di Domizia Dalia – pubblicato su COLLEZIONARE aprile/maggio 2017
L’uovo è il simbolo della Vita e l’Ortodossia ne ha tratto l’essenza spirituale legando lo scambio delle uova alla Pasqua come segno di Vita Nuova
Uovo Pasquale Russo della collezione di Maria P. Sormani, Manifattura di Lukutin, 1890. Raffigurazione della Resurrezione e Cattedrale in papier-mâché, polvere metallica, or mussif, olio, lacca, pittura
Lo scambio delle uova durante il rito pasquale Ortodosso è una cerimonia che si perpetua da secoli. Grandi scrittori come Tolstoj ne fissarono indelebilmente i dettagli, tramandando così l’energia spirituale che ne deriva. Che siano in porcellana o in materiali più poveri, le Uova Pasquali Russe rappresentano una forma d’arte parallela a quelle più conosciute, ma non meno virtuosa. Abili decoratori, gioiellieri, artigiani si sono cimentati, nei secoli, nella loro creazione seguendo il gusto personale o quello di committenti importanti, come la Famiglia Imperiale. Gli stessi Zar, infatti, hanno sempre rispettato la tradizione augurale seguendo la cerimonia del triplice bacio e della distribuzione di questi preziosi oggetti con la Corte. Maria Palumbo Sormani, colta collezionista raccoglie Uova Pasquali Russe da anni ed è riuscita a creare una collezione di grande valore culturale, perché in fondo ogni uovo, come ci spiega “è una piccola summa storica ed estetica del suo tempo”.
Uovo Pasquale Russo – 1919, legno intagliato con doratura in oro zecchino su bolo rosso. Sul verso è raffigurato un cuore ardente sormontato dalla Croce, su un’ancora e un ramo di palma decussati. Sul bordo due racemi culminanti in un fiore.
Dottoressa Sormani, come spesso accade per gli appassionati d’arte e i collezionisti lei ha uno spiccato senso estetico e a dimostrarlo è anche la selezione fatta negli anni di queste splendide uova pasquali. Quando le ha scoperte ?
All’inizio degli anni Ottanta ne trovai uno durante un mio soggiorno a Trieste. Non si trattava di un esemplare in porcellana, ma di un bell’uovo della manifattura di Lukutin in papier- mâché, raffigurante sul recto la Resurrezione di Cristo e sul verso la Cattedrale del Salvatore a Mosca. Per molto tempo questo pezzo è rimasto un unicum fino al 1989 quando scovai una piccola raccolta di uova in porcellana in un negozio in via Turati a Milano. Ne acquistai subito uno, ma in pochi mesi la collezione diventò completamente mia. Purtroppo non ebbi l’accortezza di estendere l’acquisizione anche ai nastri che forse potevano essere restaurati. Non avevo ancora un’idea precisa della complessità del collezionare Uova Pasquali Russe, l’argomento mi era ancora culturalmente estraneo. Fino a quel momento, infatti, mi ero lasciata guidare principalmente dall’estetica. La conoscenza è arrivata gradualmente grazie alla passione e alla preziosa collaborazione degli amici Mario e Luisa Coccopalmerio, studiosi molto sensibili e dotti.
Che cosa l’affascina di queste uova?
Il simbolo in sé dell’uovo che è vita, la loro plasticità tattile oltre alla bellezza e al significato della decorazione.
Il primo esemplare di una collezione non si dimentica mai, da quel numero uno la sua raccolta è cresciuta e oggi quanti esemplari conta?
Comprende cinquantadue pezzi, la maggior parte in porcellana, papier- mâché e vetro, ma vi sono anche uova in altri materiali come argento, stoffa e legno.
Che significato hanno queste uova e quando venivano scambiate?
L’uovo come dicevo è il simbolo della Vita e l’Ortodossia ne ha tratto l’essenza spirituale legando lo scambio delle uova alla Pasqua come segno di Vita Nuova.
La cosa che affascina molto i non esperti sono le decorazioni e la varietà dei materiali utilizzati per la loro realizzazione, dal semplice legno ricoperto con foglia d’oro ai più preziosi in porcellana, ma anche in molti altri…
Oltre la porcellana, considerata da molti studiosi e collezionisti il materiale più adatto per questi oggetti augurali, ne esistono altri di uguale fascino. Uno tra tutti è il papier-mâché, ovvero cartone pressato laccato e dipinto la cui tecnica, importata nel corso del XVIII secolo dalla Cina in Europa, ha trovato ampio apprezzamento in Russia soprattutto grazie all’opera di Korobov, il fondatore delle manifatture dette in seguito di Lukutin o del suo concorrente Vishniakov. Molto interessanti sono anche le uova realizzate in argento – con decorazioni in smalto cloisonné e champlevé – . Altri materiali sono il cristallo o il vetro sia lattimo sia semplice. Spesso in questi esemplari vi è dipinta la sigla XB che sta per Christos Voskres ovvero Cristo è risorto.
