A Fermo, Palazzo dei Priori, fino al 5 maggio 2024, la mostra dedicata ad Antonio Ligabue, con oltre 40 opere esposte, presenta la sua natura dipinta, teatro di una violenza implacabile, e alcuni autoritratti dove emerge il proprio dolore esistenziale. Altrettante opere presentano l’arte di Giuseppe Pende, pittore sospeso tra innovazione e tradizione
Antonio Ligabue Autoritratto con sciarpa rossa , s.d., (1952- 1962) Olio su tavola di faesite, cm 91×74,5 Collezione privat
Fermo inaugura la nuova stagione espositiva con l’arte di due grandi pittori del Novecento: Antonio Ligabue e Giuseppe Pende. Le due mostre ne presentano la genialità, il tormento, la realtà e il sogno attraverso oltre 80 opere.
Fino al 5 maggio 2024 le sale del Palazzo ospitano insieme due esposizioni per raccontare le rispettive genialità: “Spiriti selvaggi. Antonio Ligabue e l’eterna caccia” e “Giuseppe Pende. Realtà, sogno e visione”.
Antonio Ligabue Nudo di donna , s.d. (1929- 1930) Olio su tavola di compensato cm 25×15 Collezione privata
Antonio Ligabue Ritratto di Marino , (1939- 1952) Olio su tela, cm 47×41,3 Collezione privata
La mostra di Antonio Ligabue, curata da Vittorio Sgarbi e Marzio Dall’Acqua, propone oltre 40 opere. L’esposizione di Fermo presenta la sua natura dipinta, teatro di una violenza implacabile, e alcuni autoritratti nei quali dipinge il proprio dolore esistenziale, gridandolo con l’urgenza di una sensibilità intensa e ferina. È il tormento di un’anima che grazie alla pittura trova la propria voce e il proprio riscatto. Antonio Ligabue appare assolutamente anomalo fra i pittori del Novecento. Nella sua violenza, nella sua espressività animale, si misura soltanto con Van Gogh, del quale può considerarsi una variante italiana.
Il dissociato stato mentale di Ligabue lo portò all’isolamento, acuendone non poco le sofferenze. In questa esperienza di dolore, una sola consolazione, una sola possibilità di riscatto, percorsa fino in fondo: l’arte, che consente la fuga dalla condizione che si continua a considerare una malattia. L’arte è per Ligabue un antidoto allo squilibrio mentale ed è l’unico modo per dare ragione alla follia.
Essere autodidatta è una condizione necessaria. Il suo, fin dagli inizi, è un corpo a corpo con la tela, in una dimensione visionaria, che non ha niente a che fare con il Surrealismo, e che rappresenta, attraverso gli archetipi della foresta, della giungla, della terra dei contadini, del fiume, la verità primaria di un uomo senza storia.
Con queste immagini primordiali si misura Ligabue, fuori del tempo e fuori del suo tempo. La pittura di Ligabue nasce come necessità di espressione, attraverso una fantasia che è rimasta infantile. L’unica sua fonte di ispirazione è lo zoo, il mondo degli animali in cattività, trasferito poi sul Po. Dal Po e dallo zoo esce Ligabue. Disagio è la condizione psicologica dell’artista, e disagio è ciò che distingue l’artista da chi non lo è. L’artista sa di essere artista, e intende il suo disagio come distinzione.
Altrettante opere presentano l’arte di Giuseppe Pende, pittore sospeso tra innovazione e tradizione, spesso in fuga verso l’immaginario. Ha una visione paradisiaca della natura, un grande amore per il vero e la tendenza a rendere poetico e suggestivo il verosimile anche di soggetti irreali e fantastici. La mostra è curata da Vittorio Sgarbi.
Pende, Inno alla vita, olio e pastello su formica, 2000
Scheda tecnica:
Titolo:Fermo. Il Tempo Delle Mostre
Dove: Palazzo dei Priori, Piazza del Popolo, 5 – Fermo
Quando: fino al 5 maggio 2024
Orario: dal martedì al venerdì 10:30 – 13 / 15:30 – 18; sabato e domenica 10:30 – 13 / 15:30 – 19. lunedì chiuso
Biglietti: intero € 8,00; ridotto € 6,00
Info: tel. 0734 217140 – museidifermo@comune.fermo.it, whatsapp: cell. 335 1270879