di Domizia Dalia – pubblicato su COLLEZIONARE settembre/ottobre 2016
Dalle cartoline pubblicitarie alle gomme da cancellare, Riccardo Manini, ex dirigente Pirelli, raccoglie da anni oggetti e materiale storico dell’azienda meneghina. Oggi la sua collezione vanta oltre cinquemila pezzi
È una lunga storia quella che narra il rapporto tra Riccardo Manini e la Pirelli. Un intreccio che non si è sciolto neanche a seguito della sua uscita definitiva dall’azienda meneghina dopo una brillante carriera, grazie all’interesse per ogni tipo di oggetto e materiale storico Pirelli. Una passione, questa, che continua a coltivare ricercando sempre nuovi esemplari da aggiungere alla sua collezione che ormai conta più di cinquemila pezzi. Il campo di ricerca è ampio, sia dal punto di vista del periodo sia per quanto riguarda la vastità delle tipologie prodotte da questo colosso aziendale fin dalla sua fondazione nel 1872, insomma una vera e propria manna per i collezionisti amanti del genere.
La curiosità sugli oggetti marchio Pirelli è nata certamente grazie anche al suo lavoro in azienda…
L’inizio è stato casuale, come per la maggior parte dei collezionisti. Passeggiando con mia moglie tra i banchi del mercatino sui Navigli, qui a Milano, mi sono imbattuto in una vecchia cartolina Pirelli che illustrava la Bicocca, quartiere nel quale dal 1922 si era insediato un grande stabilimento dell’azienda famosa per la lavorazione della gomma, e per la quale lavoravo da lungo tempo. A questo primo acquisto ne sono seguiti altri e in pochissimo tempo la curiosità è ‘degenerata’, diventando una passione frenetica.
Considerando la grande quantità di oggetti prodotti e pubblicizzati dalla Pirelli avrà dovuto mettere dei limiti alle sue ricerche…
La raccolta si concentra sul materiale, soprattutto cartaceo, che pubblicizza l’azienda dalle sue origini fino e non oltre gli anni Settanta. A questi si aggiungono numerosi oggetti curiosi prodotti non solamente per il mercato italiano, come scatole per tacchi da scarpe, accendini, posacenere, tagliacarte, gomme per cancellare e così via. Anche se la sezione che prediligo è quella delle vecchie cartoline e dei bloc-notes con il logo.
Quando parla di oggetti di carta oltre alle cartoline e alle vecchie pubblicità a cosa si riferisce?
Per esempio ai documenti come fatture, lettere su carta intestata, buste e molto altro, diciamo tutti i materiali che mi consentono di ricostruire la storia dell’azienda e l’evoluzione del marchio. Ovviamente gli oggetti più antichi sono anche i miei preferiti, per esempio tra le cartoline quella più datata risale al 1882 ed è di Giovanni Battista Pirelli, mentre per quanto riguarda le pubblicità è degna d’attenzione la prima campagna sugli pneumatici del 1896, diffusa sulla rivista TCCI – Touring Club Ciclistico Italiano –.
Attraverso la sua raccolta possiamo anche notare l’evoluzione delle tecniche pubblicitarie utilizzate. Si passa dalle sole scritte, dei primissimi anni, ai bellissimi disegni anche di illustratori noti come Mauzan e Bassi tra i tanti. Quando la fotografia incomincia a prendere piede?
Già durante la guerra del 15/18 vengono accostate alle scritte le prime immagini. Dato il periodo è facile trovare nelle riviste di quegli anni, pubblicità di maschere a gas, prodotte dalla Pirelli. In quel periodo, inoltre, l’azienda milanese rifornì con materiale da cancelleria i soldati in trincea: si tratta di pezzi molto interessanti per noi collezionisti. Inoltre a testimonianza di come la Pirelli avesse una comunicazione innovativa e piani di marketing d’avanguardia, vi sono le campagne con i primi testimonial – una tra tutte quella che vede protagonista una giovane Paola Borboni promuovere le suole e i tacchi di gomma – e le prime sponsorizzazioni ad eventi principalmente quelli sportivi come la Targa Florio e la prima squadra ciclistica Pirelli, allora chiamata Equipe, con Coppi e Bartali.
I calendari Pirelli sono molto apprezzati da collezionisti e non, di tutto il mondo. Lei non li ha ancora citati, ma sicuramente saranno presenti in collezione…
Certo, anche se non sono la mia passione. Non li ricerco e quelli che possiedo me li hanno regalati quando lavoravo in azienda. Prediligo, invece, i vecchi calendari e quelli tascabili, che per me hanno un fascino superiore. Interessante è un esemplare da scrivania del 1926 con pagine giornaliere, ognuna delle quali riporta una pubblicità diversa. Un pezzo che dimostra la varietà dei prodotti messi sul mercato, dalla gommapiuma agli oggetti di gomma per il mare, dagli pneumatici alle palline da tennis e così via.
Moltissime sono le curiosità e gli oggetti che hanno sorpreso persino lei…
Per esempio un particolare pesalettere inglese. Oppure, sempre per il mercato anglosassone delle pubblicità degli anni Settanta che prendono in giro gli italiani giocando su alcuni luoghi comuni. La Pirelli su ogni mercato estero lanciava delle campagne mirate, anche questo ci permette di capire come fosse sempre attenta alla comunicazione. Dimenticavo, curiosi sono anche una serie di erinnofili – chiudilettera molto simili ai francobolli, ma senza valore fiscale – che sostituirono i classici sigilli.
Immagino che sia difficile stabilire dei valori reali di questi pezzi, poiché molto dipende dall’interesse e dal momento. Inoltre si tratta di oggetti trasversali, ricercati anche da chi raccoglie solo una categoria, come per esempio i collezionisti di cartoline in generale. Nonostante lei cerchi di acquisire nuovi esemplari a un prezzo equo, farebbe una pazzia per qualche cosa in particolare?
Forse per una cartolina firmata dall’illustratore Achille Luciano Mauzan, che sul mercato raggiunge cifre spropositate anche superando i mille euro. Mi è sfuggita per ben tre volte, ma sono sicuro che prima o poi mi capiterà l’occasione giusta!