di Domizia Dalia – pubblicato su COLLEZIONARE dicembre 2014/gennaio 2015
I presepi di carta nascono intorno al Seicento per soddisfare le esigenze dei meno abbienti che non potevano permettersi di acquistare le opere sculturoee. Vittorio Pranzini di Ravenna ci racconta alcune curiosità su questi pezzi ricercatissimi dai collezionisti
La tradizione del presepio è antichissima, addirittura il primo esemplare a tutto tondo risalirebbe al 1281, anno in cui il Maestro del Crocifisso, lo progettò per la Basilica di Santo Stefano, a Bologna… Un tempo i presepi erano principalmente realizzati per le chiese. Successivamente questa tradizione è stata importata anche nelle case dei nobili, gli unici che potevano permettersi di omaggiare la Natività con opere scultoree realizzate nei più disparati materiali. Per soddisfare le esigenze dei meno abbienti nascono in epoche relativamente più recenti, dal Seicento in poi, i presepi di carta. I primissimi esemplari – introvabili e costosissimi – sono tedeschi, stampati su fogli con la tecnica della xilografia.
Questi presepi sono anche definiti “su foglio”, ma più precisamente di cosa si tratta?
In questo caso le varie figure del presepio venivano stampate, con varie tecniche a seconda dell’epoca, su fogli di carta di medie dimensioni. Lo scopo era quello di ritagliarle per comporre su un piano il presepe tridimensionale. Le immagini erano tratteggiate con un segno semplice e pochi particolari, e distribuite in modo da utilizzare il più possibile lo spazio disponibile, con un effetto apparentemente disordinato in quanto alcune sembrano rovesciate mentre altre sono in posizione sia verticale che orizzontale. Tutte però possiedono una caratteristica comune, in quanto alla base hanno un piano d’appoggio costituito, di volta in volta, o da una fascia di terreno ondulato o pianeggiante, oppure da un prato con qualche cespuglio.
Di antichissimi presepi su foglio ne abbiamo traccia anche in Italia? Abbiamo una bella tradizione Italiana, dal XVIII secolo. Due stampatori importanti I Remondini di Bassano e i Soliani di Modena che, come risulta dai loro cataloghi, producevano anche i presepi di carta. Si tratta di opere da museo impossibili da trovare sul mercato. Questi fogli stampati venivano messi in commercio sia nella versione in bianco e nero che in quella a colori più costosa, ma certamente più decorativa e attraente. La coloritura veniva fatta sia a pennello sia con il sistema detto dai francesi a pochoir, utilizzando delle mascherine di cartone pesante o di zinco, traforate, che lasciavano passare il colore sciolto in acqua solo su alcune parti, con l’uso del pennello o più spesso di apposite spazzole e spugne. Per ogni colore veniva utilizzata una specifica mascherina e con questo sistema era possibile in poco tempo, anche da parte di artigiani non particolarmente esperti nella pittura – molto spesso venivano addirittura utilizzati dei bambini – colorare un gran numero di fogli.
Nella sua collezione troviamo anche questi esemplari?
Si ne possiedo diversi e i primi risalgono alla seconda metà dell’Ottocento. La difficoltà nel trovare fogli intatti sta proprio nel fatto che il loro scopo era quello di essere ritagliati. L’altro fattore è che si tratta di manufatti in carta, e quindi oltre al facile deperimento della materiale stesso erano destinati ad essere buttati o distrutti.
Oltre ai classici personaggi che compongono la Natività ne venivano stampati altri?
Si venivano venduti anche fogli con i diversi personaggi. La struttura delle tavole era la medesima e i soggetti – umani o animali – presentavano diverse dimensioni per essere collocati in posizione più o meno lontana rispetto all’osservatore, per rispettare le regole prospettiche e dare più profondità alla scena. Una curiosità: man mano che si va avanti con gli anni si moltiplicano i personaggi da affiancare alla natività e la strategia adottata dagli stampatori per vendere più fogli era quella di dividerli, l’esempio classico è dato dai tre Re Magi che non venivano quasi mai stampati sulla stessa tavola.
Oltre alla versione su fogli da ritagliare esistono anche i presepi di carta “a teatrino”?
Accanto ai fogli con le figurine del presepio da ritagliare, che ebbero una loro vita autonoma si affermò la produzione di presepi di carta con caratteristiche diverse, tendenti a stupire lo spettatore, con accorgimenti scenografici particolari. Nel Settecento mediante piccoli diorami teatrali nei quali le immagini venivano osservate in sequenza all’interno di scatole ottiche che, dotate talvolta di lenti d’ingrandimento, contribuivano a dare alla scena un aspetto tridimensionale. I presepi a teatrino, a differenza di quelli da ritagliare, venivano venduti chiusi già assemblati e con un semplice movimento assumevano un aspetto tridimensionale: i singoli elementi sono ancorati a due superfici di cartone rigido, il fronte e il fondo della capanna, legati insieme da una cerniera, in modo che all’apertura le figure disposte su diverse file vengano a trovarsi una dietro l’altra, creando così, grazie anche all’utilizzo di sfondi ed elementi scenici mobili, l’illusione di una notevole profondità. Solitamente hanno la dimensione di una cartolina, ma esistono anche quelli piccolissimi come santini. Con l’evolversi del tempo si osserva, infatti, una graduale miniaturizzazione del presepe. Questi ultimi sono rarissimi da reperire, data la loro delicatezza.
Nella seconda metà dell’Ottocento, parallelamente, vengono prodotti anche presepi a teatrino “animati a sorpresa”…
Si tratta di presepi che sfruttano ingegnosi meccanismi, fatti con semplici strisce di carta più volte ripiegate, utilizzate per animare i diversi personaggi oppure “a sorpresa”, perché improvvisamente appare uno spettacolo sorprendente del tutto imprevedibile, tenuto conto del ridotto spazio disponibile. Esiste un presepe di carta che preferisce agli altri? Solitamente sono sempre gli esemplari più antichi, in quanto più ricchi e rifiniti nei decori. Ovviamente si tratta dei pezzi più rari e difficili da reperire oltre al fatto che raggiungono cifre considerevoli che si aggirano tra i duemila e i tremila euro.