da sin: 1) Uovo Grande Vetro XB, fine XIX secolo, manifattura privata non identificata. Vetro soffiato, colori a smalto, doratura all’interno – 2)Uovo con Stemma dell’Impero Russo, Imperiale Manifattura di Porcellana, 1910. Porcellana con decoro a smalto e doratura. – 3)Uovo Pasquale Russo. Imperiale a spicchi, Imperiale Manifattura di Porcellana, XIX secolo. nastro originale in seta. 4)Uovo Imperiale Flambé, porcellana e smalto policromo di color rosso. Imperiale Manifattura di Porcellana, dopo 1880
Quali sono le caratteristiche tecniche e le dimensioni più usuali?
Gli esemplari più antichi hanno dimensioni contenute, dai tre ai sette centimetri. Dall’Ottocento in avanti raggiungono i dieci e undici centimetri. Questo vale sia per la produzione della Imperiale Fabbrica sia per le manifatture private, tra le più importanti posso citare quelle di: Popov, Gardner, Kuznekov. L’altra caratteristica di rilievo è che questi oggetti hanno quasi sempre – a meno che non si tratti di Uova Pasquali da appoggio – due fori uno all’apice e uno alla base per permettere il passaggio del nastro poiché era consuetudine appendere le stesse accanto alle icone nell’ “angolo bello” della casa.
Citando Marianna Bubčikova la porcellana è il materiale per eccellenza poiché “riesce ad imitare quasi perfettamente le caratteristiche dell’uovo vero cioè forma, fragilità, biancore, purezza, e semitrasparenza”. Esistono quindi molti esemplari realizzati con questo materiale anche provenienti dalla Imperiale Manifattura. D’altronde in Russia la porcellana viene anche chiamata l’oro bianco degli Zar. Lei possiede diversi esemplari realizzati dalla Fabbrica Imperiale, come riconoscerli?
Se parliamo delle uova di porcellana dobbiamo rifarci alla storia di questo materiale in Russia che come per il resto d’Europa si sviluppa a partire dal 1700 dopo che a Meissen fu scoperta la sua formula. Nel 1744, infatti, Dmitrij Vinogradov riscoprì il segreto cinese e fu fondata l’Imperiale Manifattura di Porcellana a San Pietroburgo. La riconoscibilità di un uovo prodotto dalla Manifattura Imperiale deriva da criteri estetici, storicizzabili nelle varie correnti della cultura figurativa russa e trae valore dal confronto con gli studi compiuti in questo campo e dal fatto che alcune uova sono firmate dall’artista miniatore. Solo durante il regno di Nicola I (1825-1850) veniva stampigliato presso il foro alla base dell’uovo il monogramma N I.
da sin.: 1) Uovo Pasquale Russo in cristallo verde molato. Seconda metà del XIX secolo – 2) Uovo Pasquale Russo – Resurrezione Mirofore, in legno dorato a foglia d’oro. Scuola di Mstiora, 187 – 3) Uovo Pasquale Russo- “La Zarina”, vetro lattimo, filigrana dorata, strass. Manifattura non identificata, 1880-1890
Dal punto di vista iconografico queste uova pasquali possono essere più o meno semplici …
Le uova sono quasi sempre figurate. Distinguiamo un’iconografia a soggetto religioso – la Resurrezione, i Santi, la Madonna – o laico – frutti, fiori, uccelli, schemi geometrici –, entrambi i temi ribadiscono il simbolo della vita rinnovata.
Il suo primo uovo è rimasto per molto tempo un unicum, è molto difficile reperirli?
Trovarli non è semplice, ma oggi internet ha reso le ricerche molto più facili. Anche se più spesso mi rivolgo alle grandi case d’asta e a qualche antiquario specializzato.
Immagino che sul mercato ci siano anche delle copie moderne, come riconoscere l’autenticità di un pezzo?
Come detto le Uova Russe in porcellana devono avere i famosi due fori per far passare il nastro di sospensione. Quindi uno dei criteri più concreti per valutare l’autenticità di un uovo in porcellana è proprio questo.
Che quotazioni hanno?
È difficile dare un range perché tutto dipende dalla rarità della decorazione, dall’epoca, per non parlare dello stato perfetto o meno della conservazione e non ultimo dall’andamento del mercato antiquariale.
Nella sua collezione c’è un esemplare più originale degli altri?
Direi l’Uovo Imperiale Flambé per la sorprendente modernità e bellezza. Si tratta di un pezzo in porcellana e smalto policromo di color rosso, il cosiddetto rouge flambé, violetto e azzurro con macchie turchine.