Stai leggendo:

Ale Guzzetti. SGUARDI DIVERSI. Quando i robot incontrarono gli antichi Dei

3 min

MILANO, dal 6 maggio al 6 giugno 2025

Ale Guzzetti. SGUARDI DIVERSI. Quando i robot incontrarono gli antichi Dei

Alla Fondazione Mudima una personale di Ale Guzzetti. Quarant’anni di ricerca tra arte interattiva e robotica

SGUARDI DIVERSI – Quando i robot incontrarono gli antichi Dei, è il titolo della mostra personale di Ale Guzzetti organizzata da Fondazione Mudima a Milano, dal 6 maggio al 6 giugno 2025. Curata da Gino Di Maggio, l’esposizione ripercorre la lunga parabola creativa dell’artista, tra i primi in Italia a sondare il binomio arte e tecnologia.
A partire dai primi anni Ottanta Guzzetti ha intrapreso una proficua ricerca creativa volta a esplorare i territori dell’arte elettronica e interattiva, fino a indagare le potenzialità della robotica, della stampa 3D e delle scansioni digitali. La mostra presenta un nucleo di opere emblematiche del suo percorso pionieristico, sculture e installazioni in cui figure plastiche e circuiti elettronici istituiscono un rapporto attivo con lo spettatore, costantemente stimolato a diventare co-produttore delle opere stesse.

Ale Guzzetti, 3 muse, 2020 (PLA stampa 3d e maschere animazione led)

Accogliendo la sfida della complessità, teorizzata dall’epistemologo Edgar Morin, e collaborando con filosofi come Mauro Ceruti e Gianluca Bocchi – principali cultori in Italia della scienza della complessità – Guzzetti concepisce l’opera d’arte come un vero e proprio ecosistema, frutto delle interrelazioni con l’ambiente e delle connessioni che stabilisce con i fruitori.  Sin dalle prime sperimentazioni, le sue opere si configurano come oggetti “senzienti”: è il caso delle Sculture sonore, a cui l’artista inizia a lavorare nel 1983, aggregazioni di oggetti in plastica (bottiglie, boe, tubi) che ospitano circuiti elettronici o dispositivi luminosi in grado di emettere rumori, voci e luci, a seconda del contatto, diretto o indiretto, con i visitatori.

Le creature di Guzzetti sono “organismi tecnologici” in grado di dissolvere confini e limiti consolidati: quelli tra il mondo naturale e artificiale, tra spiritualità e tecnologia, classicità e modernità, passato e presente. Nelle sue opere sfuma la contrapposizione fra la sacralità dell’arte, che intimorisce e allontana, e l’ironia, che invita al coinvolgimento, al gioco e alla partecipazione. È il caso della serie Robot Portraits, caricature robotiche di personaggi famosi, reali o immaginari, inseriti all’interno di grandi cornici baroccheggianti. Profili di visi in resina e circuiti di Dante, Cleopatra, Cyrano, Federico da Montefeltro, Pinocchio, caratterizzati da grandi occhi tecnologici, grazie alla presenza di sensori, scrutano con curiosità ogni movimento. Tra le sculture e gli spettatori si instaura così un originale gioco di sguardi che sovverte continuamente le dinamiche tradizionali tra osservatore e oggetto osservato.



Ale Guzzetti (Red and me 2)

I robot di Guzzetti ci sfidano e ci ri-guardano, desiderosi di stabilire un rapporto empatico con lo spettatore, e talvolta tra di loro. Nella serie Affective Robots, ad esempio, busti robotici o scultorei anelano a interagire l’uno con l’altro e a scambiarsi gesti affettuosi come in Impossible Kiss (2012) dove due volti umanoidi trasparenti tentano di entrare in contatto come due amanti colti nell’atto di scambiarsi un bacio. Un tipo di connessione che genera in chi osserva un senso di straniamento, ma anche di tenerezza, perché in un futuro prossimo i nostri sentimenti potrebbero assumere sfumature sempre meno umane. Ancora una volta sono gli occhi l’elemento che permette al pubblico di immedesimarsi nei due dispositivi artificiali. I loro occhi sono simili ai nostri ma diversi per la linea dello sguardo: nell’uomo orizzontale nei robot verticale. Quello dei due robot mima lo scrolling che ormai, in maniera del tutto automatica e “naturale”, caratterizza il nostro modo di vedere il mondo attraverso i device digitali.
Fanno parte della stessa serie anche Affective Robot VS Naukides Discobolus (2013) e Robot VS Michelangelo (Daniele da Volterra) (2012), due conversazioni tête-à-tête tra una riproduzione in gesso di un’opera classica e un umanoide. Un simbolico passaggio di testimone tra i canoni di rappresentazione dell’essere umano nel corso della storia. Tra i due busti ci sono differenze epocali, eppure un filo rosso le accomuna: la volontà dell’umanità di avvicinarsi alla perfezione divina. Se nel mondo classico la perfezione era incarnata dalla figura dell’atleta e scolpita in blocchi di marmo, oggi l’uomo perfetto è il risultato di ciò che ha saputo costruire intorno a sé: relazioni, progresso intelligente, innovazione.

