L’esposizione nella nuova sezione del Museo bolognese ha l’obiettivo di riscoprire e valorizzare la figura di uno dei più importanti tecnici progettisti del motociclismo bolognese e una storia imprenditoriale dai risvolti tecnici e sportivi di altissimo livello
Sulla M.M. 125 Amedeo Tigli e Alfonso Morini, 1° e 2° nel Campionato Italiano 1926, con giacca e maglia M.M. Mario Mazzetti. Courtesy Archivio Mazzetti Tozzi
Il Museo del Patrimonio Industriale del Settore Musei Civici Bologna inaugura sabato 11 novembre 2023 alle ore 11.00 Moto bolognesi M.M. La collezione Giampaolo Tozzi e Mirella Mazzetti: la passione, la memoria, l’archivio familiare, la nuova sezione espositiva dedicata a una importante collezione di motociclette prodotte con il leggendario marchio della M.M., la più illustre e titolata casa costruttrice bolognese attiva tra il 1924 e il 1958.
La collezione, acquisita dal museo in comodato di durata decennale, rappresenta il coronamento di un lungo percorso che ha coinvolto la famiglia del fondatore Mario Mazzetti, in particolare nelle persone della figlia Mirella e del genero Giampaolo Tozzi, con l’obiettivo di riscoprire e valorizzare la figura di uno dei più importanti tecnici progettisti del motociclismo bolognese e una storia imprenditoriale dai risvolti tecnici e sportivi di altissimo livello. Lo testimoniano in modo inequivocabile le 18 motociclette esposte, prodotte durante l’intero l’arco di vita dell’azienda, ricercate a lungo, poi studiate e, quando necessario, restaurate in maniera filologica da esperti artigiani.
Una collezione di cui fa inoltre parte l’ingente documentazione aziendale dell’Archivio Mazzetti Tozzi gelosamente conservata dalla famiglia (cataloghi, dépliant, fotografie, disegni tecnici e brevetti), che è diventata un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli appassionati e collezionisti, da cui ha preso vita il Registro Storico M.M.
Francesco Lama su M.M. 350 al circuito della Superba di Genova, 1937. Courtesy Archivio Mazzetti Tozzi
Catalogo M.M. 1939. Courtesy Archivio Mazzetti Tozzi
La sezione dedicata alla vicenda costruttiva della M.M. arricchisce gli spazi espositivi permanenti del museo dedicati alla motoristica, in cui sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di altre importanti aziende (G.D, F.B.M., Minarelli, Ducati, Idroflex, Marzocchi, Verlicchi), a testimonianza del ruolo preminente che il polo produttivo dell’area bolognese – terra di motori per eccellenza – ha svolto per tutto il Novecento, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale.
L’affidamento di questa importante collezione familiare è un ulteriore riconoscimento del lavoro di studio e ricerca che il Museo del Patrimonio Industriale ha svolto negli ultimi due decenni, con l’obiettivo di ricostruire le vicende del dinamico comparto motoristico attivo in area bolognese attraverso una serie di mostre tematiche e pubblicazioni tra cui, ultima in ordine temporale, Antologia della moto bolognese, 1920-1970. L’indagine condotta su fonti composite – documenti, memoria orale, immagini fotografiche e filmate, giornali e riviste specializzate del tempo – ha consentito di ricostruire nel tempo un centinaio di biografie aziendali e la formazione di un ricchissimo archivio di immagini e documenti, anche grazie all’aiuto del mondo del collezionismo.
La storia della M.M. è strettamente legata all’operato del suo fondatore Mario Mazzetti, riconosciuto come “una delle più illustri firme dell’industria motociclistica italiana, un tecnico illuminato, un costruttore animato dalla più intransigente scrupolosità che rasenta persino la più spietata autocritica. Uno di quei tecnici che consumano la loro vita tra regoli e compassi, attorno alle macchine d’officina, tecnici progettisti e costruttori che pagano di persona, mossi da una commovente passione per il mestiere, talché attraverso le loro mani il mestiere diventa arte” (Arturo Coerezza sulla rivista “Motociclismo”).
