di Domizia Dalia – pubblicato su COLLEZIONARE di marzo/aprile 2013
Lattine da record: sono oltre 9000 i pezzi raccolti da Christian Cavaletti nella sua collezione che raccoglie esemplari e oggettistica Pepsi provenienti da 101 paesi
Lattina dopo lattina senza mai fermarsi fino a riempire una casa e, per questo, sentire l’esigenza di cambiarla. “Solo Pepsi Cola, però!” precisa Christian Cavaletti, quarantasettenne di Busto Arsizio, che da oltre venti anni raccoglie incessantemente lattine di Pepsi provenienti da ogni angolo della terra. Un hobby diventato un secondo lavoro, che nel 2003 gli è valso il riconoscimento più ambito da ogni collezionista: entrare nel guinness dei primati, record di cui ancora oggi è il detentore.
Il suo sogno nel cassetto? Trasmettere questa passione ai suoi due figli, per formare una vera squadra! Christian, la sua collezione da guinness è incominciata direttamente dalle Pepsi Cola?
Dopo un viaggio in Spagna, mi sono accorto che le lattine erano differenti da quelle distribuite in Italia. Io e mio fratello abbiamo deciso, così, di cominciare a collezionarle. Inizialmente raccoglievamo anche quelle di Coca Cola, ma dopo un paio d’anni le abbiamo abbandonate: erano troppo facili da reperire! Per noi era molto più appagante recuperare le Pepsi Cola che, oltretutto, sono le più variopinte.
Sono passati diversi anni da quell’estate del 1989, quando lei e suo fratello avete riportato a casa le prime lattine e lei, senza mai stancarsi, continua a ricercare i pezzi mancanti in tutto il mondo. Quante ne ha raccolte fino ad oggi?
La collezione è composta da 9.275 esemplari provenienti da 101 Paesi. Da molti anni non ho più l’aiuto di mio fratello e proseguo la raccolta da solo. Le confido che per me si tratta di un secondo lavoro, poiché impiego molto tempo a catalogarle e a portare avanti le trattative con gli altri collezionisti.
Lei ha sottolineato la bellezza delle grafiche e le differenze esistenti tra i vari Paesi…
Le diversità si possono suddividere in base a tre diversi livelli. Il primo è legato al logo: Pepsi, nel corso degli anni, l’ha cambiato molte volte modificando – ovviamente – anche la grafica della lattina. Il secondo comprende quelle promozionali, ovvero i contenitori che riportano disegni di cantanti, di calciatori, di parchi divertimenti e di ogni genere di soggetto. Infine, quelle normali dove sulla lattina è riportato solamente il logo e gli ingredienti. La diversità sta proprio in questi ultimi, in quanto, scritti nelle diverse lingue e con segnalato l’indirizzo dell’imbottigliatore locale.
Immagino che le lattine promozionali, oltre ad essere le più attraenti da un punto di vista grafico, siano anche i pezzi da novanta per una collezione?
Le lattine promozionali, soprattutto quelle europee e asiatiche, sono le più affascinanti graficamente, poiché colorate e legate a eventi molto amati dai giovani. Negli U.S.A. quelle promozionali sono molte di più e presentano anche eventi locali tra cui persino sagre e fiere. Ciò accade perché in questo Paese ogni stato ha un centro d’imbottigliamento locale. Ovviamente le lattine promozionali sono le più rare perché vengono stampate in minore quantità rispetto a quelle standard.
La sua raccolta vanta anche pezzi molto antichi, come per esempio i primissimi esemplari messi in circolazione…
La prima Pepsi Cola è degli Stati Uniti e risale al 1948. Si tratta di un “top”, ovvero di una lattina con la parte superiore che sale – come fosse una bottiglia – chiusa con un tappo a corona. Questo perché all’inizio della produzione vi era un unico processo meccanizzato d’imbottigliamento. La seconda e la terza, sono sempre dei “top” e risalgono al 1950 e al 1951. Solamente a partire dagli anni Sessanta, è stato modificato l’aspetto, diventando com’è attualmente. Inizialmente erano senza apertura, bisognava forarle, e solo in un secondo momento è stato introdotto il sistema della linguetta che noi tutti conosciamo.
Quali sono i pezzi pregiati che rendono una collezione speciale e che quotazioni possono raggiungere?
Più sono antiche e più valgono. Poi ci sono quelle di film come Star Wars o di cantanti come Michael Jackson e Madonna dei paesi asiatici, soprattutto degli anni Ottanta. Si tratta di lattine che raggiungono quotazioni più alte perché ricercate anche dai collezionisti specifici di uno di questi soggetti. Le cifre variano e soprattutto sono assolutamente soggettive; si può partire da un dollaro, per le lattine in commercio, a migliaia di dollari. Nel mio caso, la più costosa è stata quella del 1948, pagata circa duemila dollari.
Quali sono gli esemplari che ancora non è riuscito ad accaparrarsi e che desidererebbe possedere?
Ce ne sono molti, per esempio: quella di Madonna di Taiwan o quella con Flesh della serie greca dei Supereroi, risalente agli anni Ottanta.
Dove ricerca le lattine? È stato agevolato dal web?
Le trovo in viaggio, ma oggi è più facile utilizzare internet. Esistono dei forum specializzati dov’è molto più semplice barattare e trovare lattine. Internet mi ha cambiato la vita. Fino al 1997, prima di concludere uno scambio dovevo spedire numerose lettere, senza considerare la fatica per rintracciare altri collezionisti. Nel corso degli anni ho costruito un diagramma che monitorizza l’incremento della mia raccolta e i picchi di crescita si riscontrano proprio nel 1997, quando ho iniziato a usare il web e le mail; nel 2000, quando ho iniziato a usare Ebay, e l’estate scorsa con Facebook. Per darle un’idea della potenzialità: se nei primi anni Novanta facevo uno scambio ogni tre mesi, adesso ne posso fare uno al giorno.
Per contatti: Christian Cavaletti – Email: christian.cavaletti@gmail.com