Ale Guzzetti, Cleopatra, 2015 (resina e circuiti robotici 92x71x20)

I lavori più recenti di Ale Guzzetti, Quando i robot incontrarono gli antichi Dei, approfondiscono ulteriormente il tema dell’ibridazione tra antichità e contemporaneità, forme classiche e tecnologie avanzate. Dalla Medusa del Rondanini al Torso Gaddi, da una testa di Polifemo, risalente al II secolo a.C., a quella del dio Hypnos, conservata al British Museum: le riproduzioni stampate in 3D di busti e volti classici sono potenziate da visori, schermi e device di ultima generazione, come se i personaggi del passato cercassero di mimetizzarsi con l’uomo del nuovo millennio, ormai incapace di percepirsi senza ausilio tecnico. Alcuni dei dispositivi che innervano queste sculture sembrano provenire da un futuro lontano, quasi apocalittico: in realtà la tecnologia è già diventata un prolungamento dei nostri stessi corpi, una protesi necessaria alla nostra esistenza. Non ci appaiono dunque così aliene le figure che l’artista ci consegna da un passato lontano, contaminandole con gli esiti più avanzati del progresso. Incalzate dal nostro sguardo si animano, reagiscono alla nostra presenza, ci sussurrano quello che sanno e che apprendono.

Ale Guzzetti, Polyphemus II sec. BC Boston Museum, 2018

Dall’antichità, passando per gli automi rinascimentali, fino ai robot e all’intelligenza artificiale, il sogno della scultura, sin dai tempi più remoti, è stato quello di replicare la vita. Il tentativo di creare opere d’arte autonome, infatti, è un tema che affonda le proprie radici nel mito greco di Dedalo, fautore di invenzioni antropomorfe straordinarie, in grado di muoversi e persino di parlare. Con Dedalo l’artista diviene mago, ha il potere non solo di imitare l’esistenza, ma di plasmarla, creando opere che hanno libertà di azione e si rapportano con i viventi. Le creature di Guzzetti si inseriscono in questo millennario filone di sperimentazione, e traggono da esso il potere di sollecitare la nostra curiosità, prima che l’inquietudine abbia il sopravvento.
Questi elementi sono rintracciabili in due grandi installazioni presenti all’interno del percorso espositivo, Il Bosco delle Ninfe (2020-2022) e 100 voices choir (2019).

Ale Guzzetti, Affective Robots – Impossible kiss, 2012

Da una relazione intima, tra opera e spettatore, a partire dal 1999 Guzzetti parallelamente inizia a lavorare ad un’inedita interattività ambientale con il Techno Gardens Project, abbracciando spazi su larga scala. Il progetto consiste nell’installazione di micro-sculture robotiche in diverse aree naturali e giardini negli angoli più remoti del pianeta e nei più famosi musei del mondo. Ad oggi, dopo ventisei anni, Guzzetti ha depositato oltre trecento minuscoli esseri tecnologici in Giappone, Uzbekistan, Africa, nelle isole Galapagos e nelle Azzorre, negli Emirati Arabi, in Birmania e negli Stati Uniti. «I giardini diventano gli scenari in cui queste creature robotiche assumono una nuova identità, spiega Guzzetti. La tecnologia non è più uno strumento di cui l’uomo si serve a livello produttivo, ma diventa essa stessa un essere autonomo, guidato da leggi proprie e capace di relazionarsi con la natura secondo una prospettiva sincretica, che rimanda alla teoria quantistica dell’Entanglement (intreccio)».

Ale Guzzetti, Hypnos IVth BC British Museum, 2021

Titolo: SGUARDI DIVERSI – Quando i robot incontrarono gli antichi Dei

Dove:
Fondazione Mudima, via Alessandro Tadino 26, Milano

Quando: dal 6 maggio al 6 giugno 2025

Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle 13 e dalle 15 alle 19. Sabato e domenica chiusa.

Ingresso libero

Info:  www.mudima.net

Potrebbe interessarti anche

Heo Baekryeon Painting of Bronze Vessels and Flowering Plants 1950 circa
Arte antica

Adapted Sceneries

Al MAO Museo di Arte Orientale di Torino inaugura la mostra dedicata alla pittura di paesaggio coreana (sansuhawa) e alle opere ispirate al Movimento di

Leggi Tutto »
Collezionismo

Valeggio Veste il Vintage

Domenica 11 maggio a Valeggio sul Mincio torna “Valeggio Veste il Vintage” la mostra mercato dedicata alla moda, design d’epoca e accessori. Oltre 50 espositori

Leggi Tutto »
"Picasso. Il linguaggio delle idee" –dal 10 maggio al 28 settembre – Napoli –Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta
Arte moderna

Picasso. Il linguaggio delle idee

Oltre 100 opere dell’artista spagnolo tra ceramiche, incisioni, manifesti e fotografie sono ospitate dalla Basilica della Pietrasanta – Lapis Museum  Reproduction after Arlequin et sa

Leggi Tutto »

Oppure registrati qui per usufruire della prova gratuita di 7 giorni

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere ogni settimana le news del mercato dell’arte e del collezionismo, per essere informato su modifiche, cancellazioni o proroghe nelle date di mostre e appuntamenti, e per conoscere in anteprima le date dei vernissage.

©Realizzato da PS COMPANY srl

Sei interessato a conoscere gli eventi legati al mondo del collezionismo in Italia come mercatini, mostre-mercato, mostre d’arte e aste?
Abbonati per ottenere l’accesso a tutti i contenuti del sito.