A Palazzo Reale dal 26 giugno al 22 novembre

Tranquillo Cremona , La visita al collegio olio su tela, 130x160 cm, Collezione privata
Nell’estate 2009, Milano celebra la Scapigliatura, il movimento artistico e letterario che nacque proprio nel capoluogo lombardo e che qui si affermò. Fermento intellettuale, ma anche congerie socio-politica, la Scapigliatura fu un’esperienza che coinvolse tutte le arti verso un rinnovamento o, meglio ancora, un capovolgimento ideologico, artistico e di costume.
Nell’estate 2009, Milano celebra la Scapigliatura, il movimento artistico e letterario che nacque proprio nel capoluogo lombardo e che qui si affermò. Fermento intellettuale, ma anche congerie socio-politica, la Scapigliatura fu un’esperienza che coinvolse tutte le arti verso un rinnovamento o, meglio ancora, un capovolgimento ideologico, artistico e di costume.
Nella Milano postunitaria, laboriosamente avviata al ruolo di capitale morale, fra borghesia in ascesa, incombenti conflitti sociali e rinnovata coscienza individuale, intervenne un coro di voci spregiudicate e indipendenti. Velleità spesso urlate a pieni polmoni con atteggiamenti bohémien, esistenze sofferte che contrastarono il conformismo borghese, sensibilità artistiche tortuose e cariche di vibrazione emotiva, introverse, labili.

Camillo Rapetti, I curiosi (o Al balcone), 1876-1880, acquerello su carta, 50x58 cm, collezione privata

Camillo Rapetti, I curiosi (o Al balcone), 1876-1880, acquerello su carta, 50x58 cm, collezione privata
La Scapigliatura raccolse personalità libere, unite dall’insofferenza e dal medesimo disagio di vivere che, nella volontà di scandalizzare i benpensanti, portarono a compimento una (con)fusione tra vita e arte. Dal 26 giugno al 22 novembre 2009, Palazzo Reale ospita la mostra Scapigliatura. Un “pandemonio” per cambiare l’arte che, attraverso 250 opere, dipinti, sculture, grafiche e incisioni, corredate da testi, fotografie e molto altro ancora, farà rivivere l’atmosfera di quest’esperienza che, dalla seconda metà dell’Ottocento fino ad inizio Novecento, seppe coinvolgere tutte le arti verso un rinnovamento e portò la società italiana ad un cambiamento ideologico e di costume. Il termine “Scapigliatura” deriva dal titolo del romanzo di Cletto Arrighi (giornalista, scrittore e patriota) La Scapigliatura e il 6 febbraio (1861-62), in cui, con i toni passionali del racconto popolare, si narra la vicenda milanese di un ‘gruppo’ di scontenti e ribelli, “vero pandemonio del secolo ... serbatoio ... dello spirito di rivolta e di opposizione a tutti gli ordini stabiliti”, che finiscono con il sacrificare la vita nei moti antiaustriaci del 1853. Per tutta la durata della mostra, Milano diventerà un palcoscenico aperto a esecuzioni musicali, liriche, letture di testi, pièce teatrali e proiezioni cinematografiche. Saranno anche ricostruiti alcuni itinerari mirati ai luoghi canonici, urbani, della ‘vita’ scapigliata, come le osterie, i caffè e gli atelier, come quello di Eugenio Pellini di via privata Siracusa 6.
LA MOSTRA: “Scapigliatura. Un "pandemonio" per cambiare l'arte” – MILANO, Palazzo Reale, Piazza Duomo, 12. Fino al 22 novembre. INFO: 02.54915