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Biennale Arte Venezia 2024. Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere

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VENEZIA, DAL 20 APRILE AL 24 NOVEMBRE 2024

Biennale Arte Venezia 2024. Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere

La Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale in due nuclei distinti: Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico

Yinka Shonibare (London, England, 1962 - Lives in London) Refugee Austronaut II (2016) Fibreglass mannequin, Dutch wax printed cotton textile, net, possessions, astronaut helmet, moon boots and steel baseplate 210 x 90 x 103 cm Courtesy the Artist and James Cohan Gallery, New York / Photo Stephen White & Co. / © Yinka Shonibare CBE

Yinka Shonibare (London, England, 1962 – Lives in London) Refugee Austronaut II (2016) Fibreglass mannequin, Dutch wax printed cotton textile, net, possessions, astronaut helmet, moon boots and steel baseplate 210 x 90 x 103 cm Courtesy the Artist and James Cohan Gallery, New York / Photo Stephen White & Co. / © Yinka Shonibare CBE

Sarà aperta al pubblico da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024, ai Giardini e all’Arsenale, la 60^ Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, a cura di Adriano Pedrosa e prodotta dalla Biennale di Venezia.

Il titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”.

La Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale in due nuclei distinti: Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico.

Jewad Selim (Ankara, Turkey, 1919-1961, Baghdad, Iraq) Woman and a Jug (1957) Oil on canvas 72 x 52 cm Private Collection / Courtesy Meem Gallery, Dubai / Photo Anthony Dawton

Jewad Selim (Ankara, Turkey, 1919-1961, Baghdad, Iraq) Woman and a Jug (1957) Oil on canvas 72 x 52 cm Private Collection / Courtesy Meem Gallery, Dubai / Photo Anthony Dawton

Inji Efflatoun (Cairo, Egypt, 1924-1989) Portrait of a Prisoner (1963) Oil on wood 50 x 38 cm Photo Maria and Mansour Dib/ Courtesy Ramzi and Saeda Dalloul Art Foundation

Inji Efflatoun (Cairo, Egypt, 1924-1989) Portrait of a Prisoner (1963) Oil on wood 50 x 38 cm Photo Maria and Mansour Dib/ Courtesy Ramzi and Saeda Dalloul Art Foundation

Il nucleo contemporaneo

Il termine italiano “straniero”, il portoghese “estrangeiro”, il francese “étranger” e lo spagnolo “extranjero” sono tutti collegati sul piano etimologico rispettivamente alle parole “strano”, “estranho”, “étrange” ed “extraño”, ovvero all’estraneo. Pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulla produzione di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk o popular; l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. La produzione di questi quattro soggetti sarà il fulcro di questa edizione e andrà a costituire il Nucleo Contemporaneo.

Claudia Andujar (Neuchatel, Swisstzerland, 1931 - Lives in São Paulo, Brazil) Yanomami - da série A casa (1974) Gelatin and silver analog enlargement on Ilford Multigrade Classic fibre based matte paper, with selenium toning 40 x 60 cm © Claudia Andujar / Courtesy Galeria Vermelho

Claudia Andujar (Neuchatel, Swisstzerland, 1931 – Lives in São Paulo, Brazil) Yanomami – da série A casa (1974) Gelatin and silver analog enlargement on Ilford Multigrade Classic fibre based matte paper, with selenium toning 40 x 60 cm © Claudia Andujar / Courtesy Galeria Vermelho

Il nucleo storico

Il Nucleo Storico sarà composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Si è scritto molto sui modernismi globali e su quelli del Sud del mondo, motivo per cui in alcune sale saranno esposti lavori provenienti da tali territori, come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo.

Per tutti gli altri dettagli si rimanda al sito della Biennale di Venezia: https://www.labiennale.org/it/arte/2024

Liz Collins (New York, United States, 1968 - Lives in New York) Rainbow Mountains Weather (2024) Woven textile (yarns: linen, mohair, monofilament, nylon, polyester, wool) Tbc Photo by Joe Kramm / Courtesy of the Artist

Liz Collins (New York, United States, 1968 – Lives in New York) Rainbow Mountains Weather (2024) Woven textile (yarns: linen, mohair, monofilament, nylon, polyester, wool) Tbc Photo by Joe Kramm / Courtesy of the Artist

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