanno avuto come centro d’azione le città di Roma, Milano e Torino. Gli artisti in mostra: Afro, Arnaldo Badodi, Mirko Basaldella, Renato Birolli, Domenico Cantatore, Bruno Cassinari, Gigi Chessa, Filippo De Pisis, Lucio Fontana, Nino Franchina, Nicola Galante, Renato Guttuso, Carlo Levi, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Marino Mazzacurati, Roberto Melli, Francesco Menzio, Ennio Morlotti, Fausto Pirandello, Antonietta Raphaël, Aldo Salvadori, Aligi Sassu, Scipione (Gino Bonichi), Emilio Sobrero, Luigi Spazzapan, Filippo Tallone, Fiorenzo Tomea, Arturo Tosi, Ernesto Treccani, Italo Valenti, Emilio Vedova, Alberto Ziveri.
La mostra è progettata per essere fruibile dal più ampio pubblico possibile: per le persone con disabilità visiva è stato infatti elaborato un percorso dedicato, dotato di disegni a rilievo con traduzioni in braille e relative audiodescrizioni.
Scipione (Gino Bonichi), Cavalli davanti al mattatoio, 1929, Olio su tavola, cm 35,8 x 41,5 – Collezione Iannaccone, Milano