di Domizia Dalia – pubblicato su COLLEZIONARE dicembre 2016/gennaio 2017
La collezione di Gablonz, ornamenti realizzati a mano con perline in vetro soffiato, tipici della città di Jablonec nad Nisou, nella Boemia del Nord
Il Natale con la sua particolare atmosfera, è tra i periodi dell’anno più amati. Molti i motivi che rendono questo momento così affascinante, tra i tanti, uno dei più divertenti è la ricerca di addobbi sempre nuovi per la casa e per il proprio albero di Natale. A testimoniare questa tradizione anche la moltitudine di decorazioni natalizie create con materiali differenti fin dal Sedicesimo secolo. In ogni area geografica le produzioni degli addobbi seguono gusti e abitudini del territorio mettendo in risalto le qualità dell’artigianato locale. Anche i caratteristici Gablonz, ornamenti realizzati a mano con perline in vetro soffiato, tipici della città di Jablonec nad Nisou sono un settore della più vasta e fiorente attività vetraia di questa città nella Boemia d e l nord, un tempo sotto l’Impero austriaco. A collezionare questi piccoli capolavori non sono in molti. Noi abbiamo intercettato Alexej Potupin, in arte Aljoscha, popolare scultore di origine ucraina che dal 2001 vive e lavora a Düsseldorf.
Aljoscha, probabilmente è stata la sua spiccata sensibilità di artista a portarla a ricercare queste raffinate decorazioni natalizie. Piccoli capolavori di artigianato realizzati da mani esperte tra il 1870 e il 1940…
Sicuramente la mia predisposizione verso l’arte e la scultura mi ha portato a continuare una passione di famiglia. Già mia nonna, infatti, collezionava queste decorazioni natalizie e anch’io, come lei, non ho mai smesso di amarle.
La sua raccolta vanta molti esemplari?
Sono più di mille e la maggior parte dei miei Gablonz, tipici della città ceca Jablonec nad Nisou – o in tedesco Gablonz an der Neiße, da cui prendono il nome – sono stati realizzati nei primi anni del Novecento
L’invenzione del tedesco Hans Greiner che nei primi anni dell’Ottocento sviluppò una tecnica per realizzare perline in vetro con all’interno l’argento, ha stimolato la creatività degli artigiani boemi…
Questa invenzione in poco tempo si è diffusa in tutta Europa, perfezionandosi negli anni. Nel 1845, i fa- mosi vetrai di Jablonec nad Nisou incominciarono a produrre delle perline cave. In seguito al miglioramento della tecnica, avvenuta nel 1870 grazie a Justus Liebig, i mastri vetrai si specializzarono nelle produzione di queste perline soffiate a bocca di diverse forme e dimensioni (sfaccettate, trasparenti, con all’interno argento o oro, a bacchetta, con scanalature e così via). Utilizzate principalmente per creare bijoux, sono state adoperate anche per realizzare decorazioni natalizie creando, così, un mercato parallelo.
Con il successo ottenuto, queste decorazioni sono state apprezzate anche in altri Paesi come la Russia, gli Stati Uniti d’America e perfino il Giappone…
Inizialmente venivano importate e solo successivamente iniziarono ad essere prodotte anche in questi Paesi. Ovviamente il risultato era molto diverso e la fattura meno raffinata. Per esempio quelle realizzate con la stessa tecnica a San Pietroburgo hanno la caratteristica di montare perline molto più grosse e grossolane, mentre quelle giapponesi sono solamente bidimensionali, quindi molto più semplici. Io, ho concentrato le mie ricerche soprattutto sulle decorazioni originali ovvero quelle prodotte in Boemia.
Osservando la sua raccolta, vediamo che i soggetti sono molteplici, vanno da quelli più astratti a vere e proprie raffigurazioni di animali, stelle e così via…
I temi sono svariati. Il maggior numero è rappresentato da oggetti di uso comune come ceste, mulini, orologi, ma moltissimi sono anche quelli tipici del Natale, come candele, stelle comete, pupazzi di neve, agrifoglio, e palline tridimensionali. Nei Gablonz più datati, spesso si trovano elementi di altra natura come palline in ovatta, sagome in cartone, nastrini e tutto quello che poteva aiutare la creazione di decorazioni fantasiose ed insolite.
Come per la maggior parte degli oggetti che si possono collezionare, lo stato di conservazione, il periodo di esecuzione e la rarità di un pezzo ne determinano il valore. Questi Gablonz su che quotazioni si aggirano?
I più particolari e rari possono arrivare anche a mille euro. Ovviamente le condizioni incidono molto, e spesso si può incorrere in esemplari parzialmente restaurati con perline moderne, in questi casi il loro valore diminuisce notevolmente. Tra l’altro la loro fragilità fa si che di anno in anno vadano diminuendo, e questo li renderà sempre più unici e preziosi.
Oggi lei continua a ricercarli, quali sono i suoi canali preferiti? Sicuramente internet è di grande aiuto, ma quando ho tempo, tra una esposizione e l’altra, amo girare i vari negozi di antiquariato oppure partecipare a qualche asta.
Esistono molti collezionisti come lei?
So che ci sono altri amanti come me in Europa. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento sono stati pubblicati diversi studi, tra i tanti consiglio: quello di Waltraud Neuwirth o di Evelyn e Jürgen Ulzen.
Tra i suoi mille pezzi ve ne è uno che preferisce?
I miei gusti estetici si modi ficano in base alle esperienze del momento. Se però ne dovessi scegliere uno in questa fase della mia vita le direi la pallina di Natale, in ovatta, con appoggiate sopra le farfalle. Queste piccole opere d’arte mi sorprendono sempre!