Veduta di allestimento sezione espositiva dedicata alle moto bolognesi M.M. Foto Virginia Farina
Alcuni dei pezzi esposti – la bicicletta a motore a 2 tempi da 125 degli anni Venti, la motoleggera 175 monoalbero a 4 tempi del decennio successivo, come pure le motociclette 250 (tra le migliori “quarto di litro” dell’epoca), 350 (il modello più celebrato della casa bolognese) e 500 a valvole laterali – sono state ai vertici della produzione nazionale nei rispettivi settori. Eccellenti nelle prestazioni, veloci, affidabili, eleganti, hanno incontrato l’interesse sia dei piloti per le gare in Italia ed Europa, sia degli amatori che le hanno utilizzate come mezzo di trasporto con finalità turistiche o di lavoro.
Esempio unico a Bologna, fin dagli inizi la M.M. si caratterizza per lo studio di progetto e la costruzione di tutte le parti più significative dei suoi modelli, dal motore alla ciclistica, tutte orgogliosamente identificate con il marchio aziendale e in 7 casi coperte da brevetto.
La scelta della M.M. e del suo titolare di realizzare motociclette sempre all’avanguardia dal punto di vista costruttivo, sia per la qualità dei materiali impiegati che per l’originalità dei componenti, è stata una costante nella storia dell’azienda, perseguita fin dalla fondazione. Ad esempio, nel 1940 Mazzetti, secondo nel mondo, realizza una forcella telescopica con ammortizzatori idraulici che nel dopoguerra utilizzerà di serie in tutte le moto.
L’alta tecnologia e la qualità delle moto così prodotte giustificano l’alto costo, proprio di una gamma di modelli prestigiosi destinata soprattutto ad un’élite di acquirenti facoltosi. Una scelta di mercato peculiare e a lungo vincente, ma non nel dopoguerra, con la “motorizzazione popolare”, e negli anni Cinquanta, quando cambiano drasticamente le richieste del mercato e gli assetti produttivi.
Foglio promozionale della M.M. 125 del 1954. Courtesy Archivio Mazzetti Tozzi
Non solo: la documentazione archivistica conservata e messa a disposizione dalla famiglia di Mario Mazzetti ha permesso di portare alla luce aspetti episodici, ma significativi, che testimoniano la varietà dei suoi interessi e la propensione ad affrontare problematiche tecniche nuove, rispetto alla ben nota attività di progettista di motociclette.
Alcune fotografie mostrano il misterioso prototipo di una piccola auto da corsa realizzata presumibilmente all’inizio del 1940: anche in questo caso egli introduce soluzioni particolari, come i freni idraulici in lega leggera con prese d’aria per il raffreddamento e gli ammortizzatori di spinta laterali.
Un altro caso unico, è l’allestimento su richiesta di Raffaele Giordani, titolare dell’omonima grande fabbrica di giocattoli a pedali, della versione motorizzata di un sidecar per bambini.
Risale infine al periodo della guerra, quando la mancanza di materie prime e soprattutto le restrizioni imposte dal regime impediscono di produrre, la realizzazione di una piccola serie di biciclette a marchio M.M., una delle quali, quella appartenuta a Mazzetti stesso, è presente in esposizione.
Veduta di allestimento sezione espositiva dedicata alle moto bolognesi M.M. Foto Virginia Farina
Completa l’allestimento un montaggio fotografico dedicato agli uomini e ai luoghi di lavoro della fabbrica ed è consultabile, secondo vari percorsi di indagine, una banca dati multimediale che presenta fotografie, dépliant, pubblicità e cataloghi che testimoniano il percorso aziendale della M.M. e dei circa 100 produttori di motociclette attivi sul territorio fino al 1960. Si tratta di un’esaustiva “enciclopedia” del motociclismo bolognese resa possibile grazie al contributo del mondo del collezionismo che ha conservato e messo a disposizione una ricca documentazione iconografica.
Le motociclette M.M. esposte
125 cc Milano/Napoli 1925
125 cc Monza 1927
125 cc Speciale corsa 1927
175 cc A Sport 1931
175 cc Record 1933
250 cc A Super Sport 1936
500 cc D Gran Turismo 1939
500 cc 47D 1947
250 cc AS 1948
250 cc A Sport 1948
250 cc AS Corsa 1948
350 cc C 47 Turismo 1948
350 cc CTS 1951
250 cc 1951 AS 1952
250 cc 54 A Super Sport 1954
350 cc Turismo 1954
125 cc 1955
250 cc SS Competizione 1956
Veduta di allestimento sezione espositiva dedicata alle moto bolognesi M.M. Foto Virginia Farina