> di Roberto Brunelli
Avevamo festeggiato nel 2014 l’entrata di Arte Fiera negli “anta” e siamo oggi qui per celebrare le nozze d’oro tra la città Bologna e la sua fiera d’arte. La storia che lega la “dotta, la rossa e la grassa” Bologna ha quindi radici lontane, in Europa possono vantarsi di aver superato tale anniversario solo due fiere, e com’è cambiata la società, anche la kermesse bolognese ha visto cambiare diverse volte volto nel corso degli anni.
Dopo un inevitabile periodo iniziale che l’ha vista in costante ascesa radicarsi come principale fiera d’arte in Italia e negli anni Novanta trasformarla in una delle più apprezzate in Europa e nel mondo vi è stata un (forse) inevitabile contrazione con una preoccupante diminuzione di visitatori e di gallerie importanti. Su indicazione dei Direttori Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti nel quadriennio dal 2012 al 2015 si puntò sul “Made in Italy” per rilanciare tanta parte dell’arte italiana ingiustamente sottovaluta sul piano internazionale e da allora con un lento ma costante lavoro di si è tornati nell’edizione del 2023 a registrare cinquanta mila presenze tra i padiglioni espositivi.
Certamente questo è stato il frutto di una scelta felice da parte del Consiglio di Amministrazione di Bologna Fiere nell’avere individuato nel 2019 nella figura del Direttore Simone Menegoi la persona giusta per il rilancio dell’evento dando lui, in maniera lungimirante, il tempo per introdurre delle novità nel programma/organizzazione e ragionando su un progetto a lunga durata. Lo stesso direttore è stato confermato nel suo incarico per altre due edizioni, 2024 e 2025.
Quella di Bologna è oggi una Fiera dell’Arte meno classica e più attenta e orientata sul contemporaneo. Alla Main Section, suddivisa come sempre fra arte storicizzata e contemporaneo, con un certo numero di stand collegati da Percorso un itinerario che attraverso il tema universale del disegno, si affiancano ora tre sezioni curate e su invito: Fotografia e immagini in movimento, Pittura XXI e Multipli, che propone opere in edizione, spaziando dal libro d’artista al design d’autore.
Alla curatela di Pittura XXI è stato confermato Davide Ferri, mentre Fotografia e immagini in movimento sono stati affidati per il secondo anno a Giangavino Pazzola. Multipli ha visto invece l’arrivo del critico e storico dell’arte Alberto Salvadori.
Certamente hanno contribuito al rilancio di Arte Fiera anche i diversi eventi organizzati in città all’interno di Art City, culminati con la notte bianca dell’arte (Art’s White Night) che hanno riscontrato una grande presenza di pubblico alle mostre e all’Accademia di belle arti di Bologna.
L’edizione del cinquantennale ha visto il ritorno tra i Padiglioni di due storiche Gallerie, Lia Rumma e Sprovieri che mancavano da Bologna da circa un decennio e della Galleria Centro Steccata di Parma che, dopo essere stata ininterrottamente presente dalla prima edizione del 1974 mancava tra gli stand da diciotto anni. La Galleria ora diretta dalla figlia Patrizia e dal nipote Vittorio Zanini ha voluto per salutare l’evento proporre uno stand dedicato a Antonio Ligabue come il padre, il compianto Ennio Lodi fece in quel lontano 1974.
Antonio Ligabue, Galleria Centro Steccata
L’edizione duemila ventiquattro è stata effervescente e con un’ottima affluenza di pubblico che, parlando con i galleristi, è risultato essere molto competente e interessato.
L’opera regina di questa edizione è stata Achrome Battufoli di Piero Manzoni del 1960 esposta alla Galleria Eidos Immagini Contemporanee, ma dai giovani esposti all’interno dello Spazio Accademie di Belle Arte ai Maestri del Novecento presenti in fiera con opere dall’indiscusso valore storico/economico tutti i visitatori hanno trovato emozioni e soddisfatto i propri gusti.
Achrome Battufoli, Piero Manzoni, 1960, Galleria Eidos Immagini Contemporanee
Non possiamo ancora dire che Bologna sia tornata a essere la Fiera che il grande pubblico ha imparato a conoscere e ad amare dagli anni Ottanta agli inizi del duemila periodo di suo massimo splendore ma la presenza di qualche Galleria straniera, penso alla belga Tatjana Pieters fa ben sperare in una sempre più ampia partecipazione e presenza di una qualificata rappresentativa internazionale. Degna di menzione, infine, la mostra fotografica di Luisa Lambri al Padiglione Espirit di Piazza della Costituzione 11 sempre a cura di Simone Menegoi.
Roberto Brunelli autore di “Anninovanta 1990-2015. Un percorso nell’arte italiana”