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Collezione di strumenti musicali d’epoca

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LA RACCOLTA DI DANILO RIGHI

Collezione di strumenti musicali d’epoca

di Domizia Daliapubblicato su COLLEZIONARE giugno/luglio 2013

La raccolta di Danilo Righi: fisarmoniche, clarinetti, pianoforti, fagotti, chitarre di ogni genere, classiche, lira e mezza lira, ma anche strumenti particolari provenienti da ogni parte del mondo, come le bellissime trombe tibetane alte fino a tre metri.

Clarinetto del maestro e amico Hengel Gualdi, donato per la collezione di Strumenti musicali d’epoca dalla famiglia Gualdi a Danilo Righi nel 2005

Alle porte di Reggio Emilia, a San Martino in Rio, Danilo Ri­ghi ha messo insie­me una raccolta di strumenti musicali d’epoca d’eccezione. Lui è convinto di ave­re più di settanta pezzi, ma girando nelle diverse stanze di casa sua, capia­mo che ne possiede molti di più, tanti da riempire anche due enormi locali di una vecchia scuola, a po­che centinaia metri dalla sua abitazio­ne. Fisarmoniche, clarinetti, pianoforti, fagotti, chitarre di ogni genere, classi­che, lira e mezza lira, ma anche strumen­ti particolari prove­nienti da ogni parte del mondo, come le bellissime trombe tibetane alte fino a tre metri. Come ogni collezio­nista che si rispetti ci guida attraverso la sua raccolta con gli occhi vispi e luccicanti propri di un innamorato della musica.

Come nasce la sua passione per gli strumenti musicali?

Sono sempre stato attratto da ogni genere di musica e da ragazzo mi dilettavo nel suonare la batteria. Sono rimasto affascinato da stru­menti musicali antichi di ogni ge­nere oltre a quelli particolari tipici di Paesi lontani e ho cominciato a collezionarli. La musica, per me, è sacra e paragono uno strumento a un quadro.

In che senso?

Esistono, per esempio, centinaia di arpe differenti capaci di produrre tonalità diverse. Questo vale per ogni famiglia di strumenti che suonati singolarmente o insieme, creano melodie uniche come opere d’arte.

Sulla sua carta d’identità po­trebbe esserci scritto colle­zionista di professione poiché ormai è un veterano di questo settore?

I collezionisti, come lei saprà, sono irrefrenabili, partono da un punto e, passo dopo passo, con­tinuano ad accumulare oggetti. Non riescono a trattenersi e desiderano sempre qualche cosa che ancora non possiedono. Questo spirito collezioni­stico ha contagiato anche me e nel corso di trenta­cinque anni ho raccol­to numerosi esemplari, molti dei quali addirittura settecenteschi.

Ha mai contato tutti i suoi pezzi?

Sono sicuramente più di settanta, perché solo di fisarmoniche ne ho venticinque.

Qual è stato lo strumento che ha dato il via a tutta la collezione?

E’ stato un contrabbasso dell’Ot­tocento, trovato a Reggio Emilia dal maestro Guastalla. Un vero colpo di fulmine.

Ha parecchi colleghi che si occupano di strumenti d’epoca con cui fare scambi?

In Italia sia­mo in po­chissimi a collezionare strumenti antichi di vario genere. Per esem­pio, tra Reggio Emilia, Modena e Parma non saprei indicargliene altri.

Lei, quindi recupera questi pezzi speciali attraverso i canali classici come internet, mercatini e aste?

Si, ogni occa­sione è buona per recuperare un nuovo pez­zo, ogni dome­nica perlustro i mercatini della zona come Fon­tanellato, Mo­dena, Gonzaga. Quest’ultimo è uno dei merca­ti più ricchi di banchi.

Ormai ha acquistio molta esperienza e sa riconoscere a colpo d’occhio quali sono gli strumenti di pregio. Secondo lei un collezionista meno preparato può incappare in ingenni ?

Certamente! Bisogna prestare molta attenzione alla liuteria (liu­ti o più in generale strumenti a corda) perché spesso questi strumenti riescono a raggiungere quotazioni altissime. Pensi, per esempio, agli Stradivari venduti anche per centinaia di migliaia di euro. Parallelamente a questi pezzi da novanta sono stati immessi sul mercato numerosi strumenti fabbricati in Cina, specie violini. L’apparenza fuorvia l’occhio poco esperto.

Esistono, quindi, molte imita­zione sul mercato?

Direi di si, come in molti altri settori. Un collezioni­sta prudente sta mol­to attento anche alla provenienza: aiuta ad avere delle certezze. Per esempio io ho la sicu­rezza di avere una chi­tarra lira opera di Luigi Mozzani, musicista e liutaio di Faenza, poiché proviene direttamente dall’istituto bancario che oggi possiede grossa parte della collezione del Maestro.

Tra i molti strumenti qual è il più raro?

Molto particolare e in­solito è la Ghironda. In trentacinque anni di ricerche ne ho trovate solamente due. Si tratta di uno strumento che ha origini an­tichissime. Inizialmente era di grandi dimensioni e veniva usato come organo da chiesa. Solo in un secondo momento venne rimpic­ciolito. È molto bello esteticamente grazie a intagli e decori a intarsio. Il mio non è antichissimo ed è databile tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, ma è pre­zioso perché adornato con avorio e madreperla. Interessante è anche un Sarru­sofono, strumento particolare in ottone nato come sostituto del controfagotto, ma che ebbe poca fortuna.

C’è nella sua collezione un pezzo che preferisce agli altri?

Senz’altro l’arpa francese senza pedali del Settecento. E poi sono molto legato a uno dei clarinetti di Henghel Gualdi, clarinettista di Correggio tra i più apprezzati di tutti i tempi, donatomi da sua moglie.

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