A Palazzo Roverella un viaggio nei misteri dell’intimità e della solitudine attraverso i capolavori del pittore danese Vilhelm Hammershøi e dei maestri del silenzio
Vilhelm Hammershøi, Riposo, 1905, Parigi, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais / Martine Beck-Coppola/ Dist. Foto Scala, Firenze – Artwork Location: Musee d’Orsay, Parigi, Francia
Dal 21 febbraio al 29 giugno 2025 a Rovigo a Palazzo Roverella si terrà la prima mostra italiana, curata da Paolo Bolpagni, dedicata a Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864-1916), che fu il più grande pittore danese della propria epoca, uno dei geni dell’arte europea tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Da pochi anni è in atto la sua riscoperta, e da personaggio quasi dimenticato Hammershøi è diventato uno dei più richiesti al mondo: nel mercato le quotazioni hanno raggiunto livelli strabilianti, con aumenti esponenziali osservabili addirittura di mese in mese; e i musei di tutto il globo si stanno contendendo le sue opere per organizzare retrospettive. Nel 2025 quella di Palazzo Roverella sarà non soltanto la prima mostra italiana dedicata al pittore danese, ma l’unica a livello internazionale.
Vilhelm Hammershøi, Luce del sole nel salotto III, 1900 circa, Stoccolma, Nationalmuseum © Nationalmuseum / foto Cecilia Heisser
Ciò rende davvero eccezionale l’impresa rodigina, che si pone anche l’obiettivo di porre a confronto i capolavori di Hammershøi con opere di importanti artisti a lui contemporanei, con un occhio di riguardo – in tali accostamenti – all’Italia, ai Paesi scandinavi, alla Francia e al Belgio. In effetti ci sono elementi che accomunano gli appartenenti a questa poetica del silenzio, della solitudine, delle vedute cittadine deserte, dei “paesaggi dell’anima”.
Vilhelm Hammershøi, Il violoncellista. Ritratto di Henry Bramsen, 1893, Odense, Kunstmuseum Brandts © Kunstmuseum Brandts
Però i visitatori scopriranno che in Hammershøi c’è qualcosa di più, di sottilmente inquietante, di angoscioso e forse addirittura di torbido: le sue donne sono ritratte quasi sempre di spalle; gli ambienti domestici, in apparenza ordinati e tranquilli, lasciano in realtà presagire o sospettare drammi segreti, o l’attesa di tragedie incombenti, con un senso claustrofobico.
Vilhelm Hammershøi, Interno. Strandgrade 30, 1905-1909 Amburgo, Hamburger Kunsthalle © Foto Scala, Florence / bpk, Bildagentur fuer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin. Artwork Location: Hamburger Kunsthalle, Amburgo, Germania
Vilhelm Hammershøi, Ida Ilsted, futura moglie dell’artista, 1890, Copenhagen, SMK – Statens Museum for Kunst © SMK, the National Gallery of Denmark. SMK / foto Jakob Skou-Hansen
La biografia stessa dell’artista, che viaggiò di frequente (in special modo in Italia, in Inghilterra e nei Paesi Bassi), ma in verità fu un uomo solitario, induce a riflettere su alcuni aspetti enigmatici: pur sposatosi, Hammershøi mantenne un rapporto strettissimo, quasi simbiotico, con la madre, tornando spesso a dormire da lei; la moglie e modella prediletta, Ida Ilsted, fu colpita da una grave malattia mentale; la sua pittura, che ispirerà il grande regista cinematografico Carl Theodor Dreyer, fu definita “nevrastenica”. Ce n’è abbastanza per attendere come un autentico e irripetibile evento la mostra di Palazzo Roverella.
Vilhelm Hammershøi, Interno della chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma, 1902, Odense, Kunstmuseum Brandts © Kunstmuseum Brandts
Scheda
Titolo: Hammershøi e i pittori del silenzio tra il nord Europa e l’Italia
Dove: Palazzo Roverella, Via Giuseppe Laurenti, 8/10 – Rovigo
Quando: dal 21 febbraio al 29 giugno 2025
Orari: lun-ven 9 – 19, Sabato, domenica e festivi 9 – 20
Info: tel. 0425/460093 – info@palazzoroverella.com – www.palazzoroverella.com