Attraverso una selezione di 71 opere, tra dipinti, sculture e grafiche, proveniente da raccolte pubbliche e private, l’esposizione intende risvegliare le coscienze di fronte al declino delle democrazie in Europa e alla sconsiderata follia dei campi di sterminio
Renato Guttuso Gott mit uns, frontespizio, 1945 Ventiquattro tavole in nero e a colori (51 pagine illustrate), mm 250×340 Università degli Studi di Milano, centro APICE
Aperta fino al 1° maggio, l’esposizione costituisce una testimonianza dell’impegno morale dell’arte nel risvegliare le coscienze di fronte al declino delle democrazie in Europa e alla sconsiderata follia dei campi di sterminio, attraverso una selezione di 71 opere, tra dipinti, sculture e grafiche, proveniente da raccolte pubbliche e private, di autori quali Pablo Picasso, con le incisioni Sogno e menzogna di Franco I e II (1937), Julio Gonzales con il disegno Studio di figura che grida (1941), Corrado Cagli con la serie di disegni Buchenwald (1945), Emilio Vedova con il dipinto Incendio del villaggio (1945).
Renato Guttuso, Bozzetto per il graffito del Museo Monumento al Deportato di Carpi, 1968
L’iniziativa intende riportare all’attenzione collettiva, in una data fortemente simbolica, la tragica storia della segregazione razziale in Italia, di cui Carpi è stata testimone. A pochi chilometri dal centro cittadino infatti, in località Fossoli, sorgeva il campo di concentramento per ebrei, voluto dalla Repubblica Sociale Italiana, successivamente trasformato in campo poliziesco e di transito, utilizzato dalle SS come anticamera dei lager nazisti.
Renato Guttuso Figure di soldati, 1944 Inchiostro, matita di grafite e acquerello su carta, mm 320×219 Longiano, Fondazione Tito Balestra
Giacomo Manzu, Studio per Deportazione, 1941 Penna su carta, mm 299×208 Torino, Galleria Sabauda
Curata da Ada Patrizia Fiorillo e Lorenza Roversi, la rassegna segue un iter progettuale legata fortemente al contesto. Partendo da alcune tavole dello studio di architetti BBPR di Milano (Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto N. Rogers), cui si deve la struttura del Museo al Deportato, concepito negli anni sessanta e inaugurato il 14 ottobre 1973, l’esposizione propone i bozzetti originali di Renato Guttuso e Corrado Cagli che, con Alberto Longoni, Picasso e Léger, hanno realizzato alcune delle pareti all’interno delle tredici sale del museo.
Aldo Carpi, Marchese di Groppallo, 1945 Matita e pastelli su carta, mm 560×420 Carpi, Musei di Palazzo dei Pio
Il percorso si arricchisce di opere pittoriche e scultoree di Giacomo Manzù presente con il bassorilievo Cristo con generale del 1947, di Sandro Cherchi con la terracotta Figura del 1948, Franco Garelli con il dipinto L’impiccato del 1944, di Mirko Basaldella con il mosaico Furore del 1944, di Corrado Cagli con l’imponente scultura Figura d’uomo databile al finire degli anni quaranta, di Ernesto Treccani con il dipinto La collina del 1943, di Tono Zancanaro con una china della serie “Peragibba” del 1943, di Ennio Morlotti con l’olio Estate 1946.
Tono Zancanaro, PeraGibba col Disco Exelsior, 1943, China al tratto su carta, mm 202×160 Padova, Archivio Storico Tono Zancanaro
Aldo Carpi, Figure di deportati
Sono queste significative figure che danno vita al primo segmento della mostra il cui spirito “ha inteso muovere le corde – sottolinea Ada Patrizia Fiorillo – facendo leva sulle immagini, anche lì dove le forme, le espressioni degli artisti hanno genesi diverse”.
Un nodo centrale, cui si collega la seconda sezione della mostra, è dedicato al corpus grafico di disegni di Aldo Carpi, di proprietà del museo carpigiano, realizzato in gran parte durante la sua prigionia a Mauthausen e Gusen. Sono pagine di piccolo formato che descrivono una lenta e implacabile discesa nell’inferno, dal quale Carpi riesce a sopravvivere grazie al suo talento artistico
Aldo Carpi, Famiglia Carpi, 2 aprile 1944 Matita su carta, mm 82×120
Di luce che sembra aprirsi dopo il buio alla speranza, parla del resto l’ultima parte della mostra affidata alle opere dei primi anni sessanta di Carlo Carrà, di Georges Braque, accomunate dal tema della colomba, simbolo di grande forza per la conquista di un mondo libero e pacificato e di Picasso ancora con un bellissimo Volto di donna realizzato al sorgere dello stesso decennio alla Stamperia ‘Il Bisonte’ di Firenze.
Aldo Carpi, Veduta del Kommando di Gusen
Scheda
Titolo: Il Rumore della Memoria. Arte e impegno civile per i 50 anni del Museo al Deportato
Dove: Musei di Palazzo dei Pio Carpi (MO), piazza dei Martiri, 68
Quando: fino al 1° maggio 2024
Biglietti: Intero: 8 euro, ridotto: 5 euro
Orario: da martedì a venerdì, ore 10-13, sabato, domenica e festivi, ore 10-18
Info: tel. 059/649955 – 360 Palazzodeipio.it/imusei