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God save the Royal Collection

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CERAMICHE REALI

God save the Royal Collection

di Domizia Dalia – pubblicato su COLLEZIONARE gennaio/febbraio 2017

Dall’incoronazione di Carlo II Stuart nel 1661, in Inghilterra ricorrenze e occasioni importanti vengono celebrate dalle ceramiche commemorative, realizzate nel distretto di Staffordshire. Marina Minelli giornalista anconetana, studiosa di storia delle famiglie reali, ha raccolto più di trecento commemorative potteries che vanno dai tempi della regina Vittoria fino ai giorni nostri.

Tea set per l'incoronazione di Edoardo VII (bisnonno di Elisabetta II) nel 1902

Gustare un tradizionale tè inglese con la regina Vittora, assaporare scones partecipando all’incoronazione di Elisabetta II oppure sorseggiare fugacemente un mug di tè con latte assistendo al matrimonio del principe William con Catherine Middleton è possibile! In Inghilterra, infatti, celebrare la monarchia attraverso oggetti di uso comune è un’usanza ininterrotta fin dalla seconda metà del XVII secolo. Una tradizione a cui i sudditi non rinunciano e che nei secoli, tra alti e bassi, ha portato tutte le aziende del distretto manifatturiero delle ceramiche di Staffordshire – a nord ovest di Londra – a realizzare, oltre alla produzione tradizionale anche queste ceramiche commemorative. Marina Minelli giornalista anconetana, studiosa di storia delle famiglie reali, ha raccolto più di trecento commemorative potteries che vanno dai tempi della regina Vittoria fino ai giorni nostri. Una collezione importante rigorosamente “made in England”.

Dottoressa Minelli, il suo interesse per le famiglie reali ed in particolar modo di quella inglese, l’ha indotta a raccogliere libri e materiale cartaceo indispensabile per i suoi studi. A questi documenti, con il tempo, si sono aggiunti anche i memorabilia di ceramica: piatti, tazze, mug e servizi da tè completi riportanti lo stemma o il monogramma della famiglia reale, la sagoma o il volto di un regnante o di un principe…

Le potteries sono entrate in collezione per ultime e sono il frutto di acquisti, regali di amici o di casuali ritrovamenti in mercatini del vintage e dell’antiquariato in Italia e all’estero; inoltre credo abbia influito molto il fatto che mia mia madre, brava ceramista, mi ha trasmesso l’interesse per questo genere di manufatti.

Spode blue&withe piatto e mug per commemorare i 90 anni della regina

Gli oggetti commemorativi hanno un’origine molto antica. In Inghilterra sono stati introdotti quando Carlo II Stuart, richiamato in patria dall’esilio, è stato incoronato re dopo la morte di Cromwell. Per l’occasione sono stati realizzati piatti, ciotole, caraffe con i volti dei regnanti. Oggetti semplici e poco rifiniti creati con lo scopo di diffondere e rendere popolare l’immagine del nuovo sovrano a quel tempo sconosciuto al popolo. Da allora tutti gli eventi dei monarchi e delle loro famiglie sono stati celebrati in questo modo?

Sì, da allora ogni ricorrenza è stata un’occasione per creare nuovi pezzi, seguendo il gusto e le mode del tempo. Posso affermare che i commemoratives legati alla famiglia reale sono, in un certo senso, la versione politico-casalinga delle più celebri Bibliae Pauperum, ovvero disegni, dipinti, affreschi e sculture con cui la Chiesa cercava di indottrinare il volgo incapace di leggere e di scrivere. Con lo stesso sistema si è cercato di rendere familiari i sovrani regnanti e gli eventi politici di maggiore rilievo. Dalla seconda metà del 1600 con Carlo II, tutti i sovrani britannici hanno avuto diritto alle loro memorabilia di ceramica, anche se è solo con Elisabetta II che la consuetudine è diventata un vero e proprio fenomeno di costume.

Un fenomeno che mi pare promuova non solamente la famiglia reale…

Le commemorative potteries non sono soltanto funzionali alla promozione della royal family come istituzione e alla diffusione dell’immagine positiva del sovrano in quanto emblema vivente della nazione, ma incentivano l’adesione “virtuale” dei sudditi a un momento storico, favoriscono la sublimazione dell’ideale monarchico attraverso il rito inglese per eccellenza, l’afternoon tea e non ultimo, promuovono il distretto delle ceramiche.

Tea set per l'incoronazione del 1953

Il distretto dello Staffordshire, grazie al suo territorio ricco di materie prime e di carbone, si è trasformato già dalla seconda metà del Settecento in un polo produttivo di notevole rilevanza. Sono, infatti, nate in questa zona alcune delle aziende ancora oggi rinomate in tutto il mondo che non hanno mai smesso di produrre questi memorabilia. Quali sono quelle più rilevanti, ricercate da voi collezionisti?

Tra le tante degne di nota: Spode, Wedgwood, Burleigh, Royal Albert, Mason e Royal Doulton. Bisogna però tenere presente che dalla metà degli anni Cinquanta con la chiusura dei forni a carbone cessarono la loro attività molte aziende dello Staffordshire. Ciò significa che gli oggetti realizzati dalle fabbriche chiuse sono di estremo interesse per noi collezionisti.

Esistono delle curiosità, o degli errori di produzione che rendono particolarmente interessanti alcuni pezzi rispetto altri?

Gli oggetti dedicati a Edoardo VII succeduto alla madre Vittoria. Le commemoratives realizzate per la sua incoronazione sono molto raffinate, ma contengono un vistoso e imprevedibile errore: il giorno è sbagliato. La cerimonia prevista inizialmente per il 26 giugno del 1902, si svolse il 9 agosto successivo perché il re venne operato d’urgenza di appendicite; solo poche aziende riuscirono a correggere la data e ovviamente i pezzi “giusti” sono rari. Un altro esempio è dato dai memorabilia creati per l’incoronazione di Edoardo VIII programmata per il maggio dell’anno successivo alla morte di suo padre Giorgio V. Il grande preavviso favorì un’abbondante e originale produzione di ceramiche. Le manifatture dello Staffordshire si prepararono a inondare la Gran Bretagna e l’impero con i classici tea set e con mug di tutte le fogge e stili e con disegni originali, spesso opera di famosi artisti. Purtroppo Edoardo VIII abdicò in favore del fratello perché innamorato di Wallis Simpson che l’establishment, il governo e la famiglia reale consideravano inappropriata. Per le fabbriche l’abdicazione fu un disastro: le potteries si trasformarono in oggetti inutili e persino imbarazzanti, quindi invendibili. Qualcuno provò a trasformare le tazze in abdication memorabilia, ma l’operazione, in una nazione scioccata da questa palese mancanza di senso del dovere e rispetto delle tradizioni, non ottenne alcun successo.

Tra le rarità, quali quelle introvabili?

Esistono oggetti creati in edizione limitata del designer inglese Eric Ravilious, ma non sono mai riuscita a scovare gli originali firmati e numerati